martedì 27 maggio 2014

Esmahan Aykol, "Appartamento a Istanbul" ed. 2011

                                                    Voci da mondi diversi. Medio Oriente
                                                     cento sfumature di giallo
             il libro ritrovato

Esmahan Aykol, “Appartamento a Istanbul”
Ed. Sellerio, trad. Emanuela Cervini, pagg. 319, Euro 14,00

Titolo originale: Bakschisch

    “Ha cominciato con cose più piccole. Il parcheggio è venuto dopo. Ci ha messo le mani sei anni fa, quando hanno bruciato la casa che sorgeva in quel punto. Una mattina siamo arrivati e quel grosso edificio non c’era più. Naturalmente non ho capito cos’era successo. Chi mai penserebbe che si possa bruciare un intero edificio per far posto a un parcheggio? Una volta Istanbul era diversa, non era un covo di delinquenti.”

      Kati Hirschel, tedesca che vive a Istanbul da quindici anni ed è perfettamente bilingue, ha superato i quarant’anni, si tinge i capelli di arancione (e già questo dice molto sulla sua personalità), è fidanzata con un avvocato turco, gestisce una libreria specializzata in libri gialli: l’avevamo già conosciuta nel primo romanzo della serie, “Hotel Bosforo”, e l’avevamo paragonata- per simpatia e vivacità- alla Petra Delicado di Alicia Giménez- Bartlett. Con la differenza sostanziale che Petra indaga sui delitti perché è un commissario di polizia, mentre Kati si lascia coinvolgere perché è un’appassionata lettrice di gialli e ha imparato molto leggendo romanzi di indagine poliziesca. E poi è curiosa e ficcanaso. Un delitto è, per lei, come una bandierina rossa agitata davanti a un toro…
      Kati ha appena litigato con il fidanzato, all’inizio del libro. E’ nervosa, il padrone di casa le ha aumentato l’affitto, deve cercarsi un altro appartamento. L’amica Candan la mette in contatto con un impiegato del catasto che sarebbe disposto (con una mazzetta, certo) a darle delle ‘dritte’ per acquistare uno di quegli immobili che vengono messi all’asta dal comune, perché abbandonati dai proprietari, membri di minoranze etniche che hanno lasciato il paese. Detto fatto. Uno degli appartamenti che presto sarà disponibile è in un edificio che Kati ha sempre ammirato. Soltanto che al momento è occupato da un tal Osman, un affarista che gestisce dei posteggi nel centro della città e specula in aree edificabili. La nostra Kati non si lascia intimidire da lui (che si rifiuta di lasciarla visitare l’appartamento), i toni delle voci si alzano, Osman si ripresenta nella libreria di Kati, lei gli scaglia un posacenere in testa…Quando Osman viene trovato morto è ovvio che Kati sia tra i sospettati. Ed è ovvio anche che Kati si getti ad indagare per conto suo…
     Come il precedente “Hotel Bosforo”, anche “Appartamento a Istanbul” è un romanzo estremamente godibile, che diverte, fa sorridere, incuriosisce- è diverso dall’altra narrativa del genere. Perché il fatto che la protagonista sia una tedesca che vive in Turchia le offre la possibilità di uno sguardo su due mondi con pari comprensione di entrambi- a volte Kati è la tedesca che critica o apprezza i turchi, a volte è l’opposto, si sente più turca che tedesca e non risparmia le frecciate verso i connazionali. E’ chiaro che a Kati piace vivere a Istanbul (come sospettiamo piaccia a Esmahan Aykol), le piacciono la cordialità e la spontaneità della gente, il rumore perenne nelle strade, il cibo turco: tutto sembra essere più frizzante in Turchia.
Kati ha anche la sua moschea preferita, quella di Süleymaniye, costruita su una delle sette colline della città (è dedicata ad una donna, c’entra anche questo nella sua preferenza?). Kati non è cieca ai difetti dei turchi, alla corruzione, al malgoverno, ma ci ride sopra, ha imparato ad accettarli: quando si sta bene nel posto dove si vive, tutto il resto scivola via dalle spalle. E il quadro che ci offre della città e delle persone che la abitano è variegato: l’impiegato del catasto, il poliziotto Batuhan che la corteggia, il fidanzato, la numerosa famiglia del morto Osman e le sue altrettanto numerose donne- Kati è estroversa, fa facilmente amicizia, attira le confidenze. E’ tutto un chiacchiericcio intorno a lei, si parla di cose serie e di cose meno serie. E Kati arriva a risolvere il caso, naturalmente (dopo che è spuntato fuori un altro morto). Ha le tinte del giallo e del rosa, il romanzo di Esmahan Aykol, in cui il giallo sta per il delitto e l’indagine, mentre il rosa sta per quanto di prettamente femminile c’è nel libro- amori, ricette, diete, creme per le rughe.


la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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