lunedì 5 maggio 2014

Amos Oz, "La scatola nera" ed.1987


                                                  Voci da mondi diversi. Medio Oriente

il libro ritrovato

Amos Oz, “La Scatola Nera

Ed. Feltrinelli, pagg. 229, Euro 15,00


Un romanzo epistolare. L’eterno triangolo, la moglie, il marito e no, non l’amante, ma l’ex-marito. Dopo sette anni di silenzio che hanno seguito un doloroso divorzio, Ilana scrive ad Alec perché il loro figlio, Boaz, è un adolescente difficile ed è appena stato espulso da scuola. E’ la prima lettera di un fitto carteggio: Alec risponde ad Ilana; Michel, il nuovo marito di Ilana, scrive ad Alec; Boaz scrive a Michel; l’ avvocato Zakheim scrive ad Alec; e poi ci sono gli scambi di telegrammi, botta e risposta che comunicano un’idea di urgenza e di furia, fra Alec che impartisce ordini e il recalcitrante avvocato Zakheim, nonché le lettere della sorella di Ilana. Impossibile sbagliarsi sul mittente delle lettere: si può aprire il libro a caso e si riconosce immediatamente chi è che scrive: Alec, studioso di fanatismo religioso, colto, freddo, distaccato, amaro e mordace; la passionale Ilana; Michel, un uomo semplice, religioso osservante che cita di continuo la Bibbia; il rozzo e goffo Boaz che non sa scrivere due parole senza errori. Nove mesi di lettere, nove mesi non per nascere ma per morire, nove mesi che cambiano ogni personaggio. E’ come aprire la scatola nera dopo un incidente aereo e ricostruire quello che è successo.
Perché le lettere sono un espediente per lasciar raccontare i protagonisti e, lentamente, senza che il lettore se ne accorga, scivolano in un racconto diretto, una rievocazione di episodi, di atmosfere, di scambio di parole che hanno lasciato un segno. “Ti sei dimenticato di quello che io e te possiamo farci l’un l’altro? il fondersi del ghiaccio e del fuoco?”, chiede Ilana ad Alec. “Ma tu sei stato e rimani mio marito. Il mio signore e padrone.” L’uomo che era duro come una roccia, “un igloo nella neve”, che non aveva mai asciugato una lacrima sul viso di nessuno, che si firmava “il Vampiro”, si ritira a vivere nella grande casa di famiglia in rovina, fa giocare la bambina nata dalle seconde nozze di Ilana, guarda con curiosità e tolleranza divertita Boaz e le sue giovani amiche hippy. I soldi concessi da Alec hanno cambiato Michel trasformandolo in un piccolo arrivista. E’ scomparso il rancore di Ilana: quello che rivive è l’amore per Alec. Un amore che non è mai morto perché tutti i suoi tradimenti non erano che un grido disperato, una richiesta di aiuto per salvare l’amore. Un romanzo ricchissimo di sentimenti, un analisi del potere distruttivo di un rapporto amoroso, del male che ci si può infliggere pur essendo insostituibili l’uno per l’altro e delle ripercussioni che le tensioni tra i genitori hanno sui figli. Un altro splendido romanzo di Amos Oz, uno dei più grandi scrittori non solo israeliani, insieme a Yehoshua e a Grossman, ma di tutta l’area europea. Una voce forte e vitale della letteratura moderna.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net




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