Voci da mondi diversi. India
Ed.
Frassinelli, Trad. A. Briganti, pagg. 294, Euro 17,90
È
ambientato in una Calcutta solo un poco più progredita di quella del nostro
immaginario, il romanzo “Un incendio” di Megha Majumdar, nata a Calcutta ma che
ha studiato a Harvard ed ora vive a New York. E l’incendio che dà il titolo al
romanzo accade subito, nel primo capitolo del libro e dà l’avvio ad una tragica
vicenda. Jivan si trovava per caso vicino alla stazione dove era fermo un
treno. Stava portando dei libri a Lovely, un ragazzo che è una ragazza e di cui
si parla, quindi, sempre al femminile.
Vede le torce fiammeggianti scagliate dentro i finestrini aperti del
treno, vede le persone intrappolate tra le fiamme.
Più
tardi aggiunge su Facebook il suo commento su quanto è accaduto: Se la polizia non aiuta le persone normali
come me e come voi, se la polizia rimane a guardare mentre loro muoiono, questo
non significa che anche il governo è un terrorista?
Per
queste parole più tardi s
Jivan non aveva questo in mente. Con un padre ammalato, una madre che vendeva colazioni di prima mattina, Jivan era riuscita a studiare, a prendere un diploma e a trovare un impiego come commessa in un negozio.
Lovely, il giovane travestito che è suo
amico, frequenta una piccola scuola di recitazione e ha una sola ambizione:
diventare un attore.
Il signor PT, sempre chiamato con queste
due iniziali che stanno per Personal Trainer, è professore di educazione fisica
nella scuola femminile in cui ha studiato Jivan. È sempre stato gentile con
quella studentessa discriminata per la sua povertà, ne ha intravvisto le
possibilità, le offriva qualche spuntino perché era chiaro che Jivan aveva fame,
si era stupito quando lei era scomparsa. Non aveva pensato che Jivan avesse
smesso di studiare perché aveva bisogno di lavorare.
Sono questi i personaggi che occupano la
scena alternando la loro presenza e i loro punti di vista nei vari capitoli. A
loro si aggiungerà l’avvocato d’ufficio di Jivan e un giornalista.
Jivan è innocente, la sua unica colpa è quel post di cui lei non ha avvertito la potenziale pericolosità. Chi l’ha vista nelle vicinanze della stazione ha detto che aveva un pacco in mano- una bomba? Lovely potrebbe testimoniare a suo favore, dire che Jivan è una persona generosa che gli insegna l’inglese, che gli stava portando dei libri. Il signor PT potrebbe testimoniare sul carattere della sua studentessa. Quando riesce a ricevere la visita di un giornalista in prigione e racconta a lui la storia della sua vita, ad iniziare da quando una polizia violenta li aveva forzati a lasciare la loro casa, Jivan si sente sicura di essere rilasciata perché lui, con il suo articolo, potrebbe fare la differenza. E invece…
Il romanzo è la storia parallela di questi
personaggi. Ognuno di loro potrebbe fare il Bene, ma ogni possibile loro
istinto di generosità viene soffocato dall’egoismo e dalle ambizioni personali.
Carriere che mai avrebbero immaginato si aprono davanti a loro- il sogno del
cinema di Lovely, la carriera politica a
cui PT arriva quasi per caso e senza farsi scrupolo di giurare costantemente il
falso (una vicenda che alza il sipario su una frazione della scena politica
indiana)- e non è certo per difendere Jivan che sono disposti a rinunciare al
loro futuro.
I
punti di vista si alternano, lo stile narrativo ben si accorda alle voci
diverse- quella di Jivan sempre più disperata, della vanitosa Lovely, del
piccolo insegnante a cui non par vero essere tenuto in considerazione dalla
donna che è a capo di un partito di destra-, ci confrontiamo con il problema
della discriminazione in base alla religione (Jivan è musulmana), al sesso,
alla classe sociale, e con quello dell’ingiustizia della giustizia.
Questo non è un libro che romanticizza
l’India. Questo è un libro che riduce in cenere le speranze in un mondo
migliore. Come avviene al treno dopo l’incendio.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Sono finito su questo blog in cerca di una recensione di "Bugie d'estate" e cavolo ho trovato tantissimi spunti. Bello davvero.
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