venerdì 19 marzo 2021

Aki Shimazaki, “Azami” ed. 2020

                                               Voci da mondi diversi. Giappone

        love story     

Aki Shimazaki, “Azami”

Ed. Feltrinelli, trad. Cinzia Poli, pagg. 138, Euro 12,00

     Dopo “Il peso dei segreti” e “Nel cuore di Yamato”, ecco il primo di una nuova pentalogia della scrittrice giapponese Aki Shimazaki. Un libro di poco più di un centinaio di pagine che si legge in un paio di ore e che avrebbe potuto essere la prima parte di un unico volume.

    Ancora un richiamo al mondo della natura, nel titolo- continua così la serie di metafore a cui Aki Shimazaki ci ha abituato. “Azami” è il nome giapponese per il cardo, un fiore singolare nella sua bellezza, che attrae con il vivido colore viola e che respinge con le sue spine.

    La trama è semplicissima. Due i personaggi principali, affiancati da altri due personaggi secondari ma indispensabili.

   Mitsuo, trentasei anni, è redattore di una rivista di attualità. È lui la voce narrante e ha cura di parlarci in dettaglio della sua famiglia, quasi preparasse una giustificazione per il suo comportamento e, nello stesso tempo, una spiegazione per la decisione che prenderà alla fine. Sposato, con due figli, Mitsuo ripete spesso che ama sua moglie, che con lei ha una intesa perfetta. Tuttavia, dalla nascita del secondo figlio, non hanno più una vita sessuale. Lui è troppo giovane per rinunciarci- frequenta saltuariamente dei pink-salon, anche se la moglie è rimasta turbata quando lo ha saputo.

   Mitsuko era una sua compagna di classe, Mitsuo ne era innamorato, nel suo diario le aveva dato il nome di Azami- erano dei bambini e poi Mitsuko era scomparsa.

   Quando Mitsuo la incontra di nuovo, in un club lussuoso dove è stato invitato da un altro ex-compagno di scuola (sarà il deus ex-machina della situazione, nel bene e nel male), la riconosce subito- è sempre bellissima-, ma resta sconvolto. Mitsuko fa l’entraîneuse in quel locale.

    Quello che succederà è prevedibile, il finale sarà malinconico, saggio e struggente.


    Il garbo della scrittura di Aki Shimazaki, la delicatezza con cui descrive gli incontri dei due innamorati, l’atmosfera di mistero che circonda Mitsuko, il doppio binario su cui il protagonista vorrebbe far scorrere la sua vita sentimentale, rendono molto gradevole la lettura di questo primo libro della serie. Non possiamo però nascondere un filo di delusione, perché “Azami” non esercita su di noi lo stesso fascino dei libri precedenti. Ci sembra troppo scarno, troppo schematico. E tuttavia l’ambiguità di Mitsuko, la curiosità che abbiamo di conoscere quali segreti si nascondano dietro le scarpette blu di un bambino che non si deve disturbare negli incontri notturni e che non compare mai sulla scena, fa sì che aspettiamo la pubblicazione (a breve) del secondo libro della serie. Si intitolerà “Hōzuki”- l’alchechengi, la pianta con le bacche commestibili a forma di lanterna (quale luce si accenderà?)- e lo leggeremo senz’altro.

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