Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
mystery
Richard Russo, “Le conseguenze”
Ed. Neri Pozza, trad. Ada Arduini, pagg. 382, Euro 19,00
“Tutti per uno, uno per tutti”- da sempre il
motto dei tre moschettieri del romanzo di Dumas è il motto che suggella le
amicizie giovanili. Diventa anche il motto di Lincoln, Teddy e Mickey, quando
si conoscono al college, il Minerva, nel Connecticut. Hanno provenienze diverse
e famiglie diverse alle spalle.
Lincoln viene dall’Arizona. Così bello da
essere soprannominato ‘Face Man’. Un padre che crede di essere dio in terra,
una madre che ha rinunciato alla sua personalità.
Teddy, i suoi genitori sono due insegnanti
che si occupano più dei loro studenti che del figlio. Ha problemi di salute non
definiti, pensa di iscriversi alla facoltà di teologia.
Mickey. Grosso come un armadio, di origini
italiane. A lui interessa solo la musica.
E poi c’è un quarto moschettiere, una ragazza di cui tutti e tre sono innamorati: Jacy che è molto ricca, mentre loro tre lavorano come camerieri per mantenersi al college. Jacy è Jacy, irruente, estroversa. E, in realtà (forse questo è un difetto del romanzo) non capiamo che cosa abbia di così straordinario, a parte l’essere bella, per essere l’oggetto dell’amore dei tre amici.
La narrativa si sposta tra passato e presente. Nel passato la data d’inizio è cruciale: il primo dicembre 1969 i tre amici sono incollati allo schermo televisivo in attesa di sapere la loro sorte. Viene trasmessa in diretta la prima lotteria nazionale di reclutamento dei soldati che devono andare a combattere in Vietnam. È come essere in attesa della condanna a morte, nessuno dei tre crede nelle motivazioni della guerra, l’unica possibile alternativa è passare il confine e andare in Canada, perché disertare significa finire in prigione. Uno di loro è sfortunato, è stata estratta la sua data di nascita, suo padre, che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, non accetterebbe mai che si sottraesse- chi andrebbe a morire al suo posto, in tal caso?
Nel presente i tre amici, che hanno ormai
superato la sessantina, si incontrano sull’isola di Martha’s Vineyard dove
Lincoln possiede la casa che era di sua madre. Abbiamo già letto storie di
donne che si ritrovano dopo anni in cui non si sono viste e rivivono, con
stupore e rimpianto, gli anni della gioventù. È più raro leggere di uomini e
Richard Russo ha un tocco speciale nel parlarci di questa amicizia al maschile,
nell’allacciare presente e passato, nell’implicare che anche la questione della
bella casa che deve essere venduta è simbolicamente connessa con il problema
che li ha assillati per più di quarant’anni: sbarazzarsi della casa significa
anche accantonare per sempre il mistero della scomparsa di Jacy.
Jacy se n’era andata di mattina presto, il
lunedì dell’ultimo fine settimana che avevano passato insieme prima della
laurea, nel 1971, nella casa sull’isola. Ed era scomparsa. Nessuno ne aveva
saputo più nulla, neppure il fidanzato che lei, peraltro, forse non avrebbe
sposato- lo aveva detto a Teddy.
“Le conseguenze” è un romanzo difficile da definire. È, prima di tutto, una storia di amicizia tra uomini che, paradossalmente, piuttosto che essere divisi, sono legati tra di loro dal fatto di essere innamorati della stessa ragazza, anche se, come riconosceranno alla fine quando tutto sarà venuto alla luce, non la conoscevano. “Ma non conoscevamo nemmeno noi stessi”, aveva aggiunto Mickey. Perché i giovani degli anni ‘70 si trovano a fronteggiare grandi cambiamenti, a dover prendere decisioni riguardo ad una guerra di cui non capiscono il significato, esaltati dai ritmi di una nuova musica, dalla liberazione sessuale, da un diffuso consumo di droghe. E sul quadro di questa epoca, confrontato con il presente della resa dei conti in cui ognuno dei tre soppesa che cosa abbia ottenuto dalla vita, famiglia, ricchezza, successo, frustrazioni, si inserisce il filone del mystery, quello della scomparsa di Jacy, la grande assente sempre presente.
Un romanzo ben scritto, ma che non riesce a
soddisfare interamente. Per lo stile narrativo che lascia poco spazio
all’immaginazione del lettore e risulta alla lunga stancante, per l’eccessiva
elusività dell’unico personaggio femminile importante che neppure noi, come i
tre moschettieri, riusciamo a conoscere e per la perplessità che suscitano le
rivelazioni melodrammatiche che vengono fatte su di lei.
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