mercoledì 3 marzo 2021

Matsumoto Seichō, “Un posto tranquillo” ed. 2020

                                                          Voci da mondi diversi. Giappone

cento sfumature di giallo

Matsumoto Seichō, “Un posto tranquillo”

Ed. Adelphi, trad. Gala Maria Follaco

 

     Quando arrivò la notizia, Asai Tsuneo si trovava a Kobe.

Matsumoto Seichō cattura subito l’attenzione del lettore. Asai Tsuneo evidentemente non è nel luogo in cui vive di norma ed è da lì che probabilmente arriva la notizia, che deve essere sorprendente. Infatti. È morta la moglie di Asai Tsuneo, non c’è modo di dirglielo con cautela. È stata una cosa improvvisa, un infarto. Eiko soffriva di cuore, aveva già avuto un’avvisaglia. Il medico, però, le aveva detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi, se Eiko avesse condotto una vita tranquilla evitando sforzi e grandi emozioni. Tra le grandi emozioni, tra il detto e il non detto, c’era anche il sesso e i rapporti tra Tsuneo e la moglie si erano diradati- entrambi sembravano aver perso interesse per il sesso.

    Al suo ritorno immediato a Tokyo, Tsuneo- un funzionario del ministero dell’Agricoltura che mirava a fare carriera- aveva saputo i dettagli. Eiko era fuori casa quando era stata colta dal malore. Aveva cercato aiuto in una profumeria e lì era morta prima che il medico riuscisse ad arrivare. Dapprima Asai Tsuneo non fa caso ai dettagli di quanto è accaduto, poi si sofferma sulla stranezza del tutto. Sapeva che Eiko frequentava delle lezioni per comporre haiku e che andava in cerca di ispirazioni, ma che cosa ci faceva in quel rione così lontano in cui non c’era proprio nulla? Proprio nulla no, c’erano degli alberghi a ore. E nei pressi della profumeria dove era morta c’era una strada in salita che portava a uno di questi alberghi. Sapendo che non doveva fare sforzi, come mai Eiko aveva fatto quella strada? Quando un’amica della moglie consegna ad Asai un quaderno con le sue poesie, due versi che parlano di oggetti poco comuni aumentano le perplessità di Asai. Doveva forse pensare che quell’acqua cheta della moglie fosse interessata a fare sesso con qualcun altro che non era lui? Che magari lo incontrasse con regolarità negli orari in cui lui, Asai, era al lavoro?

Kobe

   In “Tokyo express” abbiamo già apprezzato la cifra narrativa di Seichō. Non succede mai molto, non c’è la tensione narrativa tipica dei thriller- anzi, i brividi mancano del tutto. C’è però un gioco di intelligenza, la ricostruzione ad incastro di quello che è accaduto- sembra quasi che si stia cercando la soluzione di un problema di matematica. 

In “Un posto tranquillo” è assente la figura dell’investigatore o del commissario di polizia, o meglio, c’è un investigatore privato a cui Asai si rivolge perché raccolga informazioni per lui. Ma è lui stesso, il marito che si scopre tradito, che elabora i dati, cerca prove, si apposta e pedina l’uomo di cui sospetta. E intanto svolge una doppia indagine- una per individuare chi fosse l’uomo con cui Eiko si incontrava, arrivando a collegare perfino la scossa di terremoto che si era avvertita il giorno della morte di Eiko con quanto era successo, e l’altra dentro se stesso. Asai Tsuneo non era geloso della moglie, non voleva vendicarsi. Che cosa lo spingeva allora nella sua ricerca?


    Quello che sembrava un ‘giallo’ tranquillo con una morte casuale ha un’accelerazione nella seconda parte dove, in ‘un posto tranquillo’, accade qualcosa di drammatico che potevamo aspettarci, per proseguire poi con un cambiamento radicale del protagonista. E c’è pure un nuovo tipo di suspense che si avvicina alla curiosità.

     Un romanzo per chi ama i giochi di intelligenza.

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