martedì 23 febbraio 2016

Martin Suter, “Montecristo” ed. 2016


                                                          Voci da mondi diversi. Svizzera
                                                               cento sfumature di giallo
   FRESCO DI LETTURA


Martin Suter, “Montecristo”
Ed. Sellerio, trad. Marina Pugliano, pagg. 286, Euro 16,00


       Chi non conosce il protagonista del famoso romanzo di Dumas, l’Edmond Dantès che diventa conte di Montecristo? La sua è una storia di avventure, con la fuga rocambolesca dall’isola su cui è imprigionato e poi gli anni passati a preparare la vendetta contro chi era stato la causa delle sue sventure. E’ un soggetto che può essere rimaneggiato e ambientato in altri contesti- è quello che intende fare Jonas Brand, videoreporter con un sogno nel cassetto, girare un film come regista trasportando la storia del conte di Montecristo nelle carceri di Bangkock. Non ha mai trovato nessun finanziatore, però, e deve accontentarsi di fare del giornalismo di bassa lega. Finché…
     Tutti gli avvenimenti che si succedono a ritmo serrato sembrano non avere connessione l’uno con l’altro, in questo intelligente e ottimo thriller bancario dello scrittore svizzero Martin Suter. Si inizia con l’arresto in galleria del treno Intercity per Basilea su cui sta viaggiando Jonas. Qualcuno ha tirato il freno di emergenza, una persona è caduta sui binari. Un suicidio? Jonas fa delle riprese veloci con la videocamera, registra frasi ciniche, accantona l’episodio. Poco tempo dopo Jonas (un matrimonio fallito alle spalle) incontra un’affascinante ragazza dai tratti asiatici che lavora per un’agenzia che organizza eventi- colpo di fulmine per entrambi. E gli capita una cosa strana: si ritrova in mano due banconote da cento franchi svizzeri con lo stesso numero di serie. Secondo la banca che le ha emesse, sono entrambe autentiche. Come è possibile?
Da questo momento la vicenda acquista velocità, diventa nerissima anche se la città si imbianca di neve. Jonas ha mostrato le banconote solo a un paio di persone in banca e subito dopo qualcuno ‘visita’ il suo appartamento, mettendo tutto sossopra. Non basta: Jonas stesso viene aggredito per strada e la polizia pensa che lui sia un mitomane. Ancora più inquietante: l’ingenuo e fiducioso (non lo sarà più per molto) Jonas ha messo le banconote nella cassetta di sicurezza in banca e, guarda un po’, ad un successivo esame una delle due banconote risulta falsa. E adesso ipotizzate l’impensabile: se una banca deve coprire un grosso ammanco, la via più facile non è forse emettere una doppia serie di banconote con lo stesso numero? Statisticamente, quante sono le possibilità che ne capitino due uguali in mano alla stessa persona e che questa se ne accorga? A questo punto soltanto il nostro Jonas può continuare a credere che a lui- che se ne è accorto e potrebbe far esplodere la bomba- non possa succedere nulla perché, dopotutto, siamo in Svizzera, giusto? E Jonas cerca la consulenza di un giornalista economico ormai fuori dal giro.
    Questa è soltanto la prima parte di una trama che procede allacciando tutti i diversi episodi a cui ho accennato- l’uomo caduto dal treno, il film per cui spunta miracolosamente un finanziatore, le banconote, il giornalista grassone, perfino il nuovo amore di Jonas. Dall’algida Svizzera all’infuocata Bangkock, dalla città ad una fattoria sperduta nella neve, e intanto si accumulano parecchi morti, inevitabili perché il fine giustifica i mezzi, perché, come fa notare un banchiere a Jonas, “ha idea di quante vite umane costerebbe la crisi che invece verrebbe evitata?”- evitata se Jonas acconsente a distruggere la chiavetta usb che è rimasta a lui, dinamite, come l’ha chiamata nel suo file il giornalista amico di Jonas.


    I lettori come me, ingenua quanto Jonas Brand, avrebbero preferito non sapere, continuare a credere di potersi fidare del sistema bancario (nonostante le prove che abbiamo già avuto), pensare che un romanzo come “Montecristo” sia pura distopia di un mondo impossibile. E invece, con lo stesso humour nero che già abbiamo apprezzato ne “Il talento del cuoco”, Martin Suter spalanca per noi le porte blindate delle banche svizzere, ci fa entrare nella stretta cerchia dei consulenti finanziari internazionali, ci toglie qualunque illusione che, nel mondo dei soldi e del potere, il fattore umano possa essere tenuto in considerazione.

la recensione sarà pubblicata anche su www.stradanove.net


2 commenti:

  1. Sono ormai arrivata alla fine del romanzo mi mancano poche pagine e mi sono fatta così coinvolgere da sentirmi io Jonas, di provare anch'io paura, di condividere fino ad adesso le sue scelte che non so se condividero' fino alla fine

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  2. Aggiorno il mio commento e confermo l'ultima frase non condivido la scelta finale di Jonas ma forse perché io non scendo mai a compromessi con la mia coscienza

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