sabato 20 febbraio 2016

Kent Haruf, “Benedizione” ed. 2015

                                Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
            romanzo 'romanzo'
             FRESCO DI LETTURA


Kent Haruf, “Benedizione”
Ed. NN, trad. Fabio Cremonesi, pagg. 277, Euro 14,45

    Come parlare di un romanzo bellissimo in cui non accade nulla? O meglio, non accade nulla di strabiliante, accade la vita, il quotidiano della vita. A Dad Lewis viene diagnosticato un tumore, la figlia prende un periodo di permesso dal lavoro per stare vicino a lui fino alla fine insieme alla madre Mary, moglie di Dad. Un nuovo pastore è arrivato nella chiesa, un suo sermone fa infuriare i cittadini, sarà costretto ad andarsene- anzi, abbandonerà il ministero. Una bambina che ha perso la mamma viene ad abitare con la nonna e sarà presa sotto l’ala protettrice di una signorina non più giovane che vive con la madre. Tutto qui, eppure, forse, è l’essenzialità stessa del romanzo di Kent Haruf che lo rende straordinario.
     Il luogo è Holt, Colorado, ma potrebbe essere qualunque cittadina nell’immensa pianura. Il tempo non è precisato, di certo dopo l’11 di settembre del 2001, visto che si parla della guerra in Afghanistan, ma, se non fosse per quello, potrebbe essere un tempo qualunque, lontano o vicino agli anni che stiamo vivendo.
Un uomo sta morendo. E’ un uomo integro, onesto, corretto. Si gira indietro e considera le azioni della sua vita- dove ha sbagliato? c’è ancora tempo per rimediare? E’ un brav’uomo, Dad Lewis, altrimenti non sarebbe curato con tanto affetto dalla moglie e dalla figlia, non sarebbe così rispettato dai due uomini che lavorano con lui nel suo negozio di ferramenta. Eppure ha fatto degli errori anche lui, che tutti chiamano Dad da quando è diventato padre. Ha anche un figlio, Dad, oltre alla figlia. Però non vede Frank da tantissimi anni, non sa neppure dove sia. Frank era un ragazzino quando il padre lo aveva visto fare dei giochi strani con un altro ragazzo. Ed era stato durissimo con lui. Più tardi, a scuola, Frank era stato preso di mira per i suoi orientamenti sessuali. Frank era andato via di casa. L’integrità deve per forza accompagnarsi a questa rigidezza? Quando Dad aveva scoperto che il suo aiutante nel negozio rubava regolarmente dagli incassi, lo aveva licenziato sui due piedi, senza accettare l’offerta della restituzione del denaro. L’uomo si era poi suicidato.
    Il reverendo Lyle ha qualcosa della correttezza estrema di Dad. Era stato mandato via da Denver per un sermone in cui prendeva le parti di un omosessuale- dopo aver letto questo penseremmo che ecco, Lyle è la controparte di Dad e invece, no, c’è dell’altro, il messaggio di Haruf non è semplicistico. Il sermone di Lyle si incentra sulle parole di Cristo che invita a porgere l’altra guancia a chi ci ha colpito: dobbiamo pensare che Cristo parli per simboli o che intenda veramente quello che dice? Perché l’America allora sta percorrendo un sentiero di guerra senza fine? La reazione dei fedeli è violenta, Lyle viene insultato, accusato di essere un simpatizzante dei terroristi, la chiesa si svuota.

    “Benedizione” non è un romanzo che offre soluzioni. In questa ‘sottotrama’, come in quella principale (ma ho dei dubbi sul fatto che quella di Dad sia la trama principale, tanto sono collegate le due storie di prese di posizione e ripensamenti), così come nella terza trama che ha per protagonista la bambina orfana di mamma che scopre il mondo con la bicicletta viola che le hanno regalato (un personaggio polarmente opposto a quello del vecchio che si accomiata, invece, dal mondo), ci sono spunti di riflessione, quesiti più o meno importanti- come comportarci nei confronti di un figlio che ci delude, della moglie, di un collega, di un vicino, di un amico, di chi non capiamo perché diverso da noi- che dovremmo porci, se già non lo abbiamo fatto. E l’essenzialità di queste storie si riflette nell’essenzialità dello stile spoglio di Kent Haruf- una sorta di versione in prosa degli haiku. Limpido e naturale. Come i dialoghi, che sono di una semplicità bellissima.

     Per uno scrittore di ‘gialli’ è facile mantenere alta la tensione della lettura. Quando in un altro genere di romanzo che non punta sul sensazionalismo le pagine non sono mai abbastanza, quando non si riesce a staccarsi dal libro, vuol dire che lo scrittore è bravissimo. Rendiamo omaggio a Kent Haruf, scrittore che purtroppo abbiamo conosciuto troppo tardi- è morto nel novembre del 2014, a 71 anni.


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