sabato 27 febbraio 2016

Andrew Nicoll, “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” ed. 2016

                                      Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
    cento sfumature di giallo
     FRESCO DI LETTURA


Andrew Nicoll, “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne”
Ed. Sonzogno, trad. M. Magri, pagg. 351, Euro 14,88


    E’ un ‘cold case’ vero, quello della signorina Milne: nel 1912 una attempata signorina dallo stile di vita eccentrico fu trovata morta nella sua casa, non si riuscì a trovare il colpevole e il caso venne archiviato. Lo scrittore e giornalista scozzese Andrew Nicoll ha cercato una ‘sua’ soluzione- più o meno fittizia, più o meno verosimile, di certo possibile- dopo aver consultato gli archivi della polizia e i giornali dell’epoca e ha ricostruito per noi i fatti in questo romanzo, “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne”.
     Il primo segreto della signorina Jean Milne riguardava la sua età: quanti anni aveva Jean Milne quando era morta, nell’ottobre del 1912? Di certo più di quanti ne dichiarava, anche se era difficile dirlo perché era, a dir poco, stravagante. Miss Milne amava vestirsi in maniera giovanile e- ad essere sinceri- poco appropriata ad una signorina per bene. Ma anche il suo comportamento era così: amava flirtare, la signorina Milne. Su di lei circolavano voci, la sua vita piena di ombre incuriosiva gli abitanti della piccola cittadina di Broughty Ferry perennemente in rivalità con la vicina Dundee.
E quelle voci, attutite quando era viva, si erano fatte più forti dopo la sua morte, quando ci si chiedeva chi potesse averla uccisa in maniera tanto brutale. Ma già, che cosa ci si poteva aspettare dal momento che lei, regolarmente, di tanto in tanto, chiudeva quella sua enorme casa di ventitre stanze dove viveva da sola, e se ne andava per lunghi periodi, a Londra o in giro per la Scozia, facendo amicizia con uomini che probabilmente volevano una sola cosa da lei? La strana morte era da aspettarsi, tutto sommato. Il postino aveva lanciato l’allarme, gli pareva strano che si fosse accumulata tanta posta, e poi la signorina Milne non aveva avvisato la polizia che sarebbe andata via. Erano stati costretti a forzare la porta, il corpo della signorina giaceva nell’ingresso e probabilmente era morta da quindici giorni. Un delitto così feroce che il luogotenente Trench, arrivato da Glasgow per collaborare con le indagini, dichiara subito che deve essere opera di un forestiero- è uno dei motivi ricorrenti ed umoristici del romanzo, così veritiero peraltro, il senso di superiorità prettamente britannico e insulare per cui tutto quello che è straniero è inferiore: divertentissima la scena in cui l’ispettore capo Sempill rimprovera un agente per la sua pronuncia ‘troppo francese’ quando questi parla per l’appunto in francese, trovandosi ad Anversa. Le indagini partono proprio con il piede sbagliato, quindi, già con un pregiudizio. A condurle, oltre a Trench e a Sempill (ottuso e limitato) è l’agente della polizia locale Frazer (che è anche voce narrante). Fatto sta che, dopo aver sentito le testimonianze di persone che hanno visto un signore elegante con i baffetti aggirarsi nel giardino della villa della signorina Milne, i sospetti cadono su di un uomo dalla vita avventurosa, canadese (perfetto, ci voleva lo straniero): ci deve essere un colpevole, Sempill sembra fare di tutto perché questo tizio dai parecchi nomi venga inchiodato. Farà la figura dell’idiota.

     Andrew Nicoll è bravissimo nel restituirci l’atmosfera di un’epoca lontana perché lo stile stesso del libro è ‘fuori moda’, fa pensare ai gialli di Agatha Christie, indugiando nelle descrizioni ambientali (perfette), delineando il carattere dei tre investigatori- lo scrupoloso Fraser, l’onesto Trench che non tollera l’idea di far condannare un innocente e il meschino ed egocentrico Sempill. Della grande maestra del giallo c’è anche la soluzione del tutto inaspettata (del tipo, ‘l’assassino è il maggiordomo’), quella che, con un colpo di coda, fa salire la tensione, iniettando un poco di brivido di cui sentivamo la mancanza in questo romanzo che sembra voler rispecchiare la compostezza tipica dei britannici.


     


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