domenica 21 settembre 2014

Roberto Costantini, "Il male non dimentica" ed. 2014

                                                                 Casa Nostra. Qui Italia
                                                                     cento sfumature di giallo
                                                                     fresco di lettura

Roberto Costantini, “Il male non dimentica”
Ed. Marsilio, pagg. 525, Euro 16,15

   Non sapeva come lo avrebbe affrontato, cosa gli avrebbe chiesto.
  Ci sei tu dietro quella finanziaria di Dubai? Hai buttato giù mia madre da quella scogliera?
 Si rendeva conto dell’inappropriatezza di quelle due domande scollegate.
O forse collegate da un lunghissimo filo invisibile. 

      Roma, agosto 2011. Caldo soffocante. Michele Balistreri, commissario capo della sezione omicidi, non più giovane, non più in perfetta forma fisica, cinico, quasi abulico.
     Tripoli, agosto 1969. Soffia il vento incandescente del deserto. Mike Balistreri ha diciotto anni, adora sua madre Italia, ha un rapporto difficile con suo padre, ha stretto un legame ‘di sangue’ con tre amici, di cui due sono libici, è innamorato di Laura, si lascia sedurre dalla maliarda Marlene, madre di Laura, è irruento, idealista.
   Il romanzo che conclude la trilogia di Roberto Costantini, “Il male non dimentica”, oscilla tra Roma e Tripoli, con qualche puntata in Svizzera e in California, alternando due filoni narrativi- ma è tutto un romanzo di doppi, a racchiudere la duplicità della natura umana. Due luoghi d’azione, due tempi diversi e cruciali per la Libia, due protagonisti (a distanza di 42 anni, che cosa è rimasto di Mike in Michele Balistreri?), due giovani donne, Laura Hunt, l’amore della giovinezza di Mike, e Linda Nardi, la giornalista di inchiesta di cui Michele si era ‘quasi’ innamorato, che aveva ‘quasi’ violentato, due scie di delitti che- è subito chiaro, almeno a Balistreri- hanno qualcosa in comune, la falange di un dito mozzata: una firma.

    L’agosto 1969 non era stato un mese come gli altri a Tripoli. Si preparava il colpo di stato che avrebbe portato al potere Muhammar Gheddafi il primo di settembre. E il 31 agosto Italia, la madre di Mike, era morta. Precipitata dalla scogliera. Suicidio (dicevano). Omicidio, sospettava Mike che non si era mai rassegnato alla versione ufficiale. La morta della madre, la fine del suo sogno con Laura, la cacciata degli italiani dalla Libia, la fuga di Mike che si era lasciato irretire in un complotto per uccidere Gheddafi: un’altra vita sarebbe iniziata per lui, in Italia. Avvolta nei misteri irrisolti, perché c’erano state altre tre morti attribuite ad un capro espiatorio.
   La prospettiva è da Roma, ma anche l’agosto del 2011 non è un mese come gli altri a Tripoli. La parabola di Gheddafi ha raggiunto il punto più basso, si sta preparando la sua fine, inevitabile quanto prevista. Ancora il gioco dei doppi, la resa dei conti per l’uomo che è legato alla brusca rottura della vita di Mike è anche la resa dei conti per Michele che finalmente viene a sapere la verità sul 31 agosto 1969. Una verità preparata da altre due donne e una bambina morte adesso, un incubo che riemerge dal passato.

   E’ una trama complessa e avvincente, quella de “Il male non dimentica”. I due filoni temporali si alternano in un ritmo concitato quanto quello degli eventi, con i delitti del 1969 che si affiancano a quelli del 2011, mentre la giornalista ‘troppo’ coraggiosa (un altro doppio, al femminile, di Michele Balistreri, e quanto giustamente si vedrà) non teme di portare alla luce altre verità- quelle dei fondi neri, dei finanziamenti dello Ior (la banca di Dio), i maneggi illeciti di chi è al potere. Un bel personaggio, Linda Nardi, con tutti i titoli per rubare il primo piano allo stanco commissario.

    Costantini chiude in trionfo la sua trilogia del male. Potremmo elencarne i difetti- il rasentare il genere ‘pulp’, un finale da feuilleton, qualche ripetizione, un cenno di fantapolitica- ma questi difetti sono anche i pregi del romanzo, lo rendono vivido, solleticano curiosità diverse, ne fanno un page-turner con colpi di scena, rimescolio di carte, ribaltamenti di soluzioni. E, sapendo dalla mia intervista a Roberto Costantini nel 2011, che la trama di questo terzo libro era già stata scritta per intero, leggere della fine di Gheddafi fa una strana impressione: una realtà presente e nello stesso tempo ipotizzata dallo scrittore prima che accadesse. Pare quasi un’arcana profezia. Il male non dimentica.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


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