martedì 26 agosto 2014

Zhang Jie, "Senza parole" ed. 2008

                                                        Voci da mondi diversi. Cina
  il libro ritrovato


Zhang Jie, “Senza parole”
Ed. Salani, trad. Maria Gottardo e Monica Morzenti, pagg. 315, Euro 16,80

Titolo originale (in trascrizione): Wu Zi

     La differenza d’età decise sin dall’inizio del matrimonio le loro posizioni, soprattutto per quanto riguardava la vita sessuale. Lei ritenne sempre che l’autostima di quell’uomo già anziano fosse molto più importante della propria e quindi, per quanto lui la ferisse, non volle mai reagire, temendo ripercussioni fatali. Se fosse stato più giovane di lei, o maggiore solo di qualche anno, certo non sarebbe stata così magnanima.

    Ad una prima veloce lettura il romanzo “Senza parole” sembra una complicata storia d’amore, con un marito che lascia la prima moglie per sposare una donna molto più giovane e che divorzia da questa, vent’anni più tardi, ritornando dall’altra. Ma, leggendo il libro con maggiore attenzione, ci accorgiamo che c’è molto di più nel romanzo della scrittrice cinese Zhang Jie, candidata al premio Nobel della Letteratura e vincitrice di innumerevoli premi con questo libro. C’è la storia d’amore di Wu Wei per Hu Bingchen e quella più piatta della relazione coniugale tra Hu Bingchen e la prima moglie Bai Fan, ma tutto inizia dalla fine, dalla follia di Wu Wei, quando è ormai una famosa scrittrice: “Per tutta la vita si era preparata a scrivere questo romanzo, ma una volta iniziato aveva perso la ragione”. E allora è inevitabile riandare indietro, spiegando il legame fortissimo tra Wu Wei e la madre Ye Lianzi, e più indietro ancora- a come era avvenuto che la nonna di Wu Wei, di famiglia agiata e istruita, fosse andata in sposa al rozzo Ye Zhiqing.
    La storia di tre generazioni di donne finisce quindi per ricoprire un secolo di storia della Cina e la complessità delle vicende personali è pari a quella dell’evoluzione dell’intero paese che è passato da un regime feudale al moderno capitalismo attraversando lotte interne tra Nazionalisti e Comunisti, una guerra contro il Giappone invasore, la Rivoluzione Culturale e il governo del Grande Timoniere. Senza che ci fosse una vera adesione ideologica ad un partito piuttosto che ad un altro, uomini e donne spinti dal caso, da eventi esterni a loro, a fare scelte di schieramenti politici come pure di un compagno di vita. Per poi capovolgere queste scelte, o abbandonare la moglie o il marito, sempre nel mezzo di infinite difficoltà.

guerra Cina-Giappone
E l’impressione che ha il lettore di “Senza parole” è proprio quella di essere lui stesso travolto dal turbine della Storia, che è come un gigantesco mulinello creato dal vento- si avvolge su se stesso in spirale, si srotola indietro, riprende forza e sospinge in avanti tutto quello che trova sul suo cammino. Così sono le storie dei personaggi del romanzo, mentre il tempo della narrazione si sposta in entrambe le direzioni, avanti e indietro, mescolando le carte, soffermandosi sulle vicende dell’uno o dell’altro, ritornando sempre alla domanda, ‘quando si sono mostrati i primi segni della follia di Wu Wei?’. Forse quando si era messa a piangere a dirotto durante la lezione di musica? oppure quando era stata bastonata a sangue dal maestro per aver detto che un compagno aveva saputo in anticipo il testo del compito? O addirittura quando, bambina di due anni, doveva passare tutto il giorno al gelo dell’aria aperta, aspettando che la mamma finisse di lavorare?
Da una parte la lotta per la sopravvivenza quotidiana delle donne, dall’altra quella degli uomini al seguito del capo del momento. Per finire per constatare che “al tempo ogni azione sembrava urgente e indispensabile, ma riconsiderandole col senno di poi, anche se non ci fossero state, la Repubblica Popolare Cinese sarebbe nata lo stesso. A cosa erano servite le sofferenze e i rischi che lui e quel soldato di ventura che aveva davanti avevano patito? E non si trattava solo di loro due, ma di tutto il popolo cinese che da duemila anni veniva vessato e ucciso da questi o da quelli, senza che il proprio sacrificio fosse valso a qualcosa”.

     “L’amore più grande lascia senza parole”: è da questa citazione del testo cinese “Daodejing”, il Classico della Via e della Virtù, che deriva il titolo del romanzo di Zhang Jie. Ma tutta la storia della Cina lascia senza parole, non ne trova a sufficienza per essere raccontata, tale ne è la complessità, ma anche la sofferenza e lo smisurato numero di vittime. 

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


Nessun commento:

Posta un commento