giovedì 21 agosto 2014

David Nicholls, "Un giorno" ed. 2010

   Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
    il libro ritrovato


David Nicholls, “Un giorno”
Ed. Neri Pozza, trad. Marco Rossari e Lucio Trevisan, pagg. 487, Euro 18,00

Titolo originale: One Day

    Doveva arrivare il 15 luglio alle 15.55 da Waterloo.
   Emma Morley si presentò in anticipo al binario d’arrivo alla Gare du Nord e si mescolò alla folla: gli amanti in trepida attesa con un mazzo di fiori e gli autisti annoiati che sudavano in abito scuro con i cartelli scritti a mano. Sarebbe stato divertente portare un cartello con su scritto il nome di Dexter? Magari con un errore di ortografia? Potrebbe strappargli una risata, pensò, ma ne vale la pena?


Non mi piacciono i romanzi d’amore. Ho letto un bellissimo romanzo d’amore.
Lo scrittore inglese David Nicholls ci racconta una storia che inizia il 15 luglio 1988 e si srotola per ben diciannove anni ma- è questa è una trovata geniale di tecnica narrativa- si ferma per noi, e viene colta, un giorno, sempre lo stesso, il 15 luglio di ogni anno di quei diciannove anni fino al 2007.
    Edimburgo. Emma Morley e Dexter Mayhew si sono appena laureati, nel 1988, hanno festeggiato, lui- fascinoso ventiquattrenne- è salito nell’appartamentino che Emma- ventiduenne, bella senza sapere di esserlo- condivide con un’amica, passano la notte insieme. E anche il giorno dopo, il 15 di luglio, per l’appunto. Vanno a fare un picnic sull’Arthur’s Seat, la collina dove la leggenda dice sia sepolto Re Artù, si scattano una foto, la prima delle tante che Emma collezionerà in una scatola nel corso degli anni. Iniziano le vacanze, dovrebbe iniziare anche la loro vita da adulti, subito dopo. Si scambiano gli indirizzi e i numeri di telefono.

Arthur's seat sullo sfondo di Edimburgo
     Non c’è niente di straordinario ma non c’è neppure niente di banale nella storia d’amore tra Emma e Dexter. Che poi diventa una storia d’amore solo dopo quindici anni, a ben vedere. Perché prima è solo un’amicizia con tanto affetto. Chi ha detto che non può esistere un’amicizia tra un uomo e una donna? E’ un’idea di prima del femminismo, eppure qualcosa di vero c’è, perché Emma ha sempre amato Dexter, pur uscendo con altri uomini, pur comprando addirittura una casa con un altro uomo, ad un certo punto. Salvo troncare tutto non appena l’uomo in questione le regala un anello e le chiede di sposarlo. Emma ha lo stesso nome dell’indimenticabile eroina del romanzo di Jane Austen, e le assomiglia anche- con le debite differenze dei due secoli che le separano. Come Emma Woodhouse, anche Emma Morley è non solo intelligente, ma brillante e spiritosa. Ha la parola pronta, è tagliente. Emma si batte per le grandi cause, non accetta compromessi, ha un fondo di tenerezza che la rende adorabile. Prima trova lavoro in un ristorante messicano, poi riesce ad essere assunta come insegnante di lettere in una scuola (avete presente il tipo di professore alla Robin Williams ne “L’attimo fuggente”?), scrive poesie che non mostra a nessuno, infine le pubblicano un romanzo per ragazzi: da qui la notorietà.

Emma è simpatica, ci conquista. Dexter è pure simpatico, ma a suo modo: Dexter è il mascalzone simpatico. Sono gli opposti che si attraggono, Emma e Dexter. Perché Emma riesce ad amare Dexter anche quando lui finisce sempre più in basso: showman televisivo in spettacoli che l’intellettuale Emma guarda- ogni tanto- solo perché c’è lui, donnaiolo, beve, si droga, sempre convinto di essere padrone di se stesso anche quando è ‘fuori come un balcone’. Dexter si sposa, ha una figlia, ma il matrimonio non funziona.
    Ho detto che questo è un romanzo d’amore, perciò è chiaro- ce lo aspettiamo fin dall’inizio- che, ad un certo punto, Emma e Dexter diventano veramente una coppia. Non aspettatevi un finale rosa, però: Nicholls non è uno scrittore convenzionale o banale neppure in questo. Intanto, però, nei lunghi capitoli che iniziano tutti con la stessa data del mese, un anno dopo l’altro, scorre sul fondo anche la storia della Gran Bretagna, con i cambiamenti sociali e di costume, i coinvolgimenti politici, le guerre lontane.

    Giocando sulle parole, “Un giorno” si legge in un giorno: non perché sia un romanzo breve (quasi 500 pagine), ma perché siamo curiosi di sapere di Emma e di Dexter di anno in anno, nel rituale appuntamento di quel giorno, St.Swithin’s Day, il 15 di luglio (il detto inglese è che, come ci ricorda Emma, se piove a St.Swithin, piove per 40 giorni), perché la lettura è così piacevole, così scintillante nel mescolare sapientemente risa e lacrime e momenti di gravità, che non riusciamo ad interromperla. 

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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