martedì 28 giugno 2016

Simonetta Agnello Hornby, “Boccamurata” ed. 2007

                                                                Casa Nostra. Qui Italia
       romanzo 'romanzo'
       il libro ritrovato

Simonetta Agnello Hornby, “Boccamurata”
Ed. Feltrinelli, pagg. 270, Euro 15,00  



    Tito non aveva sonno. Mariola si era riaddormentata subito, ma era irrequieta; il suo respiro regolare, intercalato da leggeri sospiri, anziché irritarlo lo confortava: non era solo. Ora Tito pensava a se stesso. Che ruolo aveva avuto lui, nell’amore tra suo padre e sua madre? Si chiedeva. Era stanco di tormentare la memoria dolorante. Ma doveva, bisognava.

      Che espressione vivida, “boccamurata sono!”, per indicare una promessa di silenzio invincibile, a difendere un segreto che tale deve restare. Per il bene di tutti, anche se a volte il bene di uno può sembrare il male dell’altro. E’ la storia di un segreto il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby, “Boccamurata”, in cui il personaggio principale è un uomo, a differenza dei due romanzi precedenti, “La mennulara” e “La zia marchesa”, di cui questo si presenta come il conclusivo di un’ideale trilogia siciliana. Ma è veramente Tito il protagonista?

    Certamente lo è all’inizio, nel capitolo intitolato “Il compleanno di un pater familias soddisfatto” (e apprezziamo l’uso, che sembra essersi perso per lo più, di dare ad ogni capitolo un titolo che lo scolpisce, anticipandone il soggetto): un uomo sulla sessantina, circondato dalla moglie, dalle due figlie e dal figlio, dai generi, dalla nuora e dai cinque nipotini, padrone di un pastificio la cui conduzione è ora affidata al figlio, residente in una villa con giardino, proprietà avita della famiglia. C’è anche una zia, a cui Tito è devoto, una donna anziana ma dall’intelletto ancora acuto e vivace con la quale Tito si consulta giornalmente per gli affari del pastificio, o anche per confidarle i problemi famigliari. E la zia Rachele acquista lentamente una posizione di rilievo all’interno del romanzo, fino a diventare lei stessa la protagonista. Lei e la storia che nasconde, rivelata dalla penna abile della Agnello Hornby in flashback con le parole delle lettere che Rachele aveva scritto all’amica del collegio e  che molto opportunamente il figlio di questa restituisce a Tito, approfittando di un viaggio in Sicilia, ampliando poi questi ricordi di carta con altre scene che sembrano passare nella mente di Rachele stessa. E Rachele si aggiunge alle altre due donne straordinarie dei romanzi precedenti, donne ardite e passionali, intelligenti e sensibili. Che sanno amare. Indimenticabili.
   Perché l’amore è uno dei due leit motiv del romanzo, amore coniugale con diverse facce (bello l’affetto pacato, riscoperto come amore, tra Tito e la moglie, burrascoso quello di una delle figlie, opaco quello dell’altra, “sappi che l’amai immensamente”- aveva detto il padre a Tito, riferendosi alla madre di questi), amore fraterno e incestuoso, amore omosessuale con apertura all’altro sesso, desiderio fisico del corpo. E il personaggio della badante rumena concupita da Tito introduce bene l’altro filo conduttore, quello dei rapporti genitori-figli (Dana ha lasciato il figlio bambino in Romania per venire a lavorare in Italia; gelosie serpeggiano tra i tre figli di Tito) e di che cosa voglia dire crescere senza uno dei genitori, non conoscendone l’identità: chi era la madre di Tito? Chi era il padre del visitatore, il figlio dell’amica di zia Rachele? Sarà questo il segreto finalmente svelato.

    Sullo sfondo una Sicilia moderna della ricca e colta alta borghesia illuminata, profumo di zagare e niente mafia, pochissimo dialetto e, al suo posto, suggestioni di altri paesi da personaggi che hanno viaggiato e conoscono altri mondi. E tuttavia ci sembra meno incisivo, questo terzo romanzo della pur brava Agnello Hornby, un poco dispersivo con i molti personaggi la cui presenza pare a volte forzata. Certamente migliore la seconda parte, densa e sofferta.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it



                                                             

Nessun commento:

Posta un commento