sabato 25 giugno 2016

Angela Carter, “Figlie sagge” ed. 2016

                               Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
     FRESCO DI LETTURA



Angela Carter, “Figlie sagge” 
Ed. Fazi, trad. R. Bernascone e C. Iuli, pagg. 257, Euro 15,30

  Questo è un romanzo deliziosamente folle. Una commedia con una tinteggiatura tragica. Una rivisitazione di commedie e tragedie scespiriane, con un personaggio ‘larger than life’, come si direbbe in inglese, eccessivo, che porta sulle scene le opere del Bardo. Una giocosa riflessione sul tema della gemellarità, del doppio, dell’identità, dell’eredità genetica, del figlio bastardo. Sulla presenza, o soprattutto sull’assenza, del padre. Amleto, Re Lear, Riccardo III- sono solo tre dei modelli scespiriani. E se (come chiede un attore di varietà nel romanzo), ‘non fosse lui il padre?’. Quante sofferenze risparmiate, quanti esiti diversi. Mentre Dora Chance ci racconta la storia della famiglia Hazard, sullo sfondo scorre un secolo di Storia, con due guerre mondiali, insieme anche ad una storia bastarda, quella dello spettacolo, con i riflettori che si spostano dall’Inghilterra a Hollywood, sul palcoscenico del grande teatro e su quello del vaudeville e del cinema (non sono entrambi, questi due, figli bastardi del grande teatro?).

    Dora Chance incomincia a raccontare il giorno in cui lei e la sorella gemella Nora compiono 75 anni- è il 23 di aprile, data di nascita  (per convenzione) di William Shakespeare, data di nascita del padre che non le ha mai riconosciute, Melchior Hazard, il più grande interprete delle opere di Shakespeare, che, nello stesso giorno compie 100 anni. E infatti il libro culmina nella grandiosa festa di compleanno di Melchior abbigliato come Shakespeare in un famoso quadro. La storia della famiglia Hazard (osservate i cognomi, diversi eppure con significati che si sfiorano, caso o possibilità e rischio) incomincia però da molto più lontano, dalla coppia di attori nonni di Dora e Nora, lui molto più anziano di Estella dai capelli rossi e dal nome dickensiano. Recitavano “Othello” quando Estella aveva tradito il marito con l’attore che interpretava Cassio (con chi, altrimenti?) e aveva fatto la fine di Desdemona.
Di chi erano figli i gemelli Melchior e Peregrine? E comunque sono solo i primi di una serie di coppie di gemelli- Dora e Nora (di certo figlie di Melchior e di una camerierina che era morta di parto), Saskia e Imogen (hanno i capelli di fiamma, potrebbero essere figlie di Peregrine, il gigante gemello di Melchior dai capelli rossi), Tristram e Gareth (la madre è la seconda moglie di Melchior, ma il padre?), e due gemellini figli di Gareth e di chissà chi che Peregrine tira fuori dalle tasche, come fossero le colombe o i pappagalli dei suoi giochi di prestigio. Perché, mentre Melchior calca le scene, tronfio dei suoi successi, Peregrine fa mille cose, si stanca presto di tutto. Prestigiatore, cacciatore di farfalle, magnate del petrolio. Ha un pregio enorme, però: lui c’è sempre per le due gemelle Dora e Nora, cresciute da una Nonna che era semplicemente padrona della casa dove la loro madre faceva la cameriera.

      Il racconto di Dora è tutto uno scoppiettio di fuochi di artificio. Dora non si piange addosso quando racconta delle gemelline che giocavano nude in giardino e poi della scoperta, a sette anni, della danza e della musica. Lei e Nora avevano calcato le scene da quando avevano tredici anni- ricordi di vestiti, di spettacoli, di primi amori, di sesso, di una carriera luccicante di lustrini. E ogni tanto faceva la sua comparsa lo zio Peregrine, pieno di regali e sorprese per loro. I tempi si mescolano, Nonna è ormai morta da tempo, Dora e Nora vivono in mezzo al ciarpame e però si sono accollate la cura della prima moglie di Melchior che loro chiamano Wheelchair (il perché è ovvio, è seduta su una sedia a rotelle per un incidente di cui verremo a sapere), lo zio non si vede da un’eternità (sarà morto?), le sorellastre erano (negli episodi dei ricordi del passato) e sono come le streghe di “Macbeth” (una di loro ha recitato in quella parte), di Gareth non si sa nulla e quanto al suo gemello Tristram- be’, lui perpetua la tradizione di famiglia, di mettere una ragazza incinta e scomparire.
    Sembra di essere al circo, piuttosto che su un palcoscenico di teatro, leggendo “Figlie sagge” (il titolo originale però è Wise Children, a comprendere figli maschi e femmine). C’è una miriade di personaggi che sembrano fare l’apparizione in scena tra rullare di tamburi per poi scomparire dietro le tende, dopo aver fatto i loro giochi di prestigio, vestiti in maniera appariscente. Anche se ogni tanto possiamo sentirci stanchi per un eccesso di vivacità, questo è un libro bizzarro e divertente, leggero ma profondo.


   
     



Nessun commento:

Posta un commento