lunedì 5 febbraio 2024

Uwe Neumahr, “Il castello degli scrittori. Norimberga 1946. Cronache dall’abisso.” ed. 2023

                                    Voci da mondi diversi. Area germanica

seconda guerra mondiale

Uwe Neumahr, “Il castello degli scrittori. Norimberga 1946. Cronache dall’abisso.

Ed. Marsilio, Trad. Silvia Savojni e Giovanna Targia, pagg. 293, Euro 22,00

 

    27 gennaio 1945. Le truppe sovietiche aprono i cancelli di Auschwitz e scoprono l’orrore.

   30 aprile 1945. Hitler si suicida nel bunker di Berlino, insieme a Eva Braun.

   8 maggio 1945. La Germania firma la resa incondizionata.

   20 novembre 1945. Inizia a Norimberga il processo a 24 esponenti del regime hitleriano accusati di crimini di guerra contro l’umanità. Quattro le nazioni giudicanti- Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia.

La scelta del luogo in cui si sarebbe tenuto il processo era caduta su Norimberga perché questa si trovava nella giurisdizione statunitense, perché il palazzo di giustizia era intatto e, annessa, c’era una prigione.

    L’interessantissimo libro-saggio di Uwe Neumahr “Il castello degli scrittori” ci porta a Norimberga nel novembre 1945, quella che era la deliziosa città dei giocattoli prima della guerra, diventata la roboante città pavesata di bandiere rosse con la croce uncinata dove si svolgevano i mega-raduni del partito nazista, ed ora una distesa di macerie tra cui si aggirava una folla di spettri cenciosi e affamati che aveva perso tutto, anche la propria coscienza, anche la capacità di riconoscere la responsabilità che avevano nella distruzione di un mondo.


    I Faber- Castell erano stati i cittadini più in vista, produttori delle famose matite che comparivano nello stemma di famiglia al posto delle lance impugnate da due cavalieri.

Nel castello dei FaberCastell furono alloggiati gli scrittori e i giornalisti che avrebbero ‘coperto’ il processo con i loro articoli.

    È da questa singolare angolazione che noi lettori seguiamo il processo, con un occhio sul banco degli imputati- quelli più noti come Göring (si suiciderà dopo aver saputo della condanna a morte), Hess, von Schirach, a quelli meno noti come Ohlendorf che partecipò ai massacri delle Einsatzgruppen- e l’altro occhio sulle stanze e le vite nel castello.

   Nessuno dei nomi più noti del mondo della cultura e del giornalismo mancava - William Shirer (diventerà famoso con “La storia del terzo Reich”), Kästner, Hemingway, Dos Passos e, tra le donne, Martha Gelhorn (sposerà Hemingway da cui in seguito divorzierà), Rebecca West, Erika Mann.


I capitoli del libro puntano l’obiettivo sui vari partecipanti, su come scrissero del processo, sul sensazionalismo di alcuni loro articoli, sull’impatto che quello che appresero ebbe sulle loro vite, ma anche su rivalità e gelosie, sul contrasto tra Vecchia Europa e Nuovo Mondo.

Soprattutto- e qui si fanno interpreti del sentire comune- scrittori e giornalisti si fanno domande su responsabilità e colpa, su quale atteggiamento sia equo tenere nei confronti dell’intero popolo tedesco ormai inviso a tutti: era come se nessuno al mondo volesse avere più niente a che fare con i tedeschi e la Germania, fatta eccezione per alcuni, come Golo Mann.

  Un libro appassionante, una visione insolita degli eventi che hanno segnato per sempre la storia d’Europa nel secolo passato.




 

 

 

 

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