lunedì 12 febbraio 2024

Graham Greene, “Fine di una storia” ed. 2024

                       Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

                                                         un classico


Graham Greene, “Fine di una storia”

Ed. Sellerio, pagg. 376, Euro 15,88

    La casa editrice Sellerio procede nella pregevole iniziativa di ripubblicare l’opera di Graham Greene, uno dei più grandi scrittori inglesi del ‘900, convertitosi al cattolicesimo nel 1926 dopo aver conosciuto la donna che doveva diventare sua moglie. In seguito Greene parlerà di se stesso come di un ‘cattolico agnostico’. È un dettaglio significativo della sua vita, perché in molti suo romanzi la dimensione spirituale del divino, o la fede, gioca un ruolo importante, dando spesso adito a riflessioni che non hanno mai una sola soluzione.

   “La fine di una storia” fu pubblicato (e molto discusso) nel 1951 quando la Gran Bretagna portava ancora le cicatrici dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. È un libro che avevo già letto e molto amato, sono andata a riprendere la mia copia ingiallita, nell’edizione Penguin. Allora, in un passato ormai lontano, scrivevo nella prima pagina la data in cui avevo acquistato e letto il libro- 1963. Mi è venuta una vertigine, affacciandomi sul pozzo del tempo. L’ho riletto. E il mio amore per questo libro perdura, così come l’ammirazione per una raffinatezza linguistica, per una ricchezza di un vocabolario pieno di sfumature che oggi sono diventate rare.


    La storia di per sé potrebbe essere banale- che cosa c’è di più banale di un triangolo amoroso, marito-moglie-amante? Soprattutto quando la moglie (Sarah) è bella, il marito (Henry) è un noioso e prevedibile funzionario, e l’amante (Maurice Bendrix, chiamato per lo più con il cognome) ha il fascino aggiunto di essere uno scrittore famoso. Eppure Graham Greene riesce a trasformare questa storia, “di odio più che d’amore” (come dice la voce narrante di Bendrix all’inizio), in qualcosa di unico e di diverso.

    Sarah e Bendrix sono stati amanti per quattro anni, alle spalle di Henry, un amore pieno, totale, ossessivo, che li isola dal mondo. Cadono le bombe su Londra, ma il mondo esterno non esiste per loro. Finché, nel giugno del 1944, dopo un pesante attacco di V1 in cui anche la casa in cui si trovano viene colpita, tutto finisce, Sarah rifiuta di vederlo, l’amore di lui diventa odio, verso di lei, verso Henry, verso se stesso. Sopravviene la gelosia che, due anni dopo, spinge Bendrix ad assumere un investigatore privato (una meschina figura sull’orlo del ridicolo), convinto che Sarah abbia un’altra storia. C’è qualcosa di paradossale e di surreale in un amante abbandonato che diventa amico del marito e si mette sulle tracce di un nuovo amante della donna che lui ha amato. Sarà il diario di Sarah a rivelare a chi si rivolge ora il suo amore- anche se Bendrix fatica a capire chi sia quel ‘TU’ con cui Sarah discute, oggetto di amore e odio. Da quelle pagine sembra che Sarah ami ancora lui, Bendrix, che vorrebbe tornare indietro rimangiandosi la promessa fatta in un momento di disperazione. Perché- è valida una promessa fatta a chi non si crede neppure che esista?


    Il tormento della donna che traspare nel diario, quello di Henry per cui perfino Bendrix finisce per provare compassione (è proprio del marito l’amore più generoso), quello di Bendrix che, in un finale che ci sorprende, cerca una maniera di vendicarsi di lei che lo ha lasciato e di quel TU che l’ha attirata a sé- tutto questo in pagine di fine analisi di interiorità che non cessano mai di interrogarsi.

    Un classico che resiste al tempo. Da leggere o da rileggere.

    Dal libro è stato tratto un film nel 1999, con Ralph Fiennes e Julianne Moore, regia di Neil Jordan.



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