sabato 10 gennaio 2015

Bao Ninh, “The sorrow of war”

                                                               Voci da mondi diversi. Asia
     guerra del Vietnam
     FRESCO DI LETTURA

Bao Ninh, “The sorrow of war”
Ed. Vintage, pagg. 240, Euro 9,33. Formato e-book Euro 7,11

     Il dolore della guerra- le parole che compongono il titolo del libro di Bao Ninh sono il leit motiv che scorre lungo tutte le pagine del romanzo, sono come un’ossessione, un pianto accorato, un incubo da cui non ci si risveglierà mai.
    Kien aveva diciassette anni quando si era arruolato nel 1965. Come avesse potuto sopravvivere, quando tutti i suoi compagni erano morti, non lo sapeva neppure lui. Come, fino al 30 agosto 1975, giorno della caduta di Saigon, la morte avesse oltrepassato lui con lo sguardo per colpire l’amico sul carro armato a fianco del suo- Kien non lo sapeva. La morte aveva iniziato a disdegnarlo il giorno stesso della sua partenza per la guerra: Kien aveva due ore di permesso in libera uscita, a Hanoi, prima dell’appuntamento in stazione per prendere il treno speciale che avrebbe portato i soldati al Sud. Era andato a salutare la sua ragazza, Phuong. C’era stato un allarme aereo, la città si era fermata. E Kien aveva perso il treno. Era preoccupato di essere dichiarato disertore prima ancora di aver iniziato la guerra, ma dapprima era sembrato un divertimento, cercare con ogni mezzo possibile di raggiungere il treno insieme a Phuong che voleva stare con lui il più a lungo possibile. Per Kien era stata una fortuna- il treno su cui sarebbe dovuto essere era stato bombardato, erano morti tutti, anche se lui avesse veramente disertato, nessuno se ne sarebbe accorto. Per Phuong era stato un dramma, lo scontro brutale con la crudeltà e la disumanità della guerra, la fine dell’adolescenza, la violazione della sua femminilità.

    Nel momento in cui scrive Kien ha quasi quarant’anni, è tornato a vivere a Hanoi, i suoi genitori sono morti, Phuong gli ha detto di dimenticarla- si prostituisce per vivere. Kien beve fino a ubriacarsi. E scrive. Scrive per non dimenticare. Per far rivivere i morti. Per dare un senso alla guerra. I ricordi vengono alla rinfusa, ragazzi della cui morte ha già raccontato ritornano a vivere in pagine più avanti, la mente va sempre più indietro, passa veloce sul passato felice di ‘prima’, dei giorni di scuola e dell’amore scoperto con Phuong per indugiare sul tremendo viaggio del 5 agosto 1965 quando lui pensava che il sangue che scorreva tra le gambe di Phuong fosse dovuto a una ferita. Kien non scrive solo dei suoi ricordi, ma anche di quelli di altri veterani che incontra nei bar. Ognuno ha la sua storia di dolore (il guidatore di carri armati va fuori di sé quando gli capita di guidare su terreno morbido, le sue mani sul volante provano ancora la sensazione indescrivibile data dai cingoli che maciullavano corpi umani), ognuno aggiunge un frammento di orrore, voci umane si mescolano alle voci confuse che si alzano dalla Giungla delle Anime Urlanti: ‘le ferite guariscono col tempo. Ma le cicatrici psicologiche della guerra rimarranno per sempre.’ E’ una generazione perduta, la sua- riflette Kien. Perduta perché i morti non si contano, perduta perché ha perso gli anni della giovinezza, perché ha perso anche il futuro, oltre alla capacità di vedere la bellezza: Hanoi, così amata, è ingrigita, non è più il luogo dell’età dell’innocenza.


   Bao Ninh usa un pretesto narrativo classico per scrivere le sue memorie di guerra. Dice di aver ricevuto il manoscritto di Kien dalla ragazza sordomuta che abita accanto a Kien: i dolori della guerra sono stati salvati da chi non ha voce per raccontare e tocca ora allo scrittore Bao Ninh cercare di dare un ordine ai fogli sparsi con quelle storie messe giù alla rinfusa. Il risultato è un libro molto bello, grondante dolore e disperazione, a tratti straziante, uno dei pochi, anzi pochissimi, sulla guerra del Vietnam scritti da un vietnamita. Infatti lo si trova in vendita nel Museo della Storia di Saigon dove c’è una delle esposizioni più impressionanti, toccanti, indimenticabili tra quelle in vista nei musei.


2 commenti:

  1. Grazie per l’ottima recensione. Ho letto il libro nel 1994. A tutt’ora non mi risulta sia stato tradotto in italiano. Segnalerò la sua recensione a Eva Clemente che tratta i viaggi in Vietnam presso l’organizzazione Viaggi Solidali http://www.viaggisolidali.it/

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  2. Grazie per l’ottima recensione. Ho letto il libro nel 1994. A tutt’ora non mi risulta sia stato tradotto in italiano. Segnalerò la sua recensione a Eva Clemente che tratta i viaggi in Vietnam presso l’organizzazione Viaggi Solidali http://www.viaggisolidali.it/

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