domenica 26 settembre 2021

Miron Białoszewski, “Memorie dell’insurrezione di Varsavia” ed. 2021

                                         Voci da mondi diversi. Polonia

                                         seconda guerra mondiale


Miron Białoszewski, “Memorie dell’insurrezione di Varsavia”

Ed. Adelphi, trad. Luca Bernardini, pagg. 321, Euro 22,00

     Sua madre lo aveva mandato a prendere il pane, quel primo agosto 1944. Quando, al ritorno, aveva trovato radunata una piccola folla che raccontava di due tedeschi ammazzati in via Ogrodowa, il primo pensiero di Miron Białoszewski era stato che non era passato per dove sarebbe dovuto- come a dire che si era perso le spettacolo. Perché a Miron ventiduenne vivere la Storia in prima persona sembra un’avventura esaltante.

    Il primo settembre di cinque anni prima i tedeschi avevano invaso la Polonia e adesso erano ancora lì, mentre l’Armata Rossa avanzava da Oriente. L’insurrezione di Varsavia, organizzata dal movimento di resistenza

Nazionalista, era destinata a fallire, se non altro per la disparità delle forze in campo, con i carri armati Tigre ‘grossi come case’ che circolavano per le strade della città abbattendo le barricate improvvisate. Fu una catastrofe. Sessantatre giorni dopo il numero degli insorti uccisi era 25.000 e 200.000 le vittime civili. L’intera Varsavia era un cumulo di macerie.


    Ci vorranno ventitre anni perché Miron Białoszewski riesca a mettere per iscritto queste memorie, per ritrovare la voce del ragazzo che era stato, per raccontare quei giorni come li aveva vissuti, con l’incoscienza e l’ardore della gioventù. Perché è una voce giovane quella che esce da queste pagine e la parola scritta riproduce quella parlata, spesso è onomatopeica, spesso è coniata dal nulla e sempre il tono è concitato perché il tempo preme, la morte può essere in agguato con la prossima bomba, con il prossimo crollo, con la prossima granata, con il prossimo proiettile di uno dei cecchini appostati sui tetti. Una mappa in chiusura del libro ci aiuta a seguire gli spostamenti di Miron, dei suoi amici, della sua famiglia, mentre un edificio dopo l’altro è inagibile. Hanno imparato a contare dal sibilo della bomba all’esplosione, così come hanno imparato il numero dei piani attraverso cui una bomba può passare. Si rifugiano nelle cantine, gente ammassata che riesce a mantenere una certa umanità nella drammaticità del momento. Iniziano a scarseggiare i viveri, è impossibile curare i feriti. Quando viene deciso di passare in un’altra area della città attraverso le fogne, Miron si offre per portare a spalle un ferito grave che continua a gemere per il dolore e per la sete.


   La mattina del 2 ottobre tacque tutto, completamente. E questa volta per sempre. Capitolazione. Fine dell’insurrezione. Proclamata. Da oggi tutti via. Per il 9 ottobre doveva essere tutto sgombro. L’intera città.” E si apre l’ultimo capitolo del dramma di Varsavia, la deportazione della popolazione in grado di lavorare che viene diretta ai lavori forzati nel Reich, gli altri all’interno del Governatorato generale. Seguono le incertezze, i dubbi- non sarebbe meglio restare e nascondersi tra le macerie? Poi il treno, l’arrivo al campo, ad un certo punto la fuga. “Varsavia la rividi nel febbraio 1945”.

    Il diario-memorie di Miron Białoszewski è apparso nel 1970 e lo scrittore, uno dei grandi poeti polacchi del secolo scorso, è morto di uno scompenso cardiaco nel 1983. Nel risvolto di copertina della prima edizione lo scrittore affermava che non c’era alcuna ‘insufficienza’ nella realtà che giustificasse l’invenzione ‘di ciò che non era stato’- non abbiamo dubbi che non ci sia alcunché di inventato in questo libro assolutamente necessario che ci colpisce per i fatti che racconta e per il linguaggio che sembra essere stato esso stesso colpito da un bombardamento.

  Un’ottima postfazione del traduttore Luca Bernardini chiude le “Memorie dell’insurrezione di Varsavia” e un glossario dei luoghi ci traduce la toponomastica.  

Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook



Nessun commento:

Posta un commento