Casa Nostra. Qui Italia
Donatella Di Pietrantonio, “Borgo Sud”
Ed. Einaudi, pagg. 160, Euro 18,00
Il ricordo della festa per la laurea del
suo fidanzato, all’inizio. Un ricordo felice- lei vestita di bianco, quasi
stesse per sposarsi, il brindisi di Piero, la sorella Adriana che sparecchiava
di fretta per la pioggia improvvisa su quella tavolata all’aperto. Si erano
messi al riparo sotto una tettoia, un pezzo di grondaia era caduto, un rivolo
di sangue aveva macchiato il suo vestito. Un presagio, avrebbe poi detto
Adriana.
L’io narrante- la stessa voce de “L’arminuta”- sta viaggiando di ritorno a Pescara da Grenoble dove insegna all’università. L’ha raggiunta una telefonata, lei non ci dice che cosa è successo e perché una morsa le stringe il cuore. Noi non sappiamo niente, possiamo solo immaginare e fare supposizioni durante il suo avvicinamento a Pescara e all’ospedale, mentre la ridda di ricordi ricostruisce il passato.
Adriana era riapparsa all’improvviso nella
sua vita, bussando prima dell’alba alla porta della sua casa. Aveva un bambino
in braccio. Era spaventata, stava scappando da qualcuno. Sempre la stessa,
Adriana. Quella che l’aveva accolta adorante quando lei dodicenne era stata
‘restituita’ ai genitori naturali. Quella il cui affetto le aveva permesso di
superare il trauma del rifiuto, del cambiamento di ambiente, di una madre che
le era estranea. Adriana, disordinata e irresponsabile, ha una forza vitale che
travolge tutto. Adriana che non ha studiato ha una sensibilità quasi
animalesca- lei che ha un rapporto così difficile con il pescatore che ha amato
fin da quando era una ragazzina, ‘fiuta’ quello che non va in Piero, lo stimato
dentista che ora è il marito della sorella, l’io narrante.
E allora, in questa lunga notte di ricordi, sono due le storie d’amore che si alternano e che vengono raccontate ed è difficile dire quale sia la più infelice, se quella della narratrice che inizia colorata di rosa e con una sorta di stupore per essere la prescelta di un uomo che appartiene ad una famiglia di un altro stato sociale o quella di Adriana che, ancora ragazzina, scopre l’amore con il pescatore che sembra un dio marino. E’ Piero che apre gli occhi all’ingenua narratrice che non ha voluto capire ritardi e assenze e che si trova ad affrontare una verità impensabile, mentre Adriana è sempre stata consapevole della sua scelta, tra alti e bassi, tra periodi di lontananza e altri di grande solidarietà. Perché c’era un fuoco che ardeva tra Adriana e Rafael e lei era incapace di stargli lontano, anche quando lui era ormai un rottame. E sapeva essere violento.
Che cosa era successo, quella mattina di
vento mentre Adriana stendeva i panni? E che cosa prova la narratrice per l’ex
marito che vuole aiutarla in questi momenti difficili? E il ragazzo Vincenzo,
che porta il nome dello zio morto troppo presto e che ha un fardello troppo
pesante per la sua età?
Senza sbavature, senza sentimentalismi,
sullo sfondo di una pacifica Grenoble e del quartiere marinaro di Pescara, con
una protagonista dalla vitalità indimenticabile, un libro di emozioni, di
sentimenti, di volontà di uscire dal proprio ambiente, di difficoltà affrontate
e superate con l’aiuto di forti legami famigliari.
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