Voci da mondi diversi. Islanda
warning novel
Andri Snaer Magnason, “Il tempo e l’acqua”
Ed. Iperborea, trad. S. Cosimini, pagg. 333, Euro 19,50
È un libro singolare, “Il tempo e l’acqua” dello scrittore islandese Andri Magnason. Non è un romanzo, non è un saggio, non è una storia di famiglia, ma ha un poco di tutti questi generi ed è la caratteristica che lo rende così piacevole. Perché è così: se fosse soltanto un grido di allarme, una raccolta di dati per provare la direzione in cui stiamo andando, condannando alla rovina le generazioni future con la scomparsa del mondo così come lo conosciamo, accantoneremmo il libro con un’alzata di spalle e ci dedicheremmo ad una lettura più leggera. E invece Magnason ha fatto la scelta giusta, le storie della sua famiglia e quella di altri incontri significativi- come quello con il Dalai Lama- sono inquadrate nella misura del Tempo, un’entità così soggettiva nonostante tutto, così difficile da misurare.
La riflessione sul tempo inizia da un angolo di visuale ristretto, quello della vita dello scrittore stesso. Nel corso degli anni Magnason è stato testimone del crollo di due grandi sistemi, del comunismo e delle banche nel 2008, la più grande bancarotta nella storia del capitalismo. Quello che ci minaccia adesso è un collasso ben più grande- quello del sistema Terra. L’errore madornale è stato, per tutto il XX secolo, dare per scontato che la natura fosse un giacimento inesauribile di materie prime a basso costo e pensare che l’atmosfera potesse assorbire emissioni, il mare inghiottire rifiuti, il suolo produrre all’infinito. Ci accorgiamo ora che non è così. E tuttavia il Tempo, che è trascorso finora con un ritmo tranquillo, ha avuto un’accelerazione nel XXI secolo- vale la pena di guardarsi indietro, di fermarsi a riflettere sul valore prezioso che acquistano i ricordi e le testimonianze del passato. Sembra incredibile, i filmati del 1956, la luna di miele dei nonni nel rifugio sul ghiacciaio, le loro foto, si collocano in un tempo perduto e lontano come quello a cui appartiene il vecchio manoscritto che guardiamo con rispetto in una biblioteca. E il desiderio di tramandare il vissuto di una generazione che ha fatto tantissimo partendo da zero nasce dalla necessità di salvaguardare le loro esistenze.
Andri Magnason vive in un paese in cui i
cambiamenti sono più evidenti, più tangibili che altrove. Perché una cosa è
osservare che le piogge fuori stagione sono diventate più abbondanti e più
violente, un’altra è constatare che un ghiacciaio si è talmente ritirato da
rendere impossibile avvicinarlo perché la zona antistante è un terreno di
fango. E a partire dal secolo XXI i ghiacciai islandesi si sono ritirati più
che nei cento anni precedenti. Viene da piangere: una volta i ghiacciai erano
simbolo di qualcosa di grande e di eterno, come il mare e le montagne. Adesso
dobbiamo constatare che quello che pensavamo fosse un immortale gigante bianco
è effimero come gli esseri umani. E dobbiamo affrontare le conseguenze di tutto
questo, l’innalzamento del livello delle acque, la scomparsa di interi tratti
di coste, di città, di patrimoni dell’umanità.
Anche la scomparsa delle specie animali- a cui solo i più attenti farebbero caso- viene evidenziata da Magnason intrecciando storie personali con quelle della fauna. Un suo cugino aveva avuto una passione per i coccodrilli sin da quando era un bambino ed era diventato uno strenuo difensore della specie. Come capacitarsi che ci sia stato un crollo del numero di esemplari del coccodrillo, che aveva una storia evolutiva di 200 milioni di anni? le cause sono intuibili, incluso il capriccio femminile per borse e calzature di pelle di coccodrillo.
Magnason non è soltanto una Cassandra che
prevede un futuro catastrofico. Tutt’altro. Si ferma anche a riflettere su che
cosa abbia significato l’imprevista e totale battuta di arresto della pandemia-
la salute di ogni individuo del pianeta è legata alla salute di ogni altro
individuo del pianeta e ‘la salute di tutti dipende a sua volta dalla salute
degli ecosistemi della Terra.’ Soprattutto apprezziamo che Magnason veda
chiaramente che una marcia indietro è piuttosto difficile e sproni allora verso
un’altra direzione- che ci sia uno sforzo individuale per rinunciare a qualcosa
e che, nello stesso tempo, si dedichino sforzi e investimenti e ricerche per,
ad esempio, impiegare sempre più energia solare, eolica e termica, per ridurre
gli sprechi, per tutelare i boschi e ripristinare le zone umide e delle foreste
pluviali, per ‘catturare’ CO2 e smaltirlo.
Un libro da leggere, perché prendere
coscienza di quello che sta accadendo è il dovere di ognuno. E non c’è modo più
piacevole di farlo che leggere “Il tempo e l’acqua”.
Lo scrittore sarà presente al festival della letteratura di Mantova
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