giovedì 2 aprile 2020

Carmen Korn, “Aria di novità” ed. 2020


                                  Voci da mondi diversi. Area germanica
                                                            saga

Carmen Korn, “Aria di novità”
Ed. Fazi, pagg, 467, Euro 20,00

   Tutto ha una fine. Anche le saghe- dobbiamo arrivare all’ultima pagina e dire addio ai loro protagonisti. Quelli della trilogia di Carmen Korn- “Figlie di una nuova era”, “E’ tempo di ricominciare” ed ora, ultimo uscito, “Aria di novità”- ci hanno portato lungo un intero secolo.
    Le quattro amiche, Ida, Käthe, Henny e Lina, tanno per compiere o hanno appena compiuto 70 anni all’inizio del nuovo romanzo- è il 1970. Gli anni della ricostruzione sono alle loro spalle, le figlie e i figli hanno preso la loro strada, presto arriveranno dei nipotini e anche dei bisnipoti. I compagni della loro vita sono sempre accanto a loro, anche Lina è sempre con Louise- gestiscono insieme la libreria ma Louise, purtroppo, è alcolizzata e rifiuta di andare in terapia. Anche Klaus, figlio di Henny, fa sempre coppia con il musicista Alex- sono queste le due coppie che sfidano i benpensanti, che provano che l’amore vero non è necessariamente soltanto quello tra uomo e donna.


     Aumenta il numero dei protagonisti, in questo ultimo romanzo, ed è giusto che sia così perché la famiglia di amici si allarga con il passare degli anni. A volte si fa un poco di fatica a ricordarsi chi è figlio di chi o chi è nipote di chi, ma la varietà dei personaggi è uno splendido pretesto per attribuire ad ognuno un ruolo nei grandi avvenimenti dell’ultimo trentennio del secolo scorso. La guerra del Vietnam, le drammatiche Olimpiadi di Monaco del 1972, il muro di Berlino (lo strazio dell’amore separato dal muro e poi il macchinoso tentativo- riuscito- di passare dal settore Est all’Ovest) e poi, anni dopo, l’entusiasmo travolgente della caduta del muro, gli attentati terroristici della banda Baader Meinhof (comprensibile il dolore dei genitori adottivi nello scoprire il coinvolgimento di Ruth), la scoperta dell’analisi del DNA (a chi importa veramente sapere chi sia il padre del figlio della bellissima Florentine, figlia di Ida e del marito cinese?), e poi l’epidemia di Aids, la pandemia degli anni ‘80 che potrebbe mettere in crisi l’unione di Alex e Klaus.
Non sono soltanto le cronache dei grandi avvenimenti che scorrono sullo sfondo e che si intessono con le vite dei personaggi del romanzo, c’è anche un accompagnamento musicale con le canzoni di quegli anni, ci sono i film o i libri pubblicati, c’è uno stile di vita che è andato in gran parte perso e di cui sentiamo la nostalgia.
E c’è un filo di malinconia come è giusto che ci sia quando qualcosa finisce. Ad uno ad uno i personaggi (quelli che abbiamo conosciuto per primi, naturalmente) abbandonano la scena. Dopo tutto hanno vissuto a lungo- la fine di Ida, che era così bella e brillante, ci rattrista, così come quella (tragica) di Louise, mentre gli altri terminano i loro giorni serenamente (piacerebbe a tutti morire così, c’è perfin troppo ottimismo nella buona sorte con cui abbandonano la vita).

    
       Se non tutti i personaggi sono ugualmente ben delineati, se troppo spesso li mettiamo a fuoco per quello che hanno fatto piuttosto che per il loro carattere, è però in questa sorta di ‘cinegiornale’ di fondo il gran merito del romanzo di Carmen Korn, nell’aver riportato alla memoria grandi e piccoli avvenimenti storici insieme ad altre pietre miliari degli anni ‘70, ‘80, ’90 (c’è anche un cenno alla guerra dei Balcani) prima di terminare con i brindisi al nuovo millennio.

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