martedì 14 aprile 2020

Peter May, “The firemaker” ed. 2012


                                  Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
cento sfumature di giallo
in altre lingue

Peter May, “The firemaker”
Ed. Riverrun, pagg 369, Euro 6,99 (formato kindle)

     Conoscevo la trilogia di Peter Lewis ambientata nell’isola di Lewis, motivi più o meno consci mi hanno spinto ad iniziare la lettura di “The firemaker” (acquistato tempo fa), un libro del suo filone cinese ambientato, per l’appunto, in Cina (le coincidenze non esistono). E alla paranoia riguardo al virus che sta mietendo vittime da ormai più di un mese, se n’è aggiunta un’altra.
      La dottoressa anatomopatologa americana Margaret Campbell ha accettato l’offerta di tenere un corso di sei settimane all’Università di Pechino. Sapremo più avanti i motivi che l’hanno spinta ad accettare, di certo non è stato l’interesse per la Cina. Perché Margaret Campbell arriva a Pechino senza essersi data la pena di leggere la documentazione informativa, senza sapere nulla sulla storia e sulla cultura del paese che la ospiterà. Diciamo subito che la sua totale ignoranza- perfino sulla Rivoluzione Culturale- appare scarsamente credibile in una persona con le sue qualifiche culturali. Se lo scrittore voleva rappresentare in lei lo stereotipo dell’americano ignorante e arrogante, c’è riuscito perfettamente- proviamo per lei la stessa antipatia e lo stesso leggero disprezzo dei cinesi che lei incontra. Primo fra tutti del poliziotto Li Yan- un incontro che è letteralmente uno scontro, perché l’auto su cui si trova Margaret urta la bicicletta di Li Yan facendolo cadere. Li Yan e Margaret sono destinati ad incontrarsi di nuovo in una vicenda che non dura neppure il tempo di una settimana: la stessa mattina dell’arrivo di Margaret Campbell un uomo si è dato fuoco nel parco della città. Non lontano da lui c’è il mozzicone di una sigaretta Marlboro. Altri due uomini vengono ritrovati morti, un piccolo spacciatore e un lavoratore itinerante. Altri due mozziconi di sigarette Marlboro accanto ai corpi. Una coincidenza? Impossibile con sigarette di marca americana. Una firma?

Forse, dopotutto, l’uomo ‘bruciato’ non si è suicidato- è grazie alla perizia della dottoressa americana, specializzata in casi come questo, che si scoprono molte cose riguardo a questa prima vittima, anche che aveva studiato negli Stati Uniti. E allora: le Marlboro sono un falso indizio?
      Il nocciolo della trama, su cui ovviamente non posso dire nulla tranne che ha a che fare con qualcosa di estremamente nocivo per la salute (anche se in apparenza innocuo), è interessantissimo e molto allarmante- segnala un pericolo che è già presente e a cui non facciamo caso, senza sapere la portata delle conseguenze.
E impariamo parecchio dalle spiegazioni che vengono date, in un momento tesissimo, in una notte che potrebbe essere magica al Tempio del Cielo, prima che inizi una fuga disperata dei due protagonisti, prima che l’amarezza di un tradimento si aggiunga al dolore per la morte di qualcuno molto vicino a Li Yan, qualcuno che ha pagato per lui.

     Quello che non convince, invece, in questo primo romanzo cinese di Peter May è l’ambientazione, accurata  e anche di un certo fascino, ma con paesaggi da cartolina- compresi i famosi hutong, i vicoli fiancheggiati dalle tradizionali abitazioni a corte-, la cultura che è piuttosto sbrigativamente spiegata negli ‘scontri’ verbali tra Margaret e Li Yan, e i personaggi stessi, costruiti su modelli stereotipati di opposti che si attraggono. Così da una parte la donna americana, con i riccioli biondi, la carnagione chiara cosparsa di lentiggini dorate e l’uomo cinese, scuro di capelli e con gli occhi a mandorla- non manca neppure il dettaglio che all’inizio Margaret lo abbia giudicato brutto (e il punto di vista del canone di bellezza occidentale è alquanto banale). Prevedibile e scontata, poi, è l’attrazione sempre più forte tra i due ‘nemici’, fino al fuoco della passione che divampa tra di loro (e perdonate il gioco di parole per un libro che si intitola “The firemaker”).

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