martedì 28 aprile 2020

Per Olov Enquist, “Il libro di Blanche e Marie” 2007

                                                         vento del Nord
                                                     biografia romanzata


Per Olov Enquist, “Il libro di Blanche e Marie”
Ed. Iperborea, trad. Katia De Marco, pagg. 242, Euro 15,00
Titolo originale: Boken om Blanche och Marie

  Una straniera, forse ebrea, che in questo caso nascondeva e negava la sua origine ebraica, e che forse in fondo era una persona colpevole nel campo morale quanto Dreyfus in quello militare!!! come avrebbe stabilitoin seguito un giornale, e colpevole come Dreyfus lo era sicuramente.

    C’è una fama ambigua che circonda la Salpêtrière, l’ospedale parigino fondato dal Re Sole e diventato la Casa dei Folli dopo la rivoluzione. Luogo di ricerca scientifica per i medici ma anche un inferno dantesco di gironi bui affollati all’incredibile (fino a seimila pazienti potevano esservi ricoverati allo stesso tempo), maleodoranti, risonanti di grida e di lamenti. Qualcosa dell’atmosfera di questo luogo traspare nel romanzo dello scrittore svedese Per Olov Enquist, “Il libro di Blanche e Marie”, perché una delle donne del titolo, Blanche, vi era stata internata per quasi vent’anni, diventando la paziente preferita del famoso Charcot che sperimentava su di lei i metodi terapeutici per curare quello che allora veniva chiamato “isterismo”, una malattia esclusivamente femminile secondo l’epoca. Era in un certo senso famosa, Blanche Wittman: Freud e Strindberg, Babinski e Sarah Bernard avevano presenziato a sedute di ipnosi in cui Blanche era la paziente; le sue fattezze ci sono rimaste nel quadro che appare in copertina. Blanche era bella, come lo era Marie, che è Marie Curie, la scienziata polacca insignita per due volte del premio Nobel, per la scoperta del radio e le ricerche sulla radioattività.
Blanche Wittman
    Per Olov Enquist traccia un ritratto appassionato di entrambe, tirandole fuori dall’ombra del passato, fuori anche dalle luci della storia fissata nei libri, di scienze e di medicina. Immagina un “libro delle domande” scritto da Blanche, storia di due donne, di due vite, di un’amicizia in apparenza improbabile. E la domanda di tutte le domande è quale sia il segreto dell’amore. Blanche (ridotta su un carrettino, solo tronco e un braccio perché gli altri arti colpiti dalle radiazioni le erano stati amputati) era stata amata da Charcot ed era stato l’amore la causa della morte di lui: ne era colpevole lei? E Marie, dopo due amori giovanili in Polonia, aveva sposato Pierre Curie e, anni dopo la sua morte, si era innamorata una quarta volta, di un altro scienziato, Paul Langevin che la amava in silenzio da tempo.
     Non è soltanto il ritratto di due donne straordinarie, per intelligenza e ardire e umanità, che Per Olov Enquist traccia in questo romanzo, ma anche quello di un tempo- il primo decennio del Novecento- in cui era arduo essere ammalati ed essere donna, essere innamorati ed essere donna, essere intelligenti ed essere donna.
Marie Curie
O forse era semplicemente difficile vivere per chiunque uscisse fuori dai canoni prestabiliti. Il quadro delle isteriche alla Salpêtrière e delle cure loro riservate è sconvolgente, lo è pure la reazione pubblica alla relazione tra Paul Langevin e Marie Curie: si parla della donna che ruba il marito di un’altra, dell’ebrea straniera che rovina una famiglia, si rifà il nome di Dreyfus, dalla Svezia Marie viene invitata a non presentarsi a ritirare il Nobel (e lei ci va ugualmente). Manca solo una lettera scarlatta appuntata sul suo petto. Di lui (che si tira indietro) si tace.
    Lo stile di Enquist è incalzante, spezzato, come sotto la furia del racconto che deve essere fatto prima che sia tardi. Forse un po’ troppo enfatico, come venato di isterismo. Ma si addice perfettamente al carattere delle due donne.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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