sabato 18 gennaio 2020

Antonio Manzini, “Ah l’amore l’amore” ed. 2020


                                                                   Casa Nostra. Qui Italia
                                                                   cento sfumature di giallo


Antonio Manzini, “Ah l’amore l’amore”
Ed. Sellerio, pagg. 334, Euro 15,00

      Sala operatoria dell’ospedale di Aosta. Ma no, non stanno operando Rocco Schiavone. Rocco Schiavone è già stato operato, gli hanno tolto un rene, trapassato da una pallottola. A Rocco è andata bene, si sta riprendendo. E invece il paziente sul tavolo operatorio, il ricco imprenditore Riccardo Sirchia (stesse iniziali di Rocco, che coincidenza), muore. Un caso di malsanità? La sacca del sangue per la trasfusione non era quella del suo gruppo sanguigno. Mentre incomincia il linciaggio mediatico del chirurgo, Rocco fiuta la possibilità di un omicidio. Il premio dell’assicurazione sulla vita di Riccardo Sirchia era altissimo: a chi poteva fare gola? E inoltre l’impresa stava attraversando un periodo difficile. Riccardo Sirchia lascia una vedova, un figlio adulto e un figlio illegittimo, un bambino.
    Si accendono di giallo i corridoi dell’ospedale, in questa nuova puntata della serie con Rocco Schiavone. Fuori scende una pioggia sottile, nell’aria una tristezza che ben si accompagna all’atmosfera dell’ospedale e all’umore di Rocco che ha cambiato le Clarks con le ciabatte ma è irascibile come sempre, intollerante con il poveraccio che condivide la stanza con lui, incurante degli ordini dei medici- si rifiuta di mangiare i pasti che gli porta l’infermiera, si nutre di caffè e panettoni che trova al bar, fuma di nascosto sulle scale anti-incendio. E poi, però, ha quei suoi momenti di tenerezza, quelli che ha già tirato fuori con Gabriele (il ragazzo che continua ad ospitare con la madre in casa sua), quelli che lo fanno diventare straordinariamente gentile e compassionevole con il vecchio generale che si è infilato nel suo letto per sbaglio, perché non c’è più con la testa. Sono i momenti alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Rocco, quelli in cui le sue asperità si smorzano e sembrano essere solo la sua barriera di difesa dal dolore. Perché Marina, la moglie morta, è ancora lì che gli parla, perché la notizia che c’è un acquirente per la casa di Roma lo rabbuia, perché dimenticare è impossibile.

    Rocco è sicuro che qualcuno abbia cambiato le etichette sulle sacche del sangue e le ricerche seguono il filo rosso dei meandri dell’ospedale, vagliano le riprese delle telecamere interne- è un mystery insolito, questo, con un’indagine così circoscritta. Ed è insolito perché- sono l’aria festiva di fine anno, ‘anno nuovo, vita nuova’, che alimentano le varie storie d’amore che contrastano con l’umore nero di Rocco e la malattia e la morte nell’ospedale? “Ah l’amore l’amore”- ci sono ben tre storie d’amore nel romanzo, e più diverse di così l’una dall’altra non sarebbe possibile. 
Quella di Antonio Scipioni (nominato vicecommissario in attesa che Rocco torni in servizio) è una storia da commedia buffa, con un girotondo di ben tre donne e per di più imparentate tra di loro; quella del buon pugliese Casella, così goffo e timido e impacciato, è come lui e ispira tenerezza;  anche quella del nostro Rocco, infine, è come lui, selvaggia e sfrenata.

   La trama ‘gialla’ di “Ah l’amore, l’amore” è un poco esile ma buona e convincente,  mentre il finale di sesso e sentimento non mi è parso adeguato al romanzo, anche se percorso da una comicità e da un filo di ironia che lo salvano dagli eccessi. E però leggere un romanzo di Antonio Manzini assicura sempre momenti di piacevole distrazione.

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