domenica 26 marzo 2023

Ian McEwan, “Lezioni” ed. 2023

                     Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda



Ian McEwan, “Lezioni”

Ed. Einaudi, trad. Susanna Basso, pagg. 576, Euro 23,00

 

   Non è facile parlare di un libro molto lungo, che copre l’arco di una settantina d’anni, con un protagonista e tanti altri personaggi- tanti da far sì che si potrebbe dire che ci sono almeno altri tre o quattro romanzi dentro “Lezioni”. A volte questi altri romanzi, che contengono le storie di altre vite, si svolgono parallelamente a quello principale, a volte sono presentati come flash-back, abbandonati e poi ripresi. L’impressione finale è che ci sia troppo dentro quest’ultima opera di Ian McEwan. Che ci sia troppo e di tutto, come se l’autore non avesse voluto lasciare niente fuori, non solo gli avvenimenti storici del secolo scorso e di quello attuale (compresa la pandemia), ma anche i sentimenti e i rapporti umani- dall’abuso sessuale all’adulterio, dal matrimonio in cui entrano in gioco disequilibri di forza all’unione gay, da figli dati in adozione (era successo al fratello ‘ritrovato’ dello stesso McEwan) a figli cresciuti da un genitore single. Per non dire delle malattie e delle morti, per Alzheimer, per cancro, per infarto…

    Roland Baines deve il suo nome al contadino francese che aveva salvato suo padre ferito durante la seconda guerra mondiale e il romanzo inizia nel 1986, quando un mattino si sveglia per scoprire che la moglie se ne è andata, lasciandolo da solo con un bambino di sette mesi. Questo è il capovolgimento totale della tipica situazione in cui è l’uomo a scomparire dalla scena. Alissa, la moglie, ha lasciato un biglietto- ama sia lui, Roland, sia il bambino Lawrence, ma sta vivendo una vita non sua, lei deve seguire le sue ambizioni per non finire come sua madre. La storia di Alissa, figlia di un’inglese e di un tedesco che aveva marginalmente preso parte al movimento della Rosa Bianca, potrebbe essere uno di quegli altri romanzi a sé, così come la storia di sua madre, anche lei aspirante scrittrice, che era arrivata in Germania nel 1946 per intervistare qualche superstite della Rosa Bianca.


   A 11 anni Roland aveva lasciato Tripoli, dove era di stanza suo padre, per frequentare la scuola in un collegio in Inghilterra. E qui la sua vita si era bloccata- a undici anni era stato molestato dalla fascinosa insegnante di musica. Era un bambino. Non aveva capito. Aveva capito abbastanza da non incontrarla più. Poi- c’era stata l’esplosione di Chernobyl, la paura di morire all’improvviso, senza ‘averlo fatto’, come si diceva nel dormitorio- il quattordicenne Roland era andato d’impeto a casa di lei e tutto era iniziato. Era diventato il suo schiavo del sesso, lasciando andare a rotoli la scuola. Lei lo teneva letteralmente prigioniero, in quell’ultima vacanza, dopo avergli sequestrato i vestiti. Voleva sposarlo in Scozia. E lui era fuggito.


     Non c’è niente di nuovo nella vicenda del ragazzino sedotto da una donna più grande che diventa responsabile del blocco emotivo della sua vittima, ne abbiamo letto in molti altri romanzi che non starò a citare. La novità è, piuttosto, in un risvolto a più di vent’anni di distanza, quando la polizia gli propone di denunciare la donna per abuso sessuale. Lui non lo farà ma andrà a rivedere lei invecchiata- e intorno alla vita dell’ insegnante di musica  c’è un altro breve romanzo.

Roland non completerà gli studi, non diventerà neppure il grande pianista che prometteva di essere. Sarà sempre un mediocre che finirà per suonare in un piano bar per guadagnarsi da vivere.

Il più grande successo di Roland sarà suo figlio, perché sì, Roland si dedica totalmente a lui, sforzandosi di dargli un doppio affetto. E noi vedremo crescere questo bambino, trasferirsi in Germania, sposarsi e dare due nipoti a Roland.


   Ci sono altre storie e altri personaggi, c’è la relativa tranquillità sentimentale trovata da Roland quando ha superato la sessantina, ci sono, infiltrati nella vita quotidiana e a volte soggetto di discussioni, tutti i grandi avvenimenti della seconda metà del secolo scorso, la crisi di Suez e quella di Cuba, la caduta del Muro di Berlino e la Thatcher e poi Major e Tony Blair.

    Uscire dal coro e azzardarsi a dare un’opinione non del tutto positiva di un romanzo di uno scrittore del calibro di Ian McEwan è difficile. “Lezioni” è un romanzo molto ambizioso, finisce per essere sovrabbondante in quel troppo che vuole dire, per tentarci a ‘saltare’ qualche paragrafo- e questo non è mai un buon segno.  



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