venerdì 19 agosto 2022

Satoshi Yagisawa, “I miei giorni alla libreria Morisaki” ed. 2022

                                              Voci da mondi diversi. Giappone

  romanzo di formazione

Satoshi Yagisawa, “I miei giorni alla libreria Morisaki”

Ed. Feltrinelli, trad. Gala M. Follaco, pagg. 160, Euro 15,20

    Jinbocho. La strada di Tokyo su cui si affaccia una libreria dopo l’altra. Ognuna specializzata in un settore diverso. Il paradiso dei lettori. Chi di noi lettori appassionati non passerebbe lì intere giornate alla ricerca di tesori?

    La libreria Morisaki è appartenuta da sempre alla famiglia di Takako, anche se lei non ci ha mai messo piede. É una libreria che vende libri usati, alcuni dei quali sono edizioni rare. Si trova in un edificio di legno di due piani e quello superiore può essere adibito ad abitazione.

     Takako sta attraversando un momento difficile. Quello che credeva essere il suo fidanzato le ha detto di punto in bianco che sta per sposarsi. Con un’altra, naturalmente. E con grande faccia tosta le ha anche proposto di continuare a vedersi. Takako non ha solo perso il fidanzato, ma anche la fiducia in se stessa, i sogni del futuro, la speranza di farsi una famiglia. Si è licenziata perché non sopportava di vedere ‘lui’ nel suo ambiente di lavoro. E si è rifugiata nel sonno, cancellando la realtà che la circonda. Takako dorme, a mala pena mangia qualcosa prima di ripiombare nel sonno. É a questo punto che si fa vivo lo zio Satoru, fratello di sua madre (è lei che gli ha parlato della condizione di Takako?).


     Takako non vede lo zio dagli anni del liceo, di lui sa che è stato lasciato dalla moglie- questo abbandono che hanno subito entrambi può essere un legame tra di loro? E comunque Takako accetta il suo invito di occuparsi del negozio al mattino e di trasferirsi nella stanza al piano superiore della libreria.

    La parte più bella del libro è questa parte iniziale, dell’incontro tra Takako e i libri, un incontro tra estranei. Takako non ha mai provato interesse per la letteratura e le pile di libri che ingombrano la stanza che sarà la sua sono solo degli ‘oggetti’ fastidiosi e nidi polvere.


Quando al mattino scende le scale e si siede dietro il banco in attesa di clienti, non farebbe differenza se lei fosse lì a vendere frutta e verdura. Poi, in una notte in cui fa fatica ad addormentarsi, Takako prende in mano un libro. E non smette più di leggere. Letteralmente. Non è solo ‘quel’ libro che va avanti a leggere fino al mattino e di cui si appassiona  a parlare con lo zio, ma, dopo di quello, continua a leggere, pescando a caso in quella inesauribile miniera, un libro dopo l’altro. E pensa di aver sprecato tempo, prima, quando non immaginava quale ricchezza i libri contenessero.

    Non si finirebbe mai di parlare dei libri, per le storie che contengono, per i personaggi che animano le storie, per le problematiche che offrono, per quello che di noi troviamo riflesso in quei personaggi e in quelle storie, per quello che impariamo della grande Storia. C’è altro ancora nei libri. Dalle pagine ingiallite trapela la vita di chi ha letto il libro prima di noi. I petali di un fiore fatto seccare, una sottolineatura, un’annotazione, un segnalibro che ci fanno indugiare cercando di condividere l’emozione o la riflessione di qualcun altro.


    La scoperta del piacere della lettura, l’entrare dentro le esistenze di altri, cambiano l’atteggiamento di Takako che ora comprende appieno la dedizione dello zio alla libreria di famiglia. E anche se lo svolgimento del romanzo, come le piccole storie che seguono, ci appare più banale, resta in noi la curiosità di andare a Jinbocho, di fermarci a sfogliare un libro e poi un altro ancora, a respirare il profumo della carta, finendo per acquistare almeno un libro, anche se non ne capiremo neppure il titolo, scritto in caratteri giapponesi. L’amore per i libri non conosce barriere.

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