lunedì 16 gennaio 2023

Sujata Massey, “Il principe di Bombay” ed. 2022

                                                      Voci da mondi diversi. India

  cento sfumature di giallo

Sujata Massey, “Il principe di Bombay”

Ed. Neri Pozza, trad. Laura Prandino, pagg. 378, Euro 20,00

 

   Ritorna Perveen Mistry, prima donna avvocato di Bombay che esercita la sua professione con orgoglio sotto l’ala paterna- le sarebbe impossibile aprire uno studio per conto suo, è già abbastanza difficile fare fronte alla diffidenza e allo scherno di cui è oggetto in quanto donna. E un suggerimento, prima di iniziare il libro: non leggetelo aspettandovi un thriller perché sì, c’è un delitto che Perveen dovrà risolvere, anche perché aveva conosciuto la vittima che si era rivolta a lei per un’indicazione proprio il giorno prima di essere uccisa, ma nessun brivido. “Il principe di Bombay” è il ritratto di un’India in fermento un quarto di secolo prima dell’Indipendenza e in un momento delicato- il titolo del libro è ironico perché gran parte della popolazione è ostile alla corona inglese e non è affatto ben disposta nei confronti del principe ereditario Edoardo (passato nell’immaginario come il principe romantico che ha abdicato per amore) che sta per arrivare in visita a Bombay. Edoardo è il Principe del Galles e non il Principe di Bombay.


    È proprio questo il motivo per cui Freny Cuttingmaster, studentessa diciottenne del Woodburn College, si era rivolta a Perveen: ci sarebbero state conseguenze legali se gli studenti del college avessero boicottato la parata in onore del Principe? Ci potevano essere, sì, e Perveen aveva suggerito una facile soluzione: fingersi ammalati e non andare a lezione per non dover assistere al corteo. E poi succede di tutto. Uno studente viene arrestato, divampa la rivolta, i ribelli attaccano chiunque si mostri favorevole alla corona (Perveen stessa viene molestata), E Freny Cuttingmaster viene trovata morta nel giardino del College. È possibile che sia caduta accidentalmente dal balcone? Oppure qualcuno l’ha spinta per farla precipitare?

    La soluzione del mystery intorno a questo delitto ci sarà solo alla fine e lo svolgimento del filone ‘giallo’ è piuttosto lento. L’attenzione della scrittrice è rivolta piuttosto verso la realtà indiana negli anni ‘20 del secolo scorso- l’isolamento della comunità parsi, prima di tutto, con i loro usi e costumi in ogni ricorrenza, la discriminazione culturale delle donne, i forti pregiudizi che impediscono i matrimoni tra uomini e donne appartenenti a caste diverse, per non parlare poi della quasi impossibilità di una unione fra un inglese e una donna indiana (è il caso di Perveen).


Grande importanza viene poi data al filone politico, al messaggio della non-violenza di Gandhi, al sopruso del colonialismo pur riconoscendo quanto di positivo gli inglesi hanno fatto in India, al ribollire della protesta che esplode a tratti sotto un’ apparenza di calma- bisognerà arrivare al 15 agosto 1947 perché l’India acquisti l’indipendenza.

   Un libro che piacerà agli amanti dell’India, da leggere, però, solo se si è interessati a tutte le tematiche che lo rendono diverso dagli altri ‘romanzi con delitto’.






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