lunedì 23 gennaio 2023

Francesca Giannone, “La portalettere” ed. 2023

                                                                    Casa Nostra. Qui Italia

            storia di famiglia

Francesca Giannone, “La portalettere”

Ed. Nord, pagg. 416, Euro 19,00

 

    1934. Lei, Anna, è molto bella. Occhi verdi, capelli scuri. Forse è soprattutto la sua carnagione che la differenzia dalle donne di quel Sud dove è appena arrivata, insieme al marito Carlo. Dopo, quando la conosceremo meglio, sarà anche la sua tempra e il suo carattere a farne una donna diversa- lei sarà sempre ‘la straniera’, quella che ha idee strane, che fa cose strane invece che restarsene in casa a pulire e cucinare. Suo marito, allegro e gioviale, la ama per questo. Anche il fratello maggiore di suo marito, Antonio, se ne innamora appena la vede.

    Anna ‘la forestiera’ arriva nel Salento, a Lizzanello (vicino a Lecce), dall’estremo ponente ligure, da Pigna dove insegnava e si sentiva indipendente. È difficile per Anna inserirsi nel nuovo ambiente, adattarsi alla curiosità della cognata, alla lingua che suona così diversa da quella del suo paese di origine, ai piatti della cucina pugliese. Coltivare il basilico, chinarsi per annusarne le foglie, fare il pesto che diventa una sorta di rito (per ripicca la cognata non vorrà assaggiarlo), diventa per lei il modo per attutire la nostalgia. E per fortuna il suo legame con il marito è forte e lui le è di grande aiuto.

Pigna

    Poi, nel 1935, muore il portalettere di Lizzanello. Mors tua vita mea. Anna fa domanda per essere assunta, è la prima in graduatoria, diventa ‘la signora portalettere’, dapprima a piedi e poi, anni dopo, con una bicicletta Bianchi. Non le importa lo scherno, non le importa essere additata, non le importano le maldicenze. Finalmente si sente viva di nuovo, si sente lei. E poi può contare sull’appoggio del marito che ha avviato un’azienda vinicola destinata ad avere molto successo.

    Alla scrittrice Francesca Giannone è capitato di trovare un biglietto da visita con il nome della sua bisnonna, Anna Allavena, e la sua qualifica, ‘portalettere’. Impossibile non essere curiosi, non desiderare di saperne la storia.


E la storia di Anna che Francesca Giannone ci racconta è quella di una donna forte che ha, in una maniera personale tutta sua, nobilitato il lavoro del ‘postino’ che solo in apparenza può sembrare banale. D’altra parte esiste ‘il lavoro’ ed esiste ‘l’interpretazione personale’ del lavoro. In un tempo e in un luogo in cui l’analfabetismo era ancora diffuso, Anna non si limita a consegnare la lettera. Spesso si ferma per leggerla al destinatario, si rallegra per le buone notizie, consola chi ne ha ricevuto di tristi, scrive la risposta sotto dettatura, ascolta confidenze, elargisce consigli. Come a Giovanna che era stata etichettata come scema (con quello che sappiamo oggi, era forse autistica Giovanna? Di certo dislessica, e con grande pazienza Anna le insegnerà a leggere), che aveva un amore segreto, che diventerà amica di Anna. E la bellezza del romanzo è in questo piccolo mondo che si anima intorno ad Anna, è nella miriade di personaggi che conosciamo attraverso lei.

     È all’avanguardia, Anna. È una femminista ante litteram. Non frequenta la Chiesa ma il suo amore per il prossimo non può esser messo in dubbio- sono i fatti che contano. La vecchia casa di Giovanna viene ristrutturata per dare alloggio alle donne maltrattate, alle donne sole che aspettano un figlio, a tutte quelle che sono in difficoltà, messe al bando dalla società benpensante.


    A fianco di Anna, suo marito- e anche di lui seguiamo con passione la storia della sua vita, il segreto del suo passato, la volontà di riuscire nell’impresa di fare un vino rosato che riuscirà anche a vendere agli americani durante la guerra. E suo cognato, l’uomo d’onore che mai tradirebbe suo fratello, che solo una volta manifesterà il suo amore per Anna.

   E’ impossibile non appassionarsi alla storia di Anna, impossibile interrompere la lettura di un romanzo che, insieme a quella di una donna indimenticabile, ci racconta la storia di un paese che lentamente si affaccia alla modernità.

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