martedì 17 gennaio 2023

Amira Ghenim, “La casa dei notabili” ed. 2023

                                         Voci da mondi diversi. Tunisia

storia di famiglia

Amira Ghenim, “La casa dei notabili”

Ed. e/o, trad. Barbara Teresi, pagg. 416, Euro 19,00

   Undici persone che raccontano questa storia. Un caleidoscopio di uomini e donne, un alternarsi di voci diverse in un tempo che va da un fatidico giorno del dicembre del 1935 ai nostri giorni per una storia atavica…zeppa di intrighi, rancori, insolenza e presunzione, traboccante di amori soffocati, embrioni assassinato e letti segreti. E sono le parole di Hind, la nipote di Zubaida, il personaggio principale, quella che introduce e termina il racconto di questo libro, bello, insolito, per molti versi affascinante.

     Tunisi, dicembre 1935. Zubaida. Taher al Haddad (veramente esistito). Un biglietto nascosto nel pane. La catastrofe. Perché il biglietto finisce nelle mani del cognato di Zubaida, un uomo corpulento che deve tenere nascosta la sua omosessualità, geloso del fratello. Ed è lui che strepita, rivelandone il contenuto e il mittente, dando origine allo scandalo, alle accuse, a quella che sarà una punizione a vita per Zubaida. Ma è affidabile? Dice la verità? Sapremo la verità sulle parole del biglietto (e molto di più) soltanto verso la fine.

Taher al-Haddad

    Questo è il nocciolo del romanzo che, però, è un vasto affresco della Tunisia, colonia francese, percorsa da fremiti di rivolta, da desideri di indipendenza, da un soffio di modernità che riguarda soprattutto la condizione femminile. Questo contrasto, tra tradizione e innovazione, è rispecchiato nelle due famiglie- gli en-Neifer, dalla mentalità conservatrice e patriarcale, e gli ar-Rassa, liberali e progressisti. Ali ar-Rassa ha mandato le figlie a studiare dalle suore (ragazze musulmane che vanno a scuola dalle suore, già questo è un affronto) e poi ha fatto venire in casa un insegnante per loro, proprio quel Tahir al-Haddad che pubblicherà un libro sulla necessità dell’emancipazione per le donne. Othman en-Neifer pensa che le donne non debbano studiare affatto, che possano sbirciare il mondo esterno solo attraverso le grate delle finestre. Ma suo figlio ha voluto a tutti i costi sposare Zubaida ar-Rassa e la porta a teatro e ai concerti, con il viso scoperto. Che cosa succede quel giorno di dicembre, quando Zubaida ha dato alla luce il suo secondogenito da pochi giorni? Che il biglietto sia stato scritto da Tahir, è chiaro. Una ridda di ipotesi si sussegue sul contenuto. Il cognato di Zubaida lascia intendere che si trattasse di un appuntamento d’amore. Segue una zuffa tra fratelli, un accapigliarsi tra Zubaida e il cognato, una tragedia su cui mai verrà detta la verità e che avrà conseguenze per sempre.


    Le due serve, le due madri, i due padri, il fratello gemello di Zubaida, la moglie del cognato di Zubaida (era andata gioiosa al matrimonio, che brutta sorpresa la aspettava), il cognato di Zubaida (un infelice le cui tendenze sessuali erano state deviate da una traumatizzante esperienza infantile) e il marito stesso (resteremo stupiti dalla svolta che aveva dato alla sua vita) ci parlano di quel dicembre, in tempi diversi, in contemporanea con i fatti e molti anni dopo quando gli anni dovrebbero avere smorzato i sentimenti (ma non è così e si ha l’impressione di vite sprecate in una paralisi affettiva), e nello stesso tempo si srotola la storia della Tunisia attraverso la seconda guerra mondiale seguita dalla lotta per l’indipendenza e dal governo di Bourghiba, fondatore della Tunisia moderna. Intanto Taher al-Haddad, morto proprio il giorno in cui il suo biglietto veniva consegnato, il grande assente sempre presente in tutte le versioni dell’accaduto, assurge al ruolo di martire- un uomo lungimirante, in anticipo sui suoi tempi, un uomo di cultura, un poeta, un innamorato infelice a cui il padre di Zubaida, con tutto il suo progressismo, aveva riso in faccia quando gli aveva chiesto la figlia in moglie.


    Quando la nipote Hind trova nello scantinato della vecchia casa una borsa il cui contenuto farà luce su quella storia atavica, capirà anche le parole della nonna che si compiaceva della sua bravura nello scrivere. Perché non sono solo le case dei romanzi inglesi ad animarsi e a parlare, parlano anche le case in Tunisia, parla la casa dei nonni che Hind ha voluto acquistare, anche se è in rovina.

    “La casa dei notabili” di Amina Ghenim è stato finalista al prestigioso International Prize for Arabic Fiction. Leggetelo. 

 

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