giovedì 29 dicembre 2022

Andrew Lownie, “Il re traditore” ed. 2022

                  Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

biografia romanzata

Andrew Lownie, “Il re traditore”

Ed. Neri Pozza, trad. Giovanni Arganese, pagg. 390, Euro 22,00

 

   Un grande amore, quello di Edoardo VIII, re d’Inghilterra per 326 giorni, e l’americana Wallis Simpson, due volte divorziata? Lui è passato nell’immaginario come la figura romantica del re che abdicò per amore. Lei ha sempre suscitato perplessità con una domanda a cui è difficile rispondere- che cosa vide mai lui in una donna che era (diciamo la verità) brutta e arcigna?

    Leggiamo il libro di Andrew Lownie, giornalista, scrittore, studioso di storia, ed Edoardo VIII cade dal piedistallo dove l’amore romantico lo ha posto, finiamo per vederlo per quello che era, un ‘ometto’ con tanti problemi, una persona orribile al pari di lei, un traditore simpatizzante con i nazisti- secondo una giornalista americana Wallis Simpson teneva in cornice una fotografia autografata di von Ribbentrop.


    L’11 dicembre 1936 Edoardo VIII abdicava passando il trono al fratello, che sarebbe diventato re con il nome di Giorgio VI, lasciava il castello di Fort Belvedere dove era iniziata la sua storia d’amore e partiva per un esilio che si sarebbe rivelato tutt’altro che dorato. Forse Edoardo non aveva preso in adeguata considerazione le conseguenze della sua rinuncia, tutti i benefici che gli sarebbero venuti a mancare. E sarebbe iniziata una lotta senza fine tra i due Windsor (lui e Wallis) e la corona inglese. Edoardo non avrebbe mai smesso di chiedere che a Wallis venisse riconosciuto il titolo di ‘Altezza Reale’, scontrandosi contro un muro. Nessun membro della famiglia reale volle mai avere alcunché a che fare con lei. C’era poi la questione, per Edoardo, di avere un qualche incarico attinente al suo titolo. Fu nominato, infine, governatore delle Bahamas. Delle Bahamas! Era una sorta di esilio paragonabile a quello di Napoleone nell’isola d’Elba.


    Andrew Lownie segue la coppia nel suo peregrinare, inseguita dalla noia di una vita senza interessi e senza impegni. Erano entrambi egocentrici, sfruttavano le amicizie per ottenere ospitalità, spendevano a dismisura e spesso non saldavano i conti (erano famosi per quello, a lor vedere tutto gli era dovuto per la pubblicità che facevano a negozi, luoghi, ristoranti). E poi c’era la questione delle loro amicizie, della loro manifesta simpatia per Hitler e il nazismo. Edoardo appoggiava un accordo di pace tra la Gran Bretagna e la Germania, ben consapevole che in questo modo la Germania avrebbe potuto concentrare lo sforzo bellico sul fronte orientale, convinto che poi con l’aiuto dei nazisti sarebbe tornato sul trono, senza forse neppure rendersi conto che tradiva così il suo paese (lui stesso diceva di avere un QI inferiore alla media). E naturalmente Edoardo era anche antisemita.

   Quanto alla loro vita privata, non nei primi anni dopo il matrimonio, ma di certo dopo, entrambi ebbero degli amanti di entrambi i sessi. L’impressione è che siano entrambi finiti intrappolati nella loro unione- lui ossessionato da lei anche se lei lo maltrattava oppure forse per quello, lei prigioniera di questa ossessione da cui ormai non poteva più liberarsi. E, leggendo le testimonianze di chi li conobbe e frequentò, a mano a mano che emergono dettagli incresciosi sulla loro vita e le loro frequentazioni, siamo divisi tra un sentimento di disprezzo per lo spreco di un’esistenza senza uno scopo e la pietà per un ometto patetico e triste che, tutto sommato, deve aver sofferto molto e che doveva continuare a credere di amare la donna per cui aveva rinunciato al trono.


   Un capitolo finale cerca di rispondere alla domanda a cui ho accennato all’inizio. Guardiamo le foto di Wallis, lineamenti duri, mascella pronunciata (i lifting che fece in seguito la resero quasi irriconoscibile): è questa la donna capace di ispirare un folle amore? Ci doveva essere dell’altro, nel passato di Edoardo, nella sua vita famigliare, per legarlo così a questa donna.

    “Il re traditore” non è un romanzo, o meglio, è un libro che sfrutta le fonti accuratamente citate per far sì che la storia d’amore più famosa del secolo XIX si legga con la piacevolezza di un romanzo.  

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