giovedì 13 maggio 2021

Jumoke Verissimo, “Memoria e desiderio” ed. 2021

                                            Voci da mondi diversi. Nigeria


Jumoke Verissimo, “Memoria e desiderio”

Ed. Brioschi, trad. Gioia Guerzoni, pagg. 280, Euro 18,00

 

   Lagos, Nigeria. Al governo si sono succeduti generali che hanno usato la forza e la corruzione per esercitare il potere. Dopo Buhari, Babangida, Abacha, uno peggiore dell’altro, poi Obasanjo che inaugurò nel 1999 la Quarta Repubblica di Nigeria e fu rieletto per un secondo mandato nel 2003. È grazie ad una sua amnistia che Eniolorunda Durotimi Akanni è uscito di prigione.

      Lo chiamano Prof. Era professore universitario. Ha passato dieci anni in carcere. È un uomo distrutto. Alla madre e all’amico che lo attendono fuori dai cancelli chiede solo di essere portato nella casa che era di suo padre. Dopo non vuole più vederli. Si chiude in quella casa che gli ha lasciato in eredità un padre che si è rifiutato di riconoscerlo e ne esce per brevi passeggiate solo alla sera, quando la notte cala su Lagos. Prof vive nel buio in una città che è già buia di per sé, perché, paradossalmente per la capitale di uno stato che ha grossi giacimenti di petrolio, la luce va e viene. Prof non vuole vedere nessuno e non apre la porta a nessuno, nemmeno alla madre che gli lascia da mangiare fuori della porta.


    Finché una sera apre la porta a Desire, studentessa universitaria per cui lui, Prof è un mito. Lei era una bambina quando, durante una manifestazione di protesta nella baraccopoli di Moroko, lui si era commosso davanti a quella bimba, l’aveva presa in braccio, le aveva detto parole che lei non aveva ben afferrato, che era per lei che questa protesta veniva fatta, le aveva regalato un libro. E Desire era diventata una appassionata lettrice, rubando libri per poter leggere, riuscendo infine ad iscriversi all’università, spesata da una donna che le aveva chiesto di aiutare sua figlia a studiare.

    Sera dopo sera Desire va a trovare Prof. Sera dopo sera lui la aspetta, non può più fare a meno della sua compagnia, delle loro parole, dello scambio di confidenze. A mezzanotte, come Cenerentola, Desire se ne va, Lagos è una città pericolosa. All’università, negli incontri di discussione politica, Desire conosce un ragazzo che assomiglia al Prof in maniera impressionante. Lo chiamano ‘Gandhi’.


     Un uomo colto, che ha superato la quarantina. Una ragazza giovane il cui vero nome è Undesired perché il padre voleva un maschio e che invece la madre ha chiamato Desire, Desiderio, per farla sentire amata. Desiderio di che? Di libertà, di giustizia, di amore. L’uomo che era un faro per i nigeriani e che, dopo le torture e il buio della cella, non sopporta più la luce. E questo buio che li avvolge diventa il protagonista del romanzo, diventa una metafora del buio che avvolge la Nigeria, della violenza bruta, della mancanza di speranza, così come lei, Desire, è il desiderio di uscire da questa condizione.

     Non succede niente, nella casa al buio. Quello che succede è fuori, nella luce, nel rumore, nella sporcizia, nella folla colorata per le strade di Lagos, tra gli studenti che si raccolgono intorno a ‘Gandhi’ proprio come un tempo si raccoglievano intorno a Prof, nella stanza in affitto che Desire condivide con l’amica.


    Le storie personali di Prof, di Desire e della sua amica, del giovane che assomiglia a Prof (potrebbe essere suo figlio?) si incrociano e quello che osserviamo è un’assenza generale di padri o, se ci sono, sono padri violenti e ubriaconi e questi sono tutti figli allevati soltanto dalle madri.

C’è poi un altro personaggio su cui non voglio dire molto, un personaggio che è soltanto una voce che parla a Prof, che è la sua consolazione, una voce femminile di qualcuno che lui chiama Desanya…(provate a pronunciarlo, si capirà chi è e a che cosa si ricollega in un destino comune).

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