giovedì 21 aprile 2016

Jane Urquhart, "Sanctuary Line" ed. 2016

                                                  Voci da mondi diversi. Canada
              romanzo 'romanzo'
              FRESCO DI LETTURA

Jane Urquhart, “Sanctuary line”
Ed. Nutrimenti, trad. N. Manuppelli, pagg. 238, Euro 14,45

      Per generazioni i Butler, arrivati in Canada dalla Scozia, erano stati frutticoltori o guardiani dei fari. Gli uni attenti all’eterno ciclo delle stagioni con il rinnovato fiorire e poi la gloriosa raccolta di frutti succosi e profumati, gli altri in perpetua vigilanza, con quell’occhio luminoso aggiunto a spazzare mari sereni o in tempesta. Si raccontano molte storie, degli uni e degli altri Butler, nel romanzo “Sanctuary Line” della scrittrice canadese Jane Urquhart. Storie che si tramandano di generazione in generazione, che diventano leggende, del guardiano del faro conosciuto come One Eye perché aveva perso l’altro occhio in una tempesta e che era tornato sulla terraferma dopo che le onde gli avevano portato via entrambi i figli, dell’altro che passava il tempo a leggere e rileggere “Moby Dick” e neppure si era accorto di una imbarcazione che richiedeva soccorso- ne aveva ritrovato la vicenda in una novella di Stephen Crane (e per fortuna lo scrittore si era salvato, ma uno di quelli a bordo con lui era morto)-, di fienili andati a fuoco, dei Butler che sono rimasti in America, al di là del lago Erie, e di quelli che, invece, si sono costruiti la fattoria in Canada. E poi ci sono le storie che non si raccontano, quelle a cui si gira intorno, a cui si accenna. Sono le storie che, per un qualche motivo che noi indoviniamo essere drammatico, vengono costruite a frammenti, per formare un insieme chiaro solo alla fine.

     Nel tempo presente in cui l’io narrante, l’entomologa Liz, inizia a parlare, non c’è più il frutteto, nessuno abita più nella fattoria che, quando Liz era bambina e poi adolescente, traboccava di vita- gli zii e i cugini, lei, Liz, con la madre che era la sorella dello zio Stanley, altri cugini che venivano a passare lì la giornata, i lavoranti stagionali messicani che abitavano nelle ‘baracche’. Tra questi c’era un bambino, Teo, e lo zio Stanley insisteva che lo facessero giocare con loro, poco importava se non sapeva l’inglese. Sono ricordi di estati che sembravano non finire mai, quelli che si affastellano nella mente di Liz, di caldo, di nuotate, della bionda cugina Mandy, quasi una sorella per Liz, delle stravaganze dello zio Stanley, personaggio dominante e affascinante intorno a cui ruotava tutta la famiglia. La realtà del presente è dominata dall’assenza. Un’assenza pesante, gravida di dolore. Mandy si era arruolata e non è tornata dall’Afghanistan. La zia è morta, la madre di Liz è in una casa di riposo, i cugini chissà. Dello zio Stanley si continua a ripetere che se ne è andato e non ha dato più notizie di sé- che cosa è successo, di che colpa si è macchiato perché nessuno voglia neppure più nominarlo? Anche i messicani non sono più venuti e Teo, il dolce Teo che i cugini avevano umiliato, che conosceva- come sua madre- il linguaggio del corpo, che fine aveva fatto Teo?

      Ha un’andatura lenta e un poco sognante, il bel romanzo di Jane Urquhart, una narrativa poetica che equilibra la forte tensione che si accumula prima delle rivelazioni finali dove tutti i lati oscuri vengono alla luce. E c’è una metafora che serve anche da leitmotiv lungo tutto il corso del libro, quella delle farfalle, il motivo per cui Liz si trova ora nella fattoria di famiglia- deve fare una ricerca sulla farfalla monarca, l’esemplare dalle ali arancioni venate di nero che ha trovato un ‘santuario’ nell’area della Sanctuary Line che corre vicino alla fattoria dei Butler.
Quando le farfalle si raccolgono tutte su un albero prima di prendere il volo per emigrare verso il paese da cui viene Teo, è come se una bandiera fiammeggiante palpitasse nel cielo- sono un potente simbolo per le migrazioni di ogni tipo, da quelle stagionali dei lavoratori a quelle di chi cerca la salvezza, come è successo agli avi dei Butler in altri tempi o alla famiglia del misterioso uomo amato da Mandy.
Un romanzo bello e insolito.



   

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