sabato 28 agosto 2021

Georges Simenon, “Il piccolo libraio di Archangelsk” ed. 2016

                                                          Voci da mondi diversi. Francia

cento sfumature di giallo

Georges Simenon, “Il piccolo libraio di Archangelsk”  

Ed. Adelphi, trad. M. Romano, pagg. 172, Euro 12,00

 

    C’è già tutto nel titolo. Jonas Milk è un libraio, vendere libri lo colloca un poco sopra agli altri commercianti che hanno la bancarella sul mercato del piccolo paese in Francia, al di sopra anche del macellaio o del panettiere o del gestore del bar. Jonas Milk è ‘piccolo’- forse lo è anche di statura ma è un uomo ‘piccolo’ che ha scelto di passare inosservato, di confondersi tra gli altri, senza grandi virtù e grandi vizi. Jonas Milk è originario di Archangelsk, in Russia. Nessuno sa neppure di preciso dove sia Archangelsk, a nessuno interessa che Jonas è nato in Russia ma era bambino quando era fuggito con i genitori. Aveva una storia di famiglia drammatica alle spalle che però non interessava a nessuno- di sorelle che non ricordava e che erano rimaste laggiù, di un padre che era tornato ad Archangelsk e di cui non si era saputo più nulla, di una madre che aveva ‘rincorso’ il marito ed era scomparsa pure lei. Il destino di Jonas Milk è nel suo essere invisibile e nello stesso tempo sempre un estraneo suo malgrado.


    Era stata la madre di Gina a chiedergli di prendere la figlia come domestica in casa, prima, e di sposarla, poi. Gina, di una famiglia italiana, bella e passionale. Con quanti uomini era già andata, Gina? Quando Jonas le fa la proposta, non si illude che lei possa amarlo. Neppure pensa che lei possa prenderlo in considerazione. L’unica cosa che lui le può offrire è tranquillità. A Gina, con l’uomo che ama in prigione, deve sembrare abbastanza. Forse anche perché sa che lui la lascerà libera, non si intrometterà nelle sue avventure. Lo sposa.

     Una sera Gina dice che l’amica le ha chiesto di fare da baby-sitter perché andrà al cinema con il marito. Non è una novità, glielo chiede più o meno una volta al mese. Jonas osserva solo che Gina non ha preso con sé il libro da leggere, come fa di solito.

    Gina non rientra quella sera. E neppure il giorno dopo. E neppure quello dopo ancora. Dalla prima menzogna di Jonas che, al bar, dice che la moglie è andata a trovare un’amica nella città vicina e che ha preso la corriera del mattino, si sviluppa il dramma.


     “Il piccolo libraio di Archangelsk” è uno dei romanzi ‘senza Maigret’ di quel grande e prolifico scrittore che è stato Georges Simenon. Un romanzo in cui domina il colore grigio, perché questa è l’atmosfera. Il grigio non diventa mai del colore nero dei ‘gialli’, manca la tensione di scoprire che ne è stato di Gina che è andata via senza cappotto e senza valigia ma portandosi via i preziosi francobolli collezionati da Jonas. Possiamo indovinarlo, quando ormai è troppo tardi spunta una testimone che ha idea di dove possa essere. Troppo tardi perché ormai i sospetti sono puntati su Jonas ed è questo il nodo del romanzo- le parole passano di bocca in bocca, si sospetta di lui perché è incasellato nello stereotipo dello straniero, proprio come Gina risponde allo stereotipo dell’italiana focosa come i latin lovers. Perfino il fatto che lui, ebreo, si sia fatto battezzare per sposare Gina, viene calcolato a suo sfavore.   

    La storia di Jonas è una sottile analisi psicologica di un piccolo uomo che si accontentava di amare senza essere amato, un uomo che amava troppo, che ha rinunciato a difendersi per non incriminare la donna che amava e che, alla fine, non ha retto alle pressioni esterne.  E’ un perdente o un vincente, Jonas Milk?



Nessun commento:

Posta un commento