lunedì 4 marzo 2019

Philip Dick, “La svastica sul sole”


                                      Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
      ucronia
      riletture

Philip Dick, “La svastica sul sole”
Ed. Fanucci, trad. M. Nati, pagg. 318, Euro 8,41

     La seconda guerra mondiale è finita, ma sono state le potenze dell’Asse a vincere e non gli Alleati. Germania e Giappone si sono spartiti il mondo- alla Germania l’intera Europa, l’Africa e la costa orientale dell’America, al Giappone gli stati della costa occidentale americana con gli stati delle Montagne Rocciose che fanno da cuscinetto tra i due. Il Mar Mediterraneo è stato prosciugato ed è diventato un grande campo coltivabile, la soluzione finale è stata messa in atto anche con le popolazioni dell’Africa, ci sono campi di concentramento negli Stati orientali dell’America, vengono fatte spedizioni su Marte (ci saranno ebrei anche su Marte?), un razzo porta i passeggeri in 45 minuti dall’Europa all’America. L’Italia fascista, che si è comportata malissimo durante la guerra, è subordinata al Reich e ha ottenuto un piccolissimo impero in Medio Oriente. E’ questo il quadro del romanzo ucronico di Philip Dick, “La svastica sul sole” (pubblicato anche con il titolo de “L’uomo nell’alto castello”), che ha vinto il premio Hugo nel 1963.

      I personaggi principali di cui seguiamo le vicende sono cinque- l’orafo ebreo Frank Frink (ha cambiato il cognome Fink che lo identificava troppo facilmente) che si è rifugiato negli stati occidentali controllati dai giapponesi per sfuggire alle persecuzioni di cui era vittima negli stati orientali; Juliana, moglie separata di Frink, che inizia una relazione con un presunto camionista italiano senza sapere che resterà coinvolta in un complotto nazista; Robert Childan, mercante di pezzi storici americani (non sa che le Colt che vende come originali sono in realtà dei falsi); il mite funzionario giapponese Tagomi che sarà suo malgrado coinvolto in un altro complotto tedesco ai danni delle Isole Patrie; un agente del controspionaggio del Reich che si spaccia per imprenditore e che mira a sventare l’operazione Dente di Leone che farebbe cadere il Giappone in mano ai nazisti, ed infine il finto camionista con una missione segreta letale. C’è poi un altro personaggio ancora che acquista sempre più importanza- lo scrittore Abensen, ‘l’uomo nell’alto castello’, autore del libro “La cavalletta non si alzerà più”. Un libro proibito che più o meno tutti i personaggi leggono, hanno letto, si passano l’un l’altro. E’ un romanzo dentro il romanzo, una sorta di specchio, un secondo romanzo ucronico dentro il primo romanzo ucronico che descrive un mondo in cui sono stati gli Alleati a vincere la guerra e non i nazisti, quello che è veramente successo, dunque.

      Ho riletto a distanza di più di vent’anni “La svastica sul sole”, volevo vedere se avrebbe ancora suscitato l’entusiasmo che avevo provato ad una prima lettura. In parte sì. L’inizio e tutta la prima parte del libro sono geniali. Dick è un maestro del dettaglio capovolto e spiazzante- invece dei turisti americani in cerca di souvenir leggiamo dei giapponesi che collezionano oggetti ‘antichi’ americani, perfino un orologio con Topolino è venduto come una rarità-, delle visioni futuristiche e profetiche, di un certo tipo di noir fantapolitico. Meno convincente la parte finale dove il ritmo narrativo si smorza. E tuttavia “La svastica sul sole” (ora anche una serie televisiva americana) è un classico del genere di cui consiglio la lettura.



     

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