mercoledì 9 gennaio 2019

Flavio Villani, “L’ordine di Babele” ed. 2013


                                                   Casa Nostra. Qui Italia
            spy-story

Flavio Villani, “L’ordine di Babele”
Ed. Laurana, pagg. 547, Euro 15,30

     Babel. Nessun nome poteva essere più adeguato come copertura per una spia che agiva a Saigon nel 1953-1954, quando la città era ancora colonia francese e già, però, una Babele di lingue con la presenza degli americani in appoggio dei francesi a cui poi si sarebbero sostituiti in quella che pareva una vera e propria crociata contro il comunismo.
    Chi è Babel? E’ questa la domanda filo conduttore del singolare primo romanzo di Flavio Villani (pubblicato nel 2013) ambientato per lo più in Vietnam, ma anche in Iraq e con alcune scene a Milano e in Texas. Una domanda non univoca la cui soluzione ha un’importanza vitale per tutti quelli che vogliono avere una risposta, per motivi diversi. Nel 1954 scoprire chi fosse quel Babel che passava le informazioni segrete del Deuxième Bureau francese era importante quanto lo è nel 1974 per la ventenne Emmanuelle- Babel potrebbe essere suo padre. Emmanuelle ha visto una fotografia che ritrae sua madre Isabelle a Saigon tra due uomini, uno è il suo ex marito Vincent, agente del Deuxième Bureau con l’incarico di scoprire chi sia Babel, e l’altro è Pierre, dottore psichiatra, pure lui al servizio del Bureau. Pierre era l’amante di Isabelle? Era il suo unico amante? Anche il misterioso Babel era amante di Isabelle? Con chi altro andava a letto Isabelle visto che voleva ritornare in Francia e aveva bisogno di soldi per pagarsi il viaggio? Era tornata in patria (anzi, era fuggita) incinta, si era risposata un paio di anni più tardi con un uomo gentile che aveva fatto da padre ad Emmanuelle. E adesso che sta morendo, Isabelle ha chiesto di rivedere Vincent: che domande e risposte ci sono in sospeso tra di loro? Ed Emmanuelle che dovrebbe incontrare Pierre a Baghdad, scoprirà chi è suo padre?
Diem-Bien-Phu 1954
     L’atmosfera di Saigon nel 1954 ricorda quella di “Un americano tranquillo” di Graham Greene. Il caldo, l’umidità, l’abuso di alcolici quando non anche dell’oppio, la polvere e la sporcizia, le ragazze- e anche le bambine- vietnamite comprate dagli occupanti per soddisfare la loro lussuria, la diffidenza e il sospetto, la gelosia. In “Un americano tranquillo” la gelosia era per l’incantevole Phuong, ne “L’ordine di Babele” è per Isabelle, bellissima e in apparenza fredda e altera- almeno nei confronti del marito che l’ha conosciuta giovanissima. Il tradimento, infine, il nodo cruciale di tutto. Perché questo libro, in cui l’azione si svolge su diversi piani temporali in un arco di tempo di circa sessant’anni, è un grande romanzo sul tradimento a tutti i livelli, duplice tradimento politico, del proprio paese e tradimento a più riprese delle aspettative di un popolo (osserviamo che le due date dell’ambientazione a Saigon sono il 1954, dopo la sconfitta dei francesi a Diem Bien Phu e la loro ritirata, e il 1975 che segna un’altra sconfitta, con la scena famosa della ressa per salire a bordo dell’elicottero americano il 30 aprile), tradimento dell’amicizia, tradimento dell’amore. Forse anche tradimento di una figlia, del suo diritto di sapere chi l’abbia generata.
Saigon 1975
    C’è qualche rallentamento nella narrazione, soprattutto nella prima parte dove sembra che anche il ritmo sprofondi nell’indolenza soporifera del caldo insopportabile del Vietnam del Sud, qualche abuso di turpiloquio, ma il romanzo è ben costruito, disseminato con intelligenza di indizi sull’identità della spia- andremo a rintracciarli con curiosità alla fine, per assicurarci di aver capito bene perché lo scrittore non ci rende le cose facili, non rivela apertamente chi sia Babel, quasi che il segreto debba essere mantenuto per sempre- dove sarebbe altrimenti l’unicità di Babel?
     Un romanzo di grande fascino.

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