giovedì 7 giugno 2018

Hisham Matar, “Anatomia di una scomparsa” ed. 2011


                                                  Voci da mondi diversi. Africa
                                                 la Storia nel romanzo
                                                 romanzo di formazione
         il libro ritrovato


Hisham Matar, “Anatomia di una scomparsa”
Ed. Einaudi, trad. Monica Pareschi, pagg. 185, Euro 18,50
Titolo originale: Anatomy of a Disapperance

      L’uomo ha detto qualcosa in arabo, e Kamal ha cominciato a vestirsi. Io mi sono messa a urlare, ma nessuno di loro, nemmeno Kamal, ha battuto ciglio. La donna ha estratto una pistola col silenziatore, e io ho smesso. Le tremavano le mani, me lo ricordo. Lo hanno preso ciascuno per un braccio e l’hanno portato fuori. Lui non mi staccava gli occhi di dosso. Vedo ancora la sua faccia, girata verso di me. La vedo in sogno, e la vedo quando sono sveglia.

       L’assenza. Il nuovo libro dello scrittore libico Hisham Matar è un romanzo sull’assenza, su quanto sia dolorosa l’assenza di una persona amata quando questa assenza non è giustificata da nulla. Quando l’assenza significa la scomparsa, con tutti gli interrogativi angosciosi di quando qualcuno sembra essersi volatizzato, dissolto. Peggio ancora, perché il ‘come’ quel qualcuno sia scomparso non lascia pensare ad alcunché di buono: Kamal Pasha, il padre poco più che quarantenne di Nuri el-Alfi, è stato prelevato durante la notte da due sconosciuti in una casa di Ginevra. Kamal era a letto con una donna. Sul comodino aveva appoggiato l’orologio, la vera nuziale, l’accendino e le sigarette. Questi sono i beni personali del padre che la polizia svizzera ha consegnato in un sacchetto di plastica a Nuri. Insieme a tutti i perché senza risposta. Che cosa ci faceva, Kamal, a letto con quella donna, mentre il figlio quattordicenne e la giovane seconda moglie lo aspettavano nella località sciistica di Montreux? Da chi erano stati mandati l’uomo e la donna che lo hanno portato via? E soprattutto, soprattutto, dove lo avevano portato? Era ancora vivo?

      La storia che Nuri ci racconta inizia nel 1972 e finisce undici anni dopo. O meglio, inizia ancora prima, con i ricordi della vita famigliare di Nuri e finisce con la volontà di non mettere la parola fine. Perché ‘fine’ vorrebbe dire accettare l’idea che suo padre sia morto. Invece suo padre “avrà bisogno di un impermeabile quando torna. Questo potrebbe andargli ancora bene.” Inizia con i ricordi sfumati di un Nuri bambino e delle vacanze con la mamma che un giorno viene portata in ospedale e che poi muore. Di che cosa? La scrittura di Hisham Matar è squisitamente allusiva, calpesta con i piedi dell’angelo un terreno delicato, sia quando parla della morte della prima moglie di Kamal, sia in seguito, quando Nuri ci racconta del suo amore per la seducente Mona che diventa la sua matrigna e ancora dopo, quando Nuri si imbatte nella realtà: il padre tanto amato e ammirato, l’ex ministro del re diventato un dissidente in pericolo, aveva un’amante, aveva sempre avuto delle avventure. Per non dire nulla di un altro segreto nella vita privata del padre che Nuri scopre solo alla fine. Eppure, nulla di tutto ciò lascia traccia nell’amore incondizionato di Nuri per il padre. Perché “Anatomia di una scomparsa” è, in definitiva, un’elegia per un padre. Tanto più accorata e straziante perché sappiamo che il dolore dell’assenza a cui non ci si può mai rassegnare è di Hisham Matar stesso, il cui padre ‘scomparve’ nelle carceri di Gheddafi nel 1990.
Hisham con il padre
      Ma c’è qualcos’altro, dietro al dolore per l’assenza (“ci sono volte in cui l’assenza di mio padre mi pesa sul petto come se ci stesse seduto sopra un bambino.”) C’è un acuminato senso di colpa, per uno di quei desideri che neppure si osa confessare a se stessi. Non che il proprio padre muoia, no, quello no, ma che si tolga dalla scena per un poco, per concedere al figlio di prendere il suo posto. E quando poi questo desiderio si avvera, si prova sgomento, come se una qualche divinità maligna avesse prestato orecchio al desiderio. Perché “Anatomia di una scomparsa” è anche un bellissimo romanzo di formazione, della scoperta dell’amore e del sesso. E il giovane Nuri è innamorato di Mona. Quando la incontra per la prima volta, Nuri ha dodici anni e Mona ne ha ventisei. Nuri sa fare i conti: Mona ha quattordici anni più di lui e suo padre Kamal ha quattordici anni più di Mona. Nuri e suo padre hanno gli stessi diritti di conquista su Mona. Che, ovviamente, finisce per sposare suo padre. Pur mantenendo sempre un comportamento lievemente ambiguo, stuzzicando il desiderio dell’adolescente Nuri.

     Hisham Matar ritorna su un tema che aveva già trattato nel romanzo precedente, “Nessuno al mondo”. Ci ritorna in una maniera nuova, con una vicenda che si muove tra Egitto, Svizzera e Inghilterra, con la stessa scrittura tersa, fatta di frasi brevi stranamente poetiche, pregne di un dolore che si avverte in ogni pagina. E in questa stagione della fine del regime di Gheddafi possiamo immaginare quale possano essere i pensieri e i sentimenti dello scrittore- sperare senza osare sperare che il suo proprio padre, che qualcuno ha visto in vita nel 2002, possa tornare a casa. Finalmente.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it



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