martedì 6 febbraio 2018

Milly Johnson, “Veri amori, falsi amanti” ed. 2008

                              Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
         chick-lit
      il libro ritrovato

Milly Johnson, “Veri amori, falsi amanti”
Ed. Corbaccio, trad.Olivia Crosio, pagg. 450, Euro 18,60
 Titolo originale: The Birds and the Bees

Stevie si portò una mano sul cuore, chiedendosi come fosse riuscita a parlare con tanta freddezza mentre le faceva tutte quelle acrobazie nel petto. Era orgogliosa di se stessa. Matthew si era aspettato una scena isterica, invece lei lo aveva freddato. Questa piccola vittoria, tuttavia, non le impediva di sentirsi profondamente triste. Come era possibile che lei e Matthew fossero diventati di colpo due perfetti estranei, quando meno di tre settimane prima avevano fatto l’amore nel letto che lui ora divideva con un’altra?

   Stevie ama Matthew; Matthew pianta Stevie e si mette con Jo; per far ingelosire il suo ex, Stevie fa coppia con l’ex di Jo: come andrà a finire? Si accettano scommesse, tutte le possibilità sono aperte, perché questo è proprio l’elemento di forza dei romanzi sentimentali- il gioco su alcuni punti fissi, che sono i sentimenti e i rapporti di coppia, con tante possibili varianti, nonché finali. Persino il titolo, “Veri amori, falsi amanti”, non serve a mettere sulla traccia giusta, anche per quello potrebbero esserci varie interpretazioni. Del tipo: Matthew ha preso una sbandata e poi torna da Stevie, l’amore vero trionfa sempre. Oppure: Stevie l’ha scampata bella , meglio prima che dopo. Oppure: guarda un po’, uno scambio che funziona. Insomma, leggete il libro e lo scoprirete.
    Letteratura di genere, Chick lit, letteratura rosa, o sentimentale: c’è sempre un più o meno lieve disprezzo da parte dei critici, quando parlano dei libri per donne e scritti per lo più da donne. Ammesso che ne parlino affatto e non li ignorino del tutto. Eppure hanno sempre avuto successo- basta pensare al fenomeno di Liala, in Italia, o della Delly, pseudonimo di due fratelli francesi. Oppure persino alle pagine della rivista Grand Hotel in cui pure le immagini dei fotoromanzi si conformavano al sentimentalismo delle storie d’amore. Perché c’è sempre una storia d’amore nei romanzi di questa letteratura femminile. Pare che le donne non si stanchino mai di leggere storie d’amore in tutte le varianti, che non sono poi neppure molte.
Ma ci sono modi diversi di affrontare qualunque lettura, anche quella di un libro ‘rosa’, e peraltro sono tutti modi validissimi- forse qualcuno può essere più rischioso, se trasporta la lettrice in una bolla di sogno. Se, invece, si riesce a mantenere un certo distacco dalla vicenda, è come osservare attraverso una lente la commedia umana dei rapporti tra uomo e donna, cogliendone il lato buffo, o assurdo, o penoso. E allora la lettura può addirittura diventare terapeutica, è come un guardarsi allo specchio. Che è quello che fa la protagonista del romanzo di Milly Johnson, perché c’è proprio un gioco di specchi in “Veri amori, falsi amanti”. Due donne, una bionda e una bruna, la prima è l’eroina buona e la seconda è quella cattiva; due uomini, un affascinante dandy e un rude colosso scozzese, e va da sé che il bell’aspetto è ingannatore, mentre il gigante burbero ha il cuore d’oro. Fino a qui, tutto secondo i canoni.
Ma la bionda Stevie Honeywell, mamma single con un bimbetto adorabile di quattro anni, è anche scrittrice di romanzetti rosa della serie Moonlight Moon e la protagonista del libro su cui è al lavoro si chiama Evie Sweetwell, innamorata dello scozzese Damme MacQueen (con uno scoperto anagramma nonché gioco di nomi con la stessa Stevie e il suo finto nuovo partner Adam MacLean). E nella sufficienza con cui Adam guarda i romanzetti della collana Moonlight Moon sparsi per la casa, nell’adorazione con cui una segretaria riceve Stevie, quando questa si presenta con lo pseudonimo che usa per scrivere, troviamo i due atteggiamenti parimenti diffusi nei confronti della letteratura femminile.

     Il pregio del romanzo di Milly Johnson è nella veridicità assurda della storia e nella spontaneità così reale dei dialoghi- è sufficiente tendere l’orecchio sui mezzi pubblici ed ascoltare le confidenze che si scambiano le ragazze per sapere che una vicenda come quella di “Veri amori, falsi amanti”, magari con un pizzico di paradosso, può essere vera. Tanto da farci sorgere il dubbio: è il romanzo rosa a copiare la vita o il contrario?

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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