Voci da mondi diversi. Georgia
Leo Vardiashvili, “Vicino a una grande foresta”
Ed.
Bompiani, trad. Patrizia Managò, pagg. 400, Euro 20,00
Nella favola che la mamma gli leggeva alla sera c’era una grande foresta
e Hänsel si lasciava dietro briciole di pane per poter ritrovare il sentiero
che avrebbe riportato lui e Gretel a casa. Era una favola che faceva paura,
però-diceva la mamma- le favole finiscono sempre bene, bastava che lui e Sandro
ascoltassero fino alla fine.
C’era una foresta anche sul Mtatsminda, la montagna alle spalle di Tbilisi, la città da cui il padre Irakli con loro due bambini era fuggito nel pieno della guerra civile, lasciando indietro la madre perché non c’erano abbastanza soldi per comprare i documenti per tutti. “dov’è Eka?”, chiedevano di continuo Sandro, 10 anni, e Saba di due anni più piccolo. “Ragazzi, presto la riporteremo a casa”, rispondeva il padre, ammazzandosi di lavoro per raggranellare i soldi e comprare il visto e pagare tangenti, per poi essere derubato da un truffatore senza scrupoli che si era dileguato dopo vane promesse.
C’era anche una statua gigantesca che dall’alto di una collina dominava Sololaki, il pittoresco quartiere di case colorate che si arrampicavano sul Mtatsminda. È la madre della Georgia che tiene in mano una coppa di vino per chi si avvicina in pace e una spada per chi, invece, si avvicina in guerra. Ed era in una di queste casette addossate l’una all’altra che avevano abitato Sandro e Saba con i genitori. Sarebbe stato capace di riconoscerla, Saba, che era partito così piccolo per arrivare in un paese di cui non capivano la lingua e dove tutto era così diverso, lontano anni luce dalla Georgia? Perché Saba, voce narrante di questo primo romanzo di Leo Vardiashvili, arrivato a dodici anni come rifugiato a Londra nel 1995 dopo il caos in cui era piombata la Georgia nel 1991, quando l’Unione Sovietica si era disgregata, parte per Tbilisi alla ricerca di Irakli e di Sandro. Irakli era partito per rintracciare la moglie di cui non aveva più notizie ed era scomparso- il suo ultimo messaggio era stato per dire di non cercarlo, sarebbe andato sulle montagne dove ‘loro’ non potevano trovarlo. Sandro era partito per cercare il padre e anche lui, dopo le prime comunicazioni, era scomparso. Adesso è il turno di Saba che- prima spiacevole sorpresa- viene fermato all’aeroporto di Tbilisi dove gli viene confiscato il passaporto.
Sololaki“Vicino a una grande foresta” è il romanzo di una molteplice ricerca. Ricerca delle proprie radici- Un uomo senza storia è un albero senza radici, recita l’esergo. Come ricostruire il proprio passato e riconoscere se stessi in un paese cambiato nell’arco dei vent’anni in cui è stato lontano? A destabilizzare Saba si aggiungono gli animali fuggiti dallo zoo in seguito ad un’alluvione, il gigantesco ippopotamo che si aggira minaccioso per le strade della città, quasi una figura da un altro mondo, la tigre, ancora più minacciosa, che si nasconde nella foresta sul Mtatsminda. È qualcosa che è veramente successo, ma a noi sembra una metafora per l’atmosfera di pericolo che si percepisce nella città.
Ricerca del padre e del fratello seguendo i
graffiti che questi ha lasciato sui muri, come messaggi per una caccia al tesoro
in un linguaggio che solo i due fratelli conoscono o come le briciole di pane
lasciate da Hänsel. E al posto della strega c’è un ispettore di polizia che
aspetta Saba, che ne segue le tracce trasformando il cercatore in ricercato.
Perché? Di che colpa si è macchiato Irakli?
Ricerca nella Storia della Georgia in cui
la guida è il tassista Nogar, anche lui un esule in fuga dall’Ossezia, regione
separatista della Georgia, anche lui in cerca di qualcuno, della sua bambina
alla cui morte in seguito a un bombardamento né lui né la moglie vogliono
rassegnarsi.
Se Saba è il personaggio principale del
romanzo, se il suo Virgilio alcolizzato/Nogar è una sorta di ‘doppio’, ci sono
poi una miriade di altri personaggi che affiancano Saba nella sua ricerca, ci
sono soprattutto le voci di persone che spuntano dal suo passato, che
percorrono come ombre le pagine del libro, che fanno rivivere ricordi e riportano
alla memoria cose che Saba non sapeva di sapere.
Un esordio quanto mai interessante, una
voce originale sulla scena letteraria.
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