giovedì 22 agosto 2024

Femi Kayode, “La terra delle ombre” ed. 2024

                                                            Voci da mondi diversi. Nigeria

    cento sfumature di giallo


Femi Kayode, “La terra delle ombre”

Ed. Longanesi, trad.  A. Biavasco e V. Guani, pagg. 363, Euro 20,00

 

    Torniamo a Lagos, in Nigeria, con lo psicologo forense Philip Taiwo, protagonista del precedente (e molto pregevole) romanzo “Il cercatore di tenebre” di Femi Kayode, autore di quest’altro libro che, di nuovo, comunica un’idea di buio nel suo titolo. Buio dell’ambiente, buio di situazioni, buio dell’anima, buio su cui si vuole fare luce.

    Il consiglio degli Anziani di Grace Church ha affidato un incarico delicato a Taiwo: è scomparsa Folasade Dawodu, la ‘First Lady’, la moglie del vescovo Jeremiah Dawodu, anzi di Vescovo. E questo appellativo, senza l’articolo che lo rende un nome comune, dice già tutto sulla persona, un uomo imponente e carismatico, capace di ammaliare i fedeli con i suoi sermoni. Parole, parole, parole. Nascondono qualcosa quelle altisonanti parole?


    Vescovo è stato arrestato, in diretta televisiva, mentre era sul pulpito della sua chiesa. Qualcuno lo aveva denunciato come assassino della moglie, di cui però si sono perse le tracce e nessun corpo è stato ritrovato: chi voleva incastrare Vescovo? E perché? L’incarico di Taiwo non è quello di fare luce sulla scomparsa della moglie, ma di scagionare il marito. Il quale appare sconvolto e profondamente turbato e si professa innocente: sì, avevano litigato, ma quali sono i coniugi che non litigano? E la comunità dei fedeli è testimone della sua presenza in chiesa quando la First Lady è stata vista per l’ultima volta. Ma, e le macchie di sangue che si vedono sui muri della loro casa?

   Se la casa del Signore dovrebbe risplendere di Luce, è l’oscurità più fitta che Philip Taiwo, insieme al suo aiuto Chika, incontra nell’indagine. Un buio tanto più nero perché avvolge Vescovo come capo della Chiesa- dovrebbe essere irreprensibile in quanto tale, neppure sfiorato da traffici economici di alcun tipo- e come uomo, come marito- dovrebbe essere un esempio di armonia coniugale per i suoi fedeli.

   Ci sono molte denominazioni di genere per i romanzi gialli, noir, polizieschi, di indagine, mystery, thriller. Ci sono sfumature diverse di livello di violenza e crudità, così come ci sono arricchimenti di filoni diversi che si intrecciano a quello principale. Nei romanzi di Femi Kayode, che ha studiato psicologia, c’è pochissima violenza e molta indagine psicologica, insieme alla volontà di portare allo scoperto problematiche molto spesso ‘insabbiate’. È la corruzione della Chiesa che viene indagata in questo romanzo, insieme alla condizione femminile e al culto della personalità che tutto esalta e giustifica.


    Se non posso dire di più sul dramma della moglie di Vescovo, posso invece aggiungere qualcosa sul filone secondario della trama, quello che riguarda la famiglia di Philip Taiwo che pensava che il ritorno in Nigeria fosse un ritorno ‘a casa’ per i suoi figli, che li avrebbe messi al riparo dalla discriminazione razziale. Si scontra invece con le difficoltà della figlia adolescente, bullizzata a scuola per…il colore della sua pelle, più scuro di quello delle compagne. Perché questo è un problema più femminile che maschile? Perché – e non pensiamo a Michael Jackson- la pubblicità dei nocivi prodotti depigmentizzanti  si rivolge di più alle donne?

    Ambientato in una Lagos assediata dal traffico, con dei flashback della vita precedente della famiglia Taiwo negli Stati Uniti dove la figlia di Philip Taiwo vorrebbe tornare, il romanzo di Femi Kayode non delude le aspettative.





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