venerdì 17 maggio 2024

Charlotte Gneuss, “I confidenti” ed. 2024

                                 Voci da mondi diversi. Area germanica

     romanzo di formazione

Charlotte Gneuss, “I confidenti”

Ed. Iperborea, trad. Silvia Albesano, pagg. 219, Euro 17,00

 

    “I confidenti”. Questo non è il titolo originale del romanzo che a noi non avrebbe detto nulla: “Gittersee”, un sobborgo di Dresda. Il titolo italiano, però, coglie appieno la sottile ambiguità del libro. Perché il primo significato della parola ‘confidente’ è colui a cui si dice un segreto, qualcosa di molto intimo, mentre il secondo si riferisce a chi fa la spia, a chi è a pagamento per fare l’informatore. Sempre di segreti si tratta, ma quanto diversi! Adesso sappiamo che la Stasi, il Ministero per la Sicurezza dello Stato, cioè l’apparato di polizia segreta della DDR, aveva circa 180.000 informatori negli ultimi anni.  Charlotte Gneuss, nata nel 1992, non ha una conoscenza diretta del tempo della divisione della Germania, ma costruisce il suo romanzo sui racconti dell’esperienza di vita dei suoi nonni e dei suoi genitori- questo libro sarebbe stato impensabile senza i loro ricordi, dice lei stessa alla fine. E il suo merito è nell’aver trasformato la grigia realtà di quegli anni in un fresco romanzo di formazione in cui la subdola strategia della polizia segreta ha buon gioco sull’ingenuità dei giovani, già sbalestrati da conflitti familiari e amori adolescenziali.

    1976, un anno importante per la Germania dell’Est, un punto di svolta, un nascere di speranze in un cambiamento. Speranze frustrate dall’espatrio del cantante Wolf Bierman, colpevole di aver tenuto un concerto in Occidente,e dal suicidio di un prete che si era dato fuoco per protesta politica.


La voce narrante è quella di Karin, 16 anni, che vive con il padre, una madre molto giovane che soffre in quella vita ristretta, la nonna e una sorellina piccolissima di cui è lei ad occuparsi molto più spesso della madre. L’esistenza di Karin sembra essere quella di una qualsiasi adolescente, divisa tra la scuola, le chiacchiere con l’amica Marie, e soprattutto il suo primo amore, Paul, che lavora in miniera insieme all’amico Rühle. E tuttavia comprendiamo presto che la loro vita non è del tutto normale, perché c’è un divario tra le loro aspirazioni e quello che invece dovranno accettare di fare, perché è lo Stato che decide per loro, che indirizza il loro futuro verso studi o un lavoro di cui lo Stato ha bisogno. Paul vorrebbe fare l’artista, Marie vuole addirittura essere la prima donna che sbarca sulla luna. L’irrealizzabilità di questo desiderio esprime meglio di ogni cosa le pastoie che tengono legati i cittadini della DDR. E poi c’è Berlino, il sogno di Berlino. Berlino rappresenta il primo passo verso l’Occidente a cui si guarda non più come al paese dell’egoistico capitalismo ma come al luogo delle possibilità.

   Tutto inizia con la proposta di Paul di andare in Cecoslovacchia


sulla sua moto (una Schwalbe che, guarda caso, ha un nome che significa ‘rondine’) per il solstizio d’estate. Karin non ha il permesso di andare con lui, ma si stupisce nel vedere Paul che nasconde dei soldi sotto il copertone. È proibito uscire con dei soldi dal paese, non lo sa? Ma è Karin che non sa, che non capisce che Paul ha in mente di passare all’Ovest. Infatti non ritorna. E la Stasi arriva a casa di Karin e inizia a fare domande. È impossibile che lei non sapesse, che non lo abbia aiutato, che lei non sappia adesso dove sia Paul.

    Mentre la famiglia di Karin si disgrega, con la madre che va a stare da un’amica a Dresda, il padre che incomincia a bere, la nonna che accusa Karin di essere tale e quale a sua madre, la piccola che resta sempre più affidata alle cure della sorella maggiore e Karin che non sa capacitarsi che il ragazzo che la chiamava ‘Virgola’ abbia potuto lasciarla così, entra in scena il funzionario Wickwalz. Fa sempre più spesso visita a Karin, la consola, si comporta un po’ come un padre, un po’ come un amico, in una maniera subdola che però la ragazza non capisce. Le fa delle promesse, la lusinga, come se quello che lei dice abbia un grande valore per il socialismo, per la loro Germania. Karin non capisce, le piccole cose che racconta, del padre che Marie non ha mai conosciuto e che vive all’Ovest, del pacco che è stato fatto arrivare a Paul, le sembrano di nessuna importanza. Ma l’onnipotente Stasi che vede pericoli dappertutto, giudica diversamente. La ragazza che si è sentita tradita, finisce per tradire. Finché si accorge di essere stata intrappolata, tutto viene riequilibrato, a sorpresa. Dopo aver letto l’ultima pagina, vi consiglio di andare a rileggere la prima.



   

   

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