martedì 28 novembre 2023

Anuk Arudpragasam, “Passaggio a Nord” ed. 2023

                                             Voci da mondi diversi. Sri Lanka



Anuk Arudpragasam, “Passaggio a Nord”

Ed. La Nave di Teseo, trad. Andrea Silvestri, pagg. 320, Euro 19,00

 

   25 anni di guerra civile, tra il 1983 e il 2009, in Sri Lanka. I morti furono tra gli 80.000 e i 100.000. Lo scontro fu tra il governo e il gruppo separatista delle Tigri del Tamil che reclamavano uno Stato indipendente nel Nord-Est del paese.

   La guerra è ormai finita da anni quando prende l’avvio il romanzo di Anuk Arudpragasam, “Passaggio a Nord”, selezionato per il Booker Prize.

Il giovane Krisham, ritornato a vivere a Colombo dopo aver studiato in India e aver trascorso un periodo di lavoro nel Nord dello Sri Lanka, riceve contemporaneamente una mail da Anjun, la ragazza che aveva amato e che lo aveva lasciato quattro anni prima, e la notizia della morte di Rani, la badante della nonna. Rani si era recata dalla famiglia nel Nord, sembrava che fosse morta per un incidente, precipitando nel pozzo. Era stato veramente un incidente? Krisham ne dubita, Rani era in cura per una forte depressione. Ne aveva ben donde, Rani, per essere depressa- entrambi i suoi figli maschi, uno ancora bambino, erano morti durante la guerra. Anche il dottore che seguiva il suo caso aveva approvato che Rani lavorasse come badante dell’anziana nonna di Krisham, un’occupazione e lo stretto contatto con altre persone sarebbero servite per distogliere il suo pensiero.


    Krisham pensa sia suo dovere partire per presenziare al funerale della donna e il libro diventa allora un romanzo di viaggio, anzi di un doppio viaggio. Perché mentre il treno porta Krisham verso il villaggio a Nord dove vive la famiglia di Rani, insieme agli altri ricordi affiora quello di un altro viaggio in treno, in India, da Nord a Sud, da Delhi a Mumbai, insieme ad Anjun. È come se ci fosse un viaggio dentro un altro viaggio e quello precedente, con Anjun, è, in un certo senso, una preparazione per questo, attraverso la devastazione e il dolore lasciati dalla guerra. Perché il tempo passato con Anjun è, insieme, un periodo di ricca esperienza personale ma anche un risveglio politico per Krisham, influenzato dall’attivismo di Anjun. Veniamo a conoscenza di molte cose in questo duplice viaggio in treno, dell’invecchiamento della nonna che era tornata irriconoscibile dopo che era andata a trovare il fratello a Londra per l’ultima volta, delle violenze delle forze governative e, per ritorsione, di quelle delle Tigri, del corpo speciale delle Tigri Nere, dei cimiteri sterminati con le lapidi distrutte dall’esercito, della discriminazione che lo stesso Krishan aveva avvertito, quando era in India, nei confronti dei Tamil con la pelle più scura.

Apprendiamo pure del loro rituale del funerale con la cremazione del corpo, infine, quando Krishan arriva a destinazione, con quel pensiero fisso in testa che però non esprime a parole- si era uccisa, Rani? Non sopportava più il dolore della perdita? Inserite in questa duplice narrazione ce ne sono altre, un lungo poema, la storia di Siddharta e quella di un famoso ed eroico rivoluzionario Tamil, atrocemente torturato dopo essere stato preso prigioniero.

    Il romanzo di Anuk Arudpragasam ha il passo lento come quello del treno che sbuffa verso Nord, è un romanzo di riflessioni senza dialoghi, in uno stile ponderato che rivela gli studi di filosofia fatti dallo scrittore.



   

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