mercoledì 11 maggio 2022

Rosa Teruzzi, “Gli amanti di Brera” ed. 2022

                                                                      Casa Nostra. Qui Italia

                                                   cento sfumature di giallo


Rosa Teruzzi, “Gli amanti di Brera”

Ed. Sonzogno, pagg. 153, Euro 15,00

 

     Certo che è una coppia insolita, quella che si è data appuntamento all’orto botanico di Brera. Lui è un ragazzino biondo, avrà diciassette anni. Lei ne ha almeno quaranta, di anni. Una bella donna, però, con una massa di ricci corvini e la bocca rossa come il suo abito. Sapremo dopo che lei si chiama Viviana, che ha accumulato storie d’amore, che ha ricevuto messaggi di minaccia, che il suo ultimo uomo era stato Furio, quel Furio che fa il cuoco e che, se la fioraia Libera non lo avesse scoraggiato, mai avrebbe corteggiato Viviana. E comunque sarà proprio Furio ad incaricare le Miss Marple del Giambellino, le investigatrici della mutua (è Libera che si definisce così), a cercare la donna, dopo che ne è stata denunciata la scomparsa insieme al ragazzo. A Furio sembra proprio impossibile che lei si sia infatuata di un ragazzo così giovane e teme sia rimasta vittima di uno stalker.


    Settimo romanzo della serie che ha per protagoniste Libera (sulla quarantina, rimasta vedova con una bimba di 4 anni, capelli rossi e una vaga somiglianza all’attrice Joanne Moore), sua madre Iole che a settant’anni suonati continua a praticare il libero amore e ad indossare capi stravaganti e vistosi, la figlia Vittoria che ha scelto di seguire le orme del padre entrando in polizia- tre donne diversissime che vivono nel casello sul Naviglio, e forse il diverso atteggiamento di Libera e Vittoria verso la vita è in certo qual modo una reazione alla sfacciata intraprendenza della matriarca Iole, così come il loro modo di relazionarsi con gli uomini. Perché Libera è perfino anacronistica nella sua ritrosia e pudicizia, nella sua paura di lasciarsi andare con Gabriele, il poliziotto di cui è innamorata da sempre, e Vittoria, be’ Vittoria non racconta niente di sé e dei suoi amori, proprio l’opposto di nonna Iole che sbandiera le sue conquiste.


    Ne “Gli amanti di Brera” ci sono due filoni, uno dei quali resterà in sospeso stuzzicando la nostra curiosità- quello del Gatto con gli Stivali, soprannome dato ad un imprendibile rapinatore che agisce con la maschera della favola, insieme a due complici travestiti da Fata Turchina e da Zorro, e che ‘forse’ è il padre di Libera (ah, il passato di Iole ancora più tumultuoso del presente!). L’altro filone che prende il sopravvento riguarda, appunto, “il fiore nero di Brera”, cioè la professoressa di inglese che è scomparsa con il ragazzo (la porno prof è l’altro suo soprannome, coniato apposta per attirare i lettori della stampa scandalistica). A inseguirli saranno Libera e la madre insieme alla giornalista Irene e scopriranno che ci sono altri sulle tracce della coppietta…


     Rosa Teruzzi ha trovato la formula giusta per i suoi romanzi- personaggi femminili in primo piano, tre età diverse per Libera, Iole e Vittoria, reticenza sfrontatezza e asprezza come tratti dei loro caratteri, molto rosa in un’ inquadratura giallo pallido. Ci si diverte con le battute un po’ sopra le righe di Iole (ci pensano Libera e Vittoria a smorzare il tono), si partecipa alle ansie materne di Libera e si vorrebbe un po’ più di intraprendenza da parte sua, visto che ha non uno solo, ma ben due spasimanti, ci si domanda se sarà proprio Gabriele a vincere alla fine e non piuttosto il cuoco premuroso. E poi si ammira il cielo di Lombardia e si respira il profumo dei fiori immaginando i bouquet creativi composti da Libera. Sempre in attesa di una nuova avventura.

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