giovedì 11 giugno 2020

Simona Tanzini, “Conosci l’estate?” ed. 2020


                                                                     Casa Nostra. Qui Italia
     cento sfumature di giallo

Simona Tanzini, “Conosci l’estate?”
Ed. Sellerio, pagg. 269, Euro 14,00

     Palermo. Nove giorni in agosto, di cui quattro sotto il soffio dello scirocco- dicono che la regola sia tre per tre, “tre giorni di scirocco, tre volte all’anno”. Viola, giornalista televisiva che è arrivata a Palermo da Roma undici mesi prima, ha qualche perplessità sulla durata dei tre giorni- e non pensa di sbagliarsi. Non ci si può sbagliare quando non si vede l’ora che cessi quel getto di aria bollente che sembra sparato addosso a te da un phon potente. Ed è in uno di questi caldissimi giorni che viene ritrovato in strada il corpo di una ragazza- è stata strangolata. Si chiamava Romina, aveva vent’anni, era molto bella. Un delitto che non aveva niente a che fare con quello di altre due ragazze che ‘facevano la vita’- la sua è una famiglia borghese che vive a Ragusa anche se la madre è originaria di Palermo. E, per uno strano caso, Viola la conosceva, l’aveva incontrata fuggevolmente ed era stata colpita proprio dalla sua bellezza, da una certa aria di gioventù già un po’ bruciata, un po’ inconsapevole dei pericoli a cui si esponeva. Palermo non è poi una città così grande e, anche per un buon grado di casualità, il vicino di casa di Viola è il fratello di Zefir, noto cantautore palermitano con cui è stata vista Romina nella sua ultima sera. C’era stato uno scambio di parole piuttosto brusche tra di loro, la loro storia- se c’era stata una storia- sembrava essere finita. Ci sarà un altro morto…Saltano fuori  vecchie fotografie del passato…Perché Viola le vede color seppia? Non sono in bianco e nero?

     Il verso di una canzone di Fabrizio De André è l’esergo del romanzo di Simona Tanzini. Contiene le parole del titolo, Quando mi chiese “conosci l’estate?”, e all’estate associa il pensiero del vento e del suo colore, io per un giorno per un momento/ corsi a vedere il colore del vento. Estate, scirocco, il colore del vento. Viola a Palermo, e forse non è neppure un caso che la protagonista abbia un colore per nome. Perché è una delle sue due particolarità: la sinestesia per cui ogni cosa o persona che vede si unisce per lei ad un colore e la sua percezione di quello che vede è fortemente influenzata dall’aura di quel colore, quasi questo fosse una spia. L’altra particolarità di Viola è più invalidante- una malattia neurodegenerativa su cui lei non indugia, per cui non si autocommisera e che ha imparato a tenere a bada, riconoscendone le avvisaglie. Viola, l’io narrante del romanzo, è il personaggio principale. Non è lei che svolge le indagini, ma è attraverso i suoi occhi che vediamo gli altri personaggi- letteralmente, perché sono i colori che lei associa ad ognuno di loro che ci danno qualcosa di più, qualcosa che non è esplicito, una sensazione che non ha nulla di certo, ma è suggestiva in maniera inquietante. Eppure, in questa maniera insolita e strana, Viola è determinante nello svolgersi dell’inchiesta che termina in un modo sorprendente, alla maniera di Agatha Christie- “l’assassino è il maggiordomo”, la persona di cui mai avremmo sospettato.

     Se Viola è il personaggio principale che ci piace per il suo umorismo elegante, per l’ironia con cui le è d’obbligo affrontare le difficoltà che le si presentano, Palermo è la vera protagonista. Ed è una protagonista affascinante, nel bene e nel male. È Viola, la romana che ha chiesto di lavorare a Palermo non potendo ottenere Milano, che ci guida per la città. Con lei ci manca il respiro sotto il soffio dello scirocco, con lei prendiamo la 101, con lei ci fermiamo a bere insolia o ad assaggiare pane e panelle, con lei esploriamo la Kalsa, i Quattro Canti, la Cappella Palatina, la splendida Cattedrale. Tutto ci appare splendido in questa Palermo di Viola che non ci nasconde, però, anche le brutture, la mafia che non si deve nominare, le lapidi che ricordano i morti per mano della mafia, il ricordo delle stragi. E, se la trama è un poco debole, è per questa Palermo, per questo personaggio con le sue particolarità, per lo stile vivace, che il libro piace.

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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it



   

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