sabato 1 febbraio 2020

Nicole C. Vosseler, “Il botanico inglese” ed. 2019


                                                      Voci da mondi diversi. Area germanica
                                                                 biografia romanzata


Nicole C. Vosseler, “Il botanico inglese”
Ed. Beat, trad. Metella Paterlini e Roberta Scarabelli, pagg. 425, Euro 18,00

   …per gli avventurieri dello spirito, per i quali nessun mare è troppo grande, nessuna montagna troppo alta e nessuna strada troppo lunga.
Questa la dedica de “Il botanico inglese” della scrittrice tedesca Nicole Vosseler. E se siete un sognatore, un avventuriero dello spirito, questo è il vostro libro. Inizierete a leggerlo e non interromperete la lettura finché non lo avrete terminato.
    Robert Fortune, il botanico protagonista del romanzo, è veramente esistito. Fu inviato in Asia dalla Horticultural Society di Londra per studiare le piante dei paesi orientali, viaggiò per tutta la Cina dal 1843 al 1846 documentando quello che vedeva, e svolgendo poi un altro incarico, ben più delicato, quasi una missione segreta. Era un ‘cacciatore di piante’. Era stato mandato in Cina con il compito di procurarsi (di rubare) delle pianticelle di tè. Se si fossero riuscite a fare delle piantagioni di tè in India (già protettorato britannico), l’Inghilterra si sarebbe affrancata dal monopolio cinese del commercio del tè, diventata ormai la bevanda preferita, l’irrinunciabile ‘five o’clock tea’ inglese. E Robert Fortune riuscì nell’impresa.

     Che cosa succede, quali sono le difficoltà da superare, i sentimenti, le nostalgie, i sogni di un uomo che affronta l’ignoto a metà del secolo XIX, che deve restare lontano dagli affetti famigliari per tre anni? in tempi di posta elettronica e di facili telefonate facciamo fatica ad immaginare lo spaesamento e la solitudine e gli affetti affidati a lettere che potevano avere la stessa sorte di un messaggio dentro una bottiglia scagliata tra le onde. Qualunque messaggio sarebbe stato superato nel momento che fosse giunto a destinazione (se fosse giunto a destinazione). E a questo punto intervengono l’inventiva e l’empatia della scrittrice, che si immedesima in Robert, nella moglie Jane, in Lian, l’insolita ragazza cinese da cui Robert si sente- suo malgrado, in lotta con se stesso- irresistibilmente attratto.
     Uno dei fascini del romanzo è nelle diverse narrative- diversi punti di vista, diverse reazioni, stili diversi, informazioni sulla flora e sul linguaggio dei fiori, scambio di lettere tra Robert e la moglie, stralci degli appunti di Robert con registrazione del clima e della temperatura nonché descrizioni del paesaggio, un racconto in terza persona delle giornate e degli incontri di Robert- con persone e con fiori-, un racconto (sempre in terza persona e in corsivo) della solitudine di Jane e infine quello in prima persona di Lian, singolare personaggio, una jianghu, una sorta di Robin Hood che pratica le arti marziali, una Lisbeth Salander con una spada sulla schiena.

     Quello di Robert Fortune è un viaggio di formazione insolito, che non ha uguali tra gli usuali viaggi ottocenteschi. Lui, Robert, è un uomo e un personaggio insolito, con quella particolare sensibilità che lo porta a cogliere la bellezza anche in un filo d’erba. Robert cammina a testa bassa, scruta tra le foglie, pronto a scorgere il colore di un fiore e a incantarsi- lui stesso si chiede se ci sia qualcosa di femmineo in lui, ma è un dubbio che può venire solo a chi si ferma agli stereotipi. Di certo la strana ragazza cinese che sembra un ragazzo e che lo salva da un primo attacco di banditucoli è la sua migliore controparte- ne è un esempio la scena in cui si invertono i ruoli ed è Lian che cerca di insegnare a Robert a combattere, con un Robert che, no, proprio non se la sente di colpire una donna, neppure in una schermaglia giocosa.
      Romanzo che ci addentra nella cultura cinese, romanzo d’avventura ricco di pericoli, testo di botanica che trabocca di poesia, storia d’amore tanto più grande perché- lo sappiamo- destinato a finire, “Il botanico inglese” è un libro per tutti quelli che subiscono il fascino dell’Oriente, per chi ama i fiori, per chi predilige le storie vere anche se colorate da un pizzico di invenzione, per chi pensa che una spruzzata d’amore sia necessaria.

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