lunedì 12 ottobre 2015

Yu Hua, “Arricchirsi è glorioso” ed. 2009

                                                       Voci da mondi diversi. Cina
                 il libro ritrovato


Yu Hua, “Arricchirsi è glorioso”
Ed. Feltrinelli, trad. Silvia Pozzi, pagg. 437, Euro 19,00

   

    Quello che è glorioso, è la riflessione che facciamo leggendo il romanzo “Arricchirsi è glorioso” dello scrittore cinese Yu Hua, è la possibilità che oggigiorno abbiamo di conoscere in traduzione quello che viene scritto negli altri paesi- non solo in quelli le cui lingue sono sempre state più o meno accessibili in ogni tempo, ma anche in quelli dagli idiomi di per sé più difficili da studiare, perché aventi caratteri diversi dai nostri, perché erano più costosi i viaggi sul posto, perché motivazioni politiche imponevano una censura sia all’interno sia all’estero. E invece è entusiasmante venire a contatto con altre culture e apprezzare stili narrativi diversi da quelli europei.
   I protagonisti di “Arricchirsi è glorioso” sono ancora i fratelli Li Testapelata e Song Gang, già al centro del precedente romanzo di Yu Hua, “Brothers”. Chi non ha letto “Brothers” troverà qualche accenno al passato in “Arricchirsi è glorioso”- giusto quanto è necessario per orizzontarsi. Li Testapelata e Song Gang non sono fratelli di sangue, ma il secondo ha promesso alla madre di Li Testapelata (che lui chiama mamma, come se fosse la sua) che si sarebbe sempre preso cura del fratello. Condividono tanti ricordi, i due fratelli. Del padre (in realtà padre solo di Song Gang) ucciso durante la rivoluzione culturale. Della morte della madre. Della forzata lontananza. Ora, all’inizio del libro, Song Gang ritorna a vivere con Li Testapelata nella piccola città di Liuzhen, dove si svolge tutta la vicenda di “Arricchirsi è glorioso”. Apparirà ben presto chiaro che, nonostante che entrambi dicano di essere “l’uno la forza dell’altro”, Song Gang è il fratello “buono”, leale, onesto e sincero, mentre Li Testapelata è il suo opposto: egoista, senza scrupoli, pronto ad uccidere anche il fratello se questi gli intralciasse il cammino. E così la storia dei due fratelli acquista una valenza simbolica nella sua specularità- tutto quello che succede appare inevitabile, visto le premesse.

    I due fratelli iniziano a fare soldi insieme e li mettono in una cassa comune; poi l’intraprendente Li Testapelata si autonomina direttore della cooperativa in cui lavora- la sua sarà un’ascesa continua, perché ha fiuto, iniziativa e un’ottima parlantina. Riesce a convincere amici e conoscenti ad investire i risparmi in un’impresa che non decolla mai, eppure si riprende, ha un’altra idea: raccoglie robaccia di scarto, ogni sorta di rifiuti, e poi li rivende. Parte per il Giappone, acquista 3567 tonnellate di completi all’occidentale usati, torna a Liuzhen, impone una moda, li rivende…Diventa straricco, fa radere al suolo vecchie abitazioni di Liuzhen e ricostruisce. E’ proprietario di ristoranti, di centri del benessere…a Liuzhen tutto appartiene al rozzo, volgare, sboccato Li Testapelata. C’è una sola cosa che Li non è riuscito ad avere: l’amore di Lin Hong che è diventata la moglie di suo fratello.

     Va da sé che il percorso di vita di Song Gang- il doppio di Li Testapelata- sia totalmente diverso: Song Gang è strettamente monogamo mentre l’altro è un donnaiolo affamato di sesso, ha un modesto impiego di routine e una bicicletta, invece della Mercedes. Finché…diventa anche lui intraprendente, ma per motivi diversi. E la storia del suo arricchirsi è tremendamente tragica.


     C’è la storia della Cina che fa il balzo in avanti, dietro a quella dei due fratelli e della miriade di personaggi che li circondano, dal ghiacciolaio Wang all’arrotino Guan, dal cavadenti Yu al sarto Zhang, allo scrittore Liu e al fabbro Tong. Una Cina che, ogni tanto, si ricorda ancora di Mao e cita- ridicolizzandoli- i suoi famosi detti, ma che ha preso a prestito l’ideologia economica occidentale (bella la metafora degli abiti importati da Li, che furoreggiano immediatamente). Per raccontare questa Cina contraddittoria, varia e complessa, Yu Hua impiega il grottesco e il paradossale- come altri autori cinesi, come Ma Jian o anche il grande Mo Yan-, per suscitare un riso amaro, per temperare il dramma con l’incredulità.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


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