Voci da mondi diversi. Grecia
cento sfumature di giallo
Petros Markaris, “La violenza dei vinti”
Ed.
La Nave di Teseo, trad. A. Di Gregorio, pagg. 304, Euro 19,00
Ad Atene sembra essere tornati al 1973 quando, a seguito della protesta degli studenti universitari contro la Giunta Militare, il 17 novembre un carro armato si schiantò contro i cancelli del Politecnico. Lo scontro degli studenti di adesso è fra i due rami di studio- quello delle materie tecnico scientifiche e quello delle materie umanistiche. L’economia della Grecia si sta risollevando, aziende straniere portano capitali e intendono investire in attività locali, il pensiero corrente è- a che cosa serve lo studio della filosofia, della storia, della letteratura in questo nuovo mondo che richiede altre competenze? Servono laureati in economia, in informatica, in matematica, nelle discipline scientifiche. A chi sostiene questa tesi è difficile far capire non solo l’arricchimento ma anche la capacità di riflessione, di approfondimento, di comprensione che gli studi umanistici possono dare.
Il commissario Kosta Charitos e il suo aiuto, il sostituto vicecommissario Antigone, si trovano a dover risolvere un caso difficile. Un professore universitario di Matematica viene ucciso nel suo ufficio proprio durante la manifestazione studentesca- era altezzoso e scostante, erano in tanti ad odiarlo, era difficile che acconsentisse a fare da relatore per una tesi. Dopo di lui è la volta del segretario del Ministro dell’ Istruzione, incaricato di elaborare la proposta di una riforma dei programmi dei licei volta a ridurre drasticamente le ore delle materie umanistiche a favore di quelle scientifiche. Una morte ingiusta e inutile. Gli assassini non sapevano che il segretario aveva dovuto accettare un incarico che non voleva, per fare qualcosa che era contro quello in cui credeva. I morti non finiscono qui, ma- hanno tutti la stessa matrice questi assassinii? Parrebbe di no, quando sono gli interessi delle aziende ad essere toccati…
Il titolo di questo romanzo potrebbe essere
“Delitto in Università” e invece allude a una seconda traccia della trama- il
bullismo e le sue conseguenze, un tema che faceva da sfondo anche ad un
‘giallo’ italiano letto di recente, di Cocco e Magella. Questo tema, così come
quello principale- la querelle tra
studi scientifici e studi umanistici- e l’altro ancora- l’ingerenza dei
genitori nella scuola (sempre in difesa dei figli), sono l’attrattiva di un
romanzo la cui trama è peraltro piuttosto debole, rallentata da dialoghi piatti
e da intermezzi che vedono Kosta in
famiglia, a gustare le prelibatezze cucinate dalla moglie Adriana e a godere le
prodezze del nipotino che ha scoperto il piacere di usare matita e colori,
oppure nel centro di accoglienza. Perfino la consultazione del dizionario da
parte di Kosta ci ha stancato un poco, è più interessante, quindi, constatare
come il cambiamento dei tempi, lo spazio sempre maggiore occupato dalla tecnologia,
la sostituzione del libro come occupazione del tempo libero con il cellulare e
dell’enciclopedia con Wikipedia, la svalutazione degli insegnanti a cui è stata
sottratta ogni autorità, siano problemi che affliggono non solo l’Italia.
Problemi che non hanno soluzione, la ruota del tempo non torna indietro.
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