sabato 22 luglio 2023

Ilaria Tuti, “Madre di ossa” ed. 2023

 

   Casa Nostra. Qui Italia

 cento sfumature di giallo

Ilaria Tuti, “Madre di ossa”

Ed. Longanesi, pagg. 368, Euro 22,00

 

  È tornata Teresa Battaglia. Non più commissario, invecchiata, consapevole del male che avanza privandola della memoria e di se stessa, ma- quando è lucida, quando è, dolorosamente, quasi la Teresa Battaglia di una volta, è sempre la donna con un cognome che è tutto un programma, con un intuito eccezionale, con una umanità e una empatia che hanno fatto di lei una leader, seguita con totale fiducia dai ‘suoi’ poliziotti, da Massimo Marini che è diventato il suo braccio destro, quasi il figlio che non ha mai avuto.

     Dopo una chiamata anonima Massimo Marini si è precipitato nel luogo indicato, nei pressi di un lago, accanto ad un fitto bosco nelle montagne. Lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi è sconvolgente- Teresa è lì ma non è lì, gli occhi vuoti rivelano la sua assenza, è sporca di sangue, tiene tra le braccia il cadavere di un ragazzo. A prima vista sembra che il ragazzo si sia suicidato, c’è un coltello con una impugnatura d’argento nelle acque limpide del lago. Ma perché Teresa è con lui? Come ha fatto ad arrivare in quel posto?


    Non è difficile appurare l’identità del ragazzo- aveva vent’anni, si chiamava Ratchis, un nome singolare, tanto quanto quello della sorella Tassia, la madre era scomparsa una decina di anni prima e ne era stata dichiarata la morte presunta, il padre dice di discendere dal re dei Longobardi  Alboino, arrivato in Friuli dalla Pannonia nel 568. C’è, nel padre, tutto l’orgoglio di questa appartenenza, il rifiuto del nuovo e il culto delle tradizioni, come quella del coltello dal manico d’argento che ognuno ha in famiglia. Non sa nulla di un possibile disagio del figlio, anche la sorella dice di non sapere chi abbia messo su tik-tok il filmato in cui si esprimeva timore per Ratchis.

   C’è tutto l’attaccamento di Ilaria Tuti per la sua terra, in questo romanzo, c’è- come pure negli altri precedenti- l’interesse per le radici storiche, per le leggende, per il folclore, per le tradizioni delle minoranze, c’è l’orecchio teso a captare il linguaggio della natura, l’occhio attento ai colori- è tutto un insieme che rende così peculiari i suoi libri.


   E poi c’è il personaggio di Teresa Battaglia, sempre più dominante proprio mentre si avvia al tramonto, mentre sta scomparendo. Il solo fatto che i ‘suoi’ uomini si serrino a schiera per proteggerla, si diano i turni perché abbia sempre qualcuno al suo fianco, è indice del suo valore- non è mai riuscita a diventare madre, Teresa, ma i suoi collaboratori, quelli che lei ha formato, sono tutti suoi figli.

    Il tema della maternità è importante, nel libro che ha già la parola ‘madre’ nel titolo. Madre di ossa (ne scopriremo il significato), la madre terra, la maternità frustrata di Teresa, una madre scomparsa che riappare per poi finire come il figlio, la madre di Alice, la ragazza cieca, che si intravvede come un’ombra in tutte le foto che ritraggono Alice (che ne era stato di lei dopo una gravidanza che non era arrivata alla fine?), e una madre gloriosamente felice- la compagna di Massimo che dà alla luce una bimba che potrebbe diventare la mascotte del gruppo. È come se ci fosse un passaggio di consegne, come se il messaggio fosse- la vita continua, nonostante tutto, nonostante la malattia, nonostante la morte, nonostante la malvagità umana (riappare nel libro il problematico personaggio di Giacomo, colpevole di più di un omicidio, strano amico di Teresa), perché la vera forza è nella donna, colei che dà la vita.

Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook



    

Nessun commento:

Posta un commento