sabato 26 febbraio 2022

Narine Abgarjan, “Simon” ed. 2022

                                                    Voci da mondi diversi. Armenia

           love story

Narine Abgarjan, “Simon”

Ed. Brioschi, trad. Claudia Zonghetti, pagg. 352, Euro 20,00

 

    Ad Ajinants Melan’ja era morto il marito.

Questo l’inizio del nuovo, atteso romanzo di Narine Abgarjan, dopo il bellissimo “E dal cielo caddero tre mele”. Bellissimo pure questo.

    Simon è morto, aveva 79 anni, una bella età per morire.

Cinque donne lo piangono, cinque donne rendono onore al feretro. Una è la moglie. Le altre quattro sono donne che lui ha amato e che lo hanno amato, donne nella cui vita Simon è entrato in un momento per loro di tristezza, di disperazione, di solitudine, di insicurezza, salvandole, aiutandole in una maniera di cui lui stesso non era neppure pienamente consapevole.

Sil’vija. Sof’ja. Eliza. Susanna.

Il romanzo è la storia di ognuna di queste donne, una storia a sé, ma fino ad un certo punto. Perché abitano tutte a Berd, un paesino in Armenia dove tutti si conoscono, dove si sente ogni tanto un forte profumo di mare che viene su dalla forra. Ma l’Armenia non si affaccia sul mare.


    Sil’vija, Sof’ja, Eliza, Susanna, sono tutte donne malmaritate, con l’eccezione di Sof’ja.

 “Ha sposato la persona sbagliata”, dirà un medico al padre di Sil’vija che si era innamorata a prima vista di Romik e tuttavia, dopo il matrimonio, non erano riusciti ad avere un rapporto prima che fosse passato un mese. Lui l’aveva fatta rinchiudere in manicomio e le aveva portato via la figlia.

Poi era arrivato Simon.

    La prima tragedia nella vita di Eliza era stata la morte del fratellino quando questo aveva due anni, nel tremendo anno della fame. La madre si era trovata davanti ad una scelta (ricordiamo l’agonia di questa scelta ne “La scelta di Sophie” di William Styron) e non si era più ripresa. Eliza era andata sposa giovanissima ad un uomo che aveva già un’amante, che avrebbe continuato a frequentare anche dopo, e ad Eliza la storia con il marito aveva lasciato “una sensazione di inutilità e futilità”. Quando poi i figli erano partiti per l’estero, Eliza non aveva più avuto motivo di vivere.

Poi era arrivato Simon.


   Sof’ja si era sposata perché voleva mettersi l’abito da sposa. Viziata perché unica figlia femmina, il suo matrimonio era felice tranne che per la mancanza di figli. Il marito si era allontanato per lavoro e lei lo avrebbe raggiunto, avrebbero incominciato una nuova vita in cui nessun curioso avrebbe fatto domande indelicate.

   Poi era arrivato Simon.

   La storia di Susanna si intreccia con quella di Melan’ja, la moglie di Simon. Perché Simon e Susanna sognavano il matrimonio, poi era successa quella cosa bruttissima che aveva disonorato Susanna, e Simon si era tirato indietro. Una vita tristissima, quella di Susanna, prima e dopo il matrimonio ‘d’onore’.

    Poi era arrivato Simon.

Di nuovo. E ‘le aveva scaldato il cuore’. Perché Simon aveva la dote rara di infondere serenità, di far sparire i fantasmi del passato.

    E Simon? È lui che apre il romanzo ed è lui che lo chiude in un capitolo di grande ironia. “A Simon il suo funerale non stava piacendo per niente”, Simon pensa al film “Quattro matrimoni e un funerale” e non sa se debba ridere o piangere. Ma di che cosa stanno parlando quelle donne? Lui, lui le avrebbe salvate?


Che grande, quest’uomo che, sì, è un donnaiolo e qualunque moglie farebbe quello che fa Melan’ja che tiene da parte una riserva di piatti sbeccati da scagliargli contro in una delle scenate che gli fa a intervalli puntuali, però è un donnaiolo con una riserva d’amore infinita, è delicato, è gentile, è generoso.

E che grandi queste donne. Perché il romanzo di Narine Abgarjan è un inno alla resilienza femminile, alla loro capacità di sopportare e di andare avanti. E alle donne di Simon, a queste grandi donne, si deve aggiungere un altro personaggio femminile indimenticabile, Vardanus Occhistorti il cui soprannome dice tanto sul suo aspetto, e meno male che non la chiamano ‘la Scema’. Vardanus, sorella di latte di Eliza, passa da una storia all’altra, perché è sempre presente dove c’è bisogno di lei. Non ha testa ma ha cuore Vardanus. Lei, che è fuori dal gioco dell’amore, distribuisce amore a piene mani, in maniera simile e diversa da Simon.

      Si avvicina l’8 marzo, la festa delle donne. Questo è il libro perfetto da leggere e da regalare.

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