domenica 27 luglio 2014

Peter Fröberg Idling, "Canto della tempesta che verrà" ed. 2014

                                              vento del Nord
   Voci da mondi diversi. Asia
   la Storia nel romanzo
   fresco di lettura


Peter Fröberg Idling, “Canto della tempesta che verrà”
Ed. Iperborea, trad. Laura Cangemi, pagg. 278. Euro 17,50

Titolo originale: Sång till den storm son ska komma

     Probabilmente chi ti conosce dalla Francia si chiederà perché a Parigi frequentavi solo rivoluzionari mentre qui hai aderito ai democratici, perché sembri avere totalmente cambiato il tuo giro di amicizie. D’altra parte non c’è peggior radicale di uno studente e tu hai ormai superato la terntina. E poi quello a cui fai il portabores è il tuo vecchio mentore Vannzak, passato a sua volta dal rosso al rosa.



    Cambogia, tra agosto e settembre 1955. “Una fantasia”, dice una sorta di sottotitolo introduttivo alle tre parti in cui è diviso il libro di Peter Fröberg Idling. Perché lo scrittore svedese ‘immagina’- sulla base di alcune testimonianze- il retroscena delle prime elezioni democratiche indette in Cambogia dopo l’indipendenza ottenuta nel 1953. Ed è un titolo quanto mai appropriato, “Canto della tempesta che verrà”, perché scrivere di un passato remoto, e di un breve periodo di questo passato, significa scrivere conoscendo quello che il futuro ha in serbo, essere in grado di percepire le avvisaglie, individuare dei segnali, interpretare la direzione del vento. Il futuro di vent’anni più tardi avrebbe visto uno dei tre personaggi diventare protagonista assoluto della Storia, cambiando nome per se stesso- da Saloth Sar in Pol Pot- e per il paese di cui era diventato Primo Ministro- Kampuchea Democratica invece di Cambogia. Un Primo Ministro dittatore responsabile della tortura e del massacro di più di un milione e mezzo di persone: un terzo della popolazione cambogiana perse la vita tra il 1975 e il 1979.

Saloth Sar
    Nel 1955, però, Sar è ritornato da poco da Parigi, dove ha studiato grazie ad una borsa di studio, ed osteggia le prossime elezioni che- lo sanno tutti- non saranno affatto democratiche e vedranno riconfermato il re al potere. Quando è partito per la Francia Sar era fidanzato con Somaly, la bellissima principessa (di un ramo secondario della casa reale) che ha vinto da poco il titolo di Miss Cambogia. E’ ancora fidanzato con lei? Che cosa è cambiato nei loro rapporti? E’ solo l’impegno politico, il marxismo che gli hanno fatto conoscere gli amici francesi in serate di discussioni tra bicchieri vuoti e fumo di sigarette, che gliela fa sentire lontana? Somaly non si fa viva, lui conta i giorni dall’ultima volta che l’ha vista. Circolano voci che la sua Somaly si incontri con Sary, vice primo ministro del principe Sihanouk.
Sam Sary
     Sary e Somaly sono gli altri due protagonisti del romanzo di Fröberg Idling che non è, ci tengo a precisarlo, un romanzo d’amore. Parla anche d’amore, di un amore tempestoso, un sentimento che fa parte della vita quotidiana ma viene messo a tacere nell’impossibilità di dargli spazio perché altre sono le priorità. Almeno, così è  per Sar, se non per Somaly- ultimo personaggio a cui è riservata una parte, la bella ragazza che non si sottrae al corteggiamento di Sary pur sapendo di essere una sua ennesima conquista, un ennesimo tradimento di Sary (protagonista della seconda parte del libro) nei confronti della donna che ha sposato e che gli ha dato cinque figli. A poco a poco quella che balza alla ribalta è la lotta tra i due partiti, quello Democratico che, davanti ad una possibile sconfitta, finisce per scrollarsi di dosso ogni parvenza di democrazia e si impone con la forza, e quello dell’opposizione che vagheggia l’uguaglianza di una nuova utopia comunista. Mentre Somaly pensa ai vestiti, si incontra con le amiche, ricorda se stessa sedicenne incantata da Sar, si reca agli appuntamenti con Sary, Sary e Sar- seppur distratti dall’immagine di Miss Cambogia, seppur tormentati dalla gelosia (Sar), o disturbati dal senso di colpa per trascurare moglie e figli (Sary)- sono concentrati sulle elezioni imminenti che devono confermare la vittoria del sovrano. A prezzo della vita di chiunque abbia l’ardire di mettersi in mezzo. E’ questa violenza, che anticipa di un ventennio quella di Pol Pot, che rende inquietante l’atmosfera del romanzo, mentre la rivalità in amore fra due uomini sottintende la rivalità politica e il ruolo di Somaly pare quello della Elena omerica. Con una cortina di pioggia che offusca quanto sta succedendo.
     Lo stile narrativo di Peter Fröberg Idling è asciutto e brusco come quello del suo libro precedente, “Il sorriso di Pol Pot”, e c’è un espediente che differenzia, mettendola in risalto, la prima parte, in cui Sar è protagonista. Peter Fröberg Idling usa la seconda persona per tracciare il quadro del futuro Pol Pot, per entrare nella sua mente e farlo muovere sulla scena, quasi per sottolineare una maggiore conoscenza dell’uomo, o fungere da voce fuori campo del destino in attesa.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it 





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