giovedì 16 agosto 2018

V.S.Naipaul, "La metà di una vita" ed. 2002


                                    Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
        premio Nobel


V.S.Naipaul, "La metà di una vita"


    William Somerset Chandran è il nome del protagonista di questo romanzo di V.S. Naipaul, premio Nobel 2001 per la letteratura. E già il suo nome è un anticipo su quella che sarà la sua vita, di eterno estraneo ovunque si verrà a trovare. Un nome per metà occidentale e per metà orientale: il padre lo aveva chiamato William Somerset in omaggio allo scrittore inglese Maugham che aveva conosciuto di persona. La storia di Willie Chandran si svolge in India, in Inghilterra e in un paese senza nome dell' Africa, potrebbe essere il Mozambico ma non ha molta importanza. Storia di una vita vissuta a metà, in società divise a metà, all' eterna ricerca della propria identità. Per trovare se stesso Willie interroga suo padre, discendente da una famiglia di Bramini, che ha sposato una donna di una casta molto bassa finendo per disprezzarla. A che società appartiene Willie?
Disprezza suo padre, si vergogna di sua madre, e già nelle composizioni che scrive a scuola rivela il disagio del rifiuto della sua ereditarietà: Willie scrive di paesi che non conosce, inventa storie che rivelano l' astio che prova per i suoi genitori, si inventa un altro mondo. Quando Willie va con una borsa di studio in uno sconosciuto college inglese, è più che mai emarginato, anche se l' amico giamaicano Percy ( figlio di genitori di razze diverse, un altro uomo "a metà") cerca di introdurlo a nuovi stili di vita, in cui Willie si muove goffamente, tragicomica figura dell' incertezza. Tramite un' amicizia giusta Willie riesce a pubblicare un libro di storie faticosamente scritte, ancora elaborazioni di immagini di un mondo non suo. Breve momento di celebrità in cui incontra Ana, la ragazza che lo capisce perché anche lei vive una vita "a metà", tra un mondo e un altro, figlia di portoghesi che si sono stabiliti in Africa. Quando i due si sposano e vanno a vivere in Africa, si completa il processo di estraniazione di Willie - non c' è proprio niente in cui possa ritrovarsi in un paese in cui non si riconosce. Può solo vedere negli altri lo stesso suo sradicamento.
A questo si aggiunge il timore di dimenticare sia la lingua madre sia la lingua con cui è diventato uno scrittore: sarebbe il silenzio della mente oltre a quello dell' anima. Si lascia vivere, Willie, scivolando in una sorta di inerzia spirituale e affettiva - finché una vera caduta lo porta ad un punto di arresto e alla decisione di chiedere il divorzio. Ha 41 anni ed è con rassegnato sgomento che riconosce di avere alle spalle la parte migliore della sua esistenza, di non avere fatto niente e di avere vissuto la vita della moglie. La risposta di Ana si affaccia su un vuoto ancora maggiore, "forse non è stata neppure la mia vita". 
Il nitore dello stile di Naipaul, fatto di frasi secche e incisive, è perfetto per rappresentare il modello di un uomo sradicato, distaccato da tutto - immagine, forse, dell' inquietudine dello stesso Naipaul, figura dell' esule lontano da una patria che non sente più sua.

V.S.Naipaul, "La metà di una vita"
Ed. Adelphi, pagg.232, Euro 15,00

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net



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